Africo a rischio scioglimento, sindaco scrive a Mattarella Le parole di Francesco Bruzzaniti al presidente della Repubblica: "Il pregiudizio non puo' fermare la democrazia"
Francesco Bruzzaniti, giovanissimo sindaco di Africo, è stato eletto il 13 novembre 2016. Ha avuto meno di tre anni per provare a cambiare un paese che, dal 1951, ha il cuore che batte nel suo borgo montano, distante dai ritmi e dalla vita delle marine attorno, ferito e additato in troppe occasioni. La cittadina, all’epoca della sua elezione, veniva fuori da un commissariamento durato circa due anni, subentrato a sua volta all’ennesimo scioglimento.
«Per Africo” si è mostrata subito una lista coraggiosa, perché il coraggio – come sempre in questi casi – è nel raccogliere la sfida della candidatura e nel misurarsi con i percorsi virtuosi e austeri tracciati dai funzionari della Prefettura. Un duro banco di prova per un gruppo di giovani volenteroso ma nuovo ai percorsi amministrativi, e – proprio per questo – garanzia della svolta richiesta a gran voce dalle istituzioni: in forma e sostanza. Sarà stato un passaggio obbligato l’arrivo – lo scorso 21 gennaio – di una commissione d’accesso inviata dal Prefetto per prendere visione di tutti gli atti amministrativi prodotti dal Comune di Africo dal 2016 (un lavoro che si è concluso circa un mese fa), ma è stato pur sempre un atto di sfiducia pubblica, che ha scavato ferite – tra l’altro già aperte – e che ha lasciato il segno. Per questo motivo il Primo cittadino, oggi in attesa della decisione ministeriale riguardo al proseguimento o meno del suo mandato, ha invocato l’aiuto delle Istituzioni, scrivendo al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e al prefetto di Reggio Calabria. Il timore dell’Amministrazione è che il lavoro avviato e tracciato con fatica in questi tre anni possa andare perduto, perché il cambiamento ad Africo lo porteranno i giovani ma se saranno felici e se potranno ancora credere nella Giustizia».
«Chiediamo che si tenga alta l’attenzione sui ragazzi di Africo, che venga data loro occasione di riscatto come in altre comunità, che abbiano strumenti adeguati per costruirsi un futuro diverso da quello dei loro padri, e che questo sia sereno e ambizioso. Chiediamo che vengano seguiti – così come vorremmo continuare a fare – a livello scolastico, sportivo e sociale». Africo, per essere giudicato, dovrebbe prima essere compreso. «Abbiamo chiesto alla Commissione d’accesso, che proprio in questi giorni ha consegnato la sua relazione al Prefetto, di valutare la nostra situazione tenendo conto delle condizioni economiche e sociali da cui parte il paese». E nell’ultimo, amaro appello i membri del Consiglio comunale chiedono «di essere giudicati personalmente per quanto fatto e non condannati a priori per sospetti o parentele. Africo è un piccolo paese con un alto tasso di pregiudicati, ma questo non può fermare la democrazia».