“Aeroporto Reggio: vento di tempesta e inerzia Istituzioni” Duro attacco del Comitato pro aeroporto dello Stretto
Tra qualche giorno sarà Natale ma le speranze dei calabresi di ricevere una buona notizia da parte dei rappresentanti istituzionali, purtroppo, non troveranno conforto. Dopo un anno di annunci, bandi ed intese, in tema di servizio di trasporto aereo, ci si aspettava che si potesse giungere alla fine del calvario, iniziato ad ottobre del 2016, e magari di viaggiare, da e per la Calabria, in linea con i livelli standard nazionali. Il reale stato dei fatti, offuscato dalla cortina fumogena creata dalle Istituzioni e dal presidente della Sacal, che si attribuisce meriti che stridono con la realtà, è sintetizzato nei punti seguenti:
a) L’aeroporto di Lamezia nonostante la destinazione di ingenti finanziamenti ed impegni di spesa, anche quest’anno non ha registrato un attivo in bilancio. Permangono, inoltre, procedure e zone d’ombra nella gestione della società, che hanno portato, nei mesi scorsi, all’avvio di un procedimento penale ed all’accesso di una commissione antimafia.
b) L’aeroporto di Crotone, dopo un anno di chiusura e la recente autorizzazione alla ripresa del servizio, non ha ancora alcuna convenzione con compagnie di linea e i cittadini per usufruire del servizio di trasporto aereo devono affidarsi ad un intermediario commerciale con i conseguenti deficit sulla sicurezza sulla continuità del servizio.
c) L’aeroporto di Reggio Calabria, quest’anno ha registrato uno dei dati di traffico passeggeri più bassi della sua storia. Il 2017 si chiuderà, infatti, con circa 385 mila passeggeri, risultato ben lontano dal picco di 607 mila viaggiatori, che si è registrato nel 2006, considerato, comunque, al di sotto del livello minimo di efficienza finanziaria previsto dalle normative di settore. Ci si chiede cosa sarebbe successo se il Comitato non avesse avviato la mobilitazione cittadina a partire dal 7 ottobre 2016. Quasi sicuramente l’aerostazione si sarebbe trovata nelle stesse condizioni di quella di Crotone. Peccato che i rappresentanti istituzionali crotonesi non abbiano colto l’invito ad unirsi alle attività di protesta prima che arrivasse la chiusura dello scalo, forse l’avrebbero evitata e, magari, unendo le forze, si sarebbero ottenuti migliori risultati per entrambi gli scali.
E’, pertanto, evidente che la situazione sia ben diversa da quella propagandata e che l’emanazione dei decreti per la continuità del servizio non sia attribuibile all’attuale presidente della Sacal o ai vari rappresentanti istituzionali di maggioranza e opposizione, tutti indaffarati ad autocompiacersi. Il merito per il DOVUTO intervento istituzionale va dato alle migliaia di cittadini che per ben due volte sono scesi in piazza pe rivendicare la garanzia dei livelli minimi dei servizi pubblici essenziali, grazie all’impegno costante di liberi comitati che li hanno sensibilizzati accendendo i riflettori su attività amministrative che in passato si svolgevano prevalentemente in sordina.
La decisione del Consiglio di Stato di rinviare il proprio pronunciamento sull’annullamento o meno del Bando di aggiudicazione del servizio di gestione degli scali calabresi ha provocato uno stallo su qualsiasi piano di sviluppo, mettendo in crisi la sicumera delle Istituzioni territoriali su una decisione favorevole alla Sacal.
Gli scenari che il rinvio delinea sono abbastanza foschi e gravidi di rischi e incertezze. Il Comitato, a più riprese, ha sollecitato la Prefettura di Reggio Calabria, la Città metropolitana, la Regione Calabria, la Sacal, l’ENAC, e anche l’ANAC a garantire la trasparenza e, soprattutto, ad avviare la costituzione di un tavolo propedeutico finalizzato a mettere in campo un piano di azione concertato, in modo da non farsi cogliere impreparati dopo la decisione del Consiglio di Stato. Il risultato è un totale silenzio da parte delle stesse Istituzioni. Non si comprende dove finisce l’arroganza e dove comincia l’irresponsabilità e l’incapacità di mettere in campo uno straccio di idea credibile e funzionale.
Sempre nel rispetto della trasparenza e nell’esclusivo interesse per lo sviluppo del sistema aeroportuale calabrese, si chiede al “loquace” presidente della Sacal, rappresentante di una società a partecipazione pubblica, di rendere noto il risultato del Bando per la ricerca di una società in grado di elaborare un piano industriale, assolutamente fondamentale per la gestione e la programmazione societaria. Sembra proprio il caso che gli Organi deputati al controllo diano un segnale di vita, poiché non è possibile che si gestiscano beni e risorse pubbliche come se si trattasse di una piccola bottega privata. In conclusione, si chiede una solerte e positiva risposta, soprattutto da parte della Prefettura, sulla richiesta dei tavoli istituzionali e sulla necessità di ottenere la chiarezza dovuta alla cittadinanza, base minima di democrazia.