Acqua pubblica, il Parlamento riconosce caso Saracena Salvata gestione autonoma sistema idrico. Soddisfatto Gagliardi: "E' un grande risultato"
SARACENA (CS) – Acqua pubblica, il caso virtuoso di Saracena, unico comune italiano ad accorpare in capo all’ente locale tutti e quattro i momenti del servizio idrico integrato (captazione, adduzione, distribuzione e depurazione) diventa, di fatto, oggetto di provvedimento legislativo. Su proposta, infatti, del Ministero dell’Ambiente, attraverso la legge n.221 del 28 dicembre 2015 (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali), pubblicata in Gazzetta Ufficiale il18 gennaio scorso, viene fotografata la situazione esistente nel Paese del Moscato. Si prende atto, in forma generale ed astratta della fattispecie in cui di fatto rientra la cittadina del Pollino e si riconosce che in questi casi (ma quello di SARACENA dovrebbe essere il solo in tutto il Paese) può continuare la gestione autonoma del sistema idrico, senza dover sottostare, quindi, alla gestione dell’ambito territoriale ottimale della Regione Calabria. A darne notizia è il Sindaco Mario Albino GAGLIARDI recatosi nei giorni scorsi nella Capitale, presso il Ministero, per essere ascoltato sulla questione dallo stesso posta mesi fa con ampia eco regionale e nazionale. È un grande risultato – dichiara. Nel quadro di un sistema idrico nazionale in crisi, il Parlamento riconosce di fatto le buone pratiche amministrative di Saracena in materia. Fotografa e tutela la nostra esperienza. Ciò che chiedevamo – aggiunge – e che abbiamo spiegato girando per tutta l’Italia viene recepito con legge. Andando a Roma pensavo di essere processato – chiosa GAGLIARDI – mentre ci è stata riconosciuta una premialità! Ringrazio i comitati regionali del Forum nazionale acqua pubblica per aver sostenuto la nostra battaglia, dando ad essa una importante visibilità nazionale. Era stato proprio il Primo Cittadino a scrivere, la scorsa estate, una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Governatore della Calabria ed al Prefetto di Cosenza. In essa si contestavano contenuti e metodi della diffida dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico. Secondo quest’ultima, in pratica, le tariffe idriche applicate a Saracena erano da considerarsi troppo basse. Se ne chiedeva, pertanto, un adeguamento al rialzo. I cittadini di questa comunità – protestava immediatamente il Sindaco – corrispondono una tariffa che non prevede utili per il comune né costi finanziari aggiuntivi alle sole quote di ammortamento di eventuali mutui. Perché l’acqua da noi è effettivamente pubblica! Ed ecco perché – continuava – le nostre tariffe sono ritenute scandalose dall’Autorità: prevedono solo costi reali di gestione. GAGLIARDI auspicava modifiche sia alla legislazione nazionale che a quella regionale, al fine – chiosava – di garantire la sopravvivenza di ambiti territoriali ottimali, già operanti sul territorio, nel rispetto di criteri di efficacia, efficienza ed economicità, ed in ossequio allo status giuridico previsto dalla Costituzione in materia di autonomia degli enti locali e della volontà popolare che si è espressa con il Referendum del 2011. Il 22 settembre scorso è la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri a trasmettere la richiesta del Sindaco di Saracena al Ministero dell’Ambiente perché avvii una istruttoria, conclusasi in un provvedimento per il Governo, definitivamente confezionato in una norma, l’Articolo 62, Comma 4, Lettera B), contenuto in un provvedimento straordinario ed urgente, cosiddetto omnibus, in tema di green economy. – La disposizione, approvata dal Parlamento (e che entrerà in vigore il 2 febbraio 2016), modifica il decreto legislativo n. 152 del 2006, prevedendo testualmente che: Sono fatte salve: b) le gestioni del servizio idrico in forma autonoma esistenti, nei comuni che presentano contestualmente le seguenti caratteristiche: approvvigionamento idrico da fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree naturali protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; utilizzo efficiente della risorsa e tutela del corpo idrico. Ai fini della salvaguardia delle gestioni in forma autonoma di cui alla lettera b), l’ente di governo d’ambito territorialmente competente provvede all’accertamento dell’esistenza dei predetti requisiti. – Tradotto: l’ATO Calabria dovrà solo verificare che a Saracena sussistano i requisiti richiesti.