Ad Armido Cario il Premio internazionale “Città di Castrovillari” “I d’Aquino in Calabria” primo classificato tra i saggi
Armido Cario si aggiudica la prima edizione del premio internazionale “Città di Castrovillari”, ideata e organizzata dai sodalizi culturali “Khoreia 2000” e “Mystica Calabria”, il cui scopo è quello di promuovere e diffondere la letteratura e l’arte in tutte le sue forme, evidenziandone i fermenti positivi.
La monografia I d’Aquino in Calabria ha ottenuto il primo premio tra i saggi. Ulteriore riconoscimento all’opera di Cario che, negli ultimi dodici mesi, ha fatto incetta di riconoscimenti letterari: nel 2016, si è affermato alla VI edizione del “Metauros” di Gioia Tauro ed ha ottenuto una menzione speciale al premio “F. Graziano” di Rogliano, grazie al racconto storico “Sogni e miracoli”. Ciò a conferma dello scrupoloso lavoro di ricerca condotto da Cario che, da anni, getta luce su vicende note ed ignote della storia meridionale. Docente, storico e saggista, Cario collabora con diverse riviste e aderisce alla Deputazione calabrese di Storia Patria, al Centro di ricerca sulle migrazioni di Rende ed all’Istituto calabrese per la Storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea.
La cerimonia di premiazione ha avuto luogo presso la Sala Consiliare castrovillarese, che ha ospitato finalisti e vincitori, provenienti dall’Italia e dall’estero. Padrone di casa Angela Micieli e Rosy Parrotta di “Khoreia 2000” e Ines Ferrante di “Mystica Calabria”, autorevoli ed instancabili promotrici di cultura. Rilevante, altresì, la presenza istituzionale, con gli interventi del consigliere provinciale Vincenzo Tamburi, di Domenico Lo Polito e Francesca Dorato, rispettivamente sindaco e vicesindaco della città del Pollino.
L’opera monumentale di Cario raccoglie ed analizza, in modo critico ed organico, il secolare, complesso ed autorevole capitolo dei d’Aquino in Calabria, proiettandolo nel contesto meridionale, italiano ed europeo ed analizzandolo in forma diacronica. Capitolo sul quale nessun autore, finora, aveva scritto in modo completo, sistematico e strutturato. Il saggio colma, quindi, un vuoto storiografico: non si tratta, a dispetto del titolo, di una semplice storia dinastica ma di un esame approfondito dei fenomeni sociali ed economici, verificatisi lungo l’asse secolare che va dal Duecento ai giorni nostri. È una ricerca a tutto campo, che si è nutrita di anni, di dedizione e di energie intellettuali, restituendo dignità e rilevanza ad atti, fascicoli, carteggi custoditi presso gli archivi di Stato, gli archivi parrocchiali e diocesani, nonché presso le Biblioteche Nazionali e l’Archivio Segreto Vaticano. Prezioso il contributo degli ultimi esponenti della casata aquinate, depositari di un prezioso patrimonio di conoscenze.
La valutazione della giuria, al contempo lusinghiera ed impegnativa, non può che suscitare emozione e soddisfazione: «L’apprezzamento, ricevuto al “Città di Castrovillari” corona gli sforzi scientifici e la pluriennale ricerca storica ma, soprattutto, proviene dalla mia Calabria. La vita o, meglio, la necessità di vivere e di realizzarmi mi ha allontanato dai luoghi che amo, facendo scaturire sentimenti contrastanti. Mi sovviene un inciso di Alvaro, uno dei narratori più profondi della nostra Calabria interna, per il quale la vita a San Luca “era così bella che la notte non dormivo aspettando il giorno che doveva venire”. Ecco! È così che mi sento. Lontano da casa, con un lavoro (seppur precario) che la mia terra non è capace di offrirmi ma nostalgico degli affetti, della “vita autentica” e semplice che ho lasciato. Il Premio colma, quindi, il vuoto della lontananza, mi riaccosta ad una terra lontana dagli occhi ma radicata nell’anima e sigillata nel cuore. Essere tra i vincitori della prima edizione, entrare negli annali di una manifestazione, destinata a consolidarsi ed a raggiungere più alte vette, è per me, emigrato intellettuale, motivo di ritorno e di orgoglio».