Agenti monomandatari non da parificare ai dipendenti La Fiarc espone alla Camera dei Deputati la sua preoccupazione per la scarsa tutela degli agenti di commercio
La Federazione Italiana Agenti e Rappresentanti di Commercio (FIARC) è stata in audizione alla X^ Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati per proporre Iniziative normative volte alla tutela della figura professionale dell’agente di commercio rispetto alla Risoluzione C.7/00703 che – a nostro avviso – incorre in un possibile errore perché considera, la natura monomandataria di un contratto di agenzia presupposto certo di un rapporto non già di collaborazione, ma di effettiva subordinazione.
FIARC invita a tener presente due fattori: gli agenti e le agenzie con contratto monomandatario risultano soltanto il 17% dell’intera popolazione di imprese del settore e che tra queste imprese vi sono società di persone e di capitale. Quindi, non soltanto persone fisiche, ma anche persone giuridiche ( oltre 40.000 agenti/imprese)
In molti casi la scelta di modifica del contratto da monomandatario a plurimandario è sostanzialmente, e spesso, motivata dalle difficoltà del conto economico dell’agente e soprattutto da una flessione dei ricavi, quasi mai per un’eccedenza dei costi sostenuti.
Un problema oggi esiste, e in questo particolare momento economico è anche grave, e per affrontarlo dovremo però guardare – in modo particolare – a tutto un proliferare di varie forme “subdole” di contratto – tentata vendita, procacciatori, consulenti.
L’attenzione va posta quindi, al fiorire di tutta questa gamma di contratti personalizzati, in contrasto con gli Accordi Economici Collettivi e con le stesse norme in materia di intermediazione sanciti dal Codice Civile, tra cui spicca la formula del procacciatore, che, visto anche il perdurare della crisi economica, rischiano di incentivarsi anche a fronte di una non più adeguata politica fiscale che alla fine non inquadra più in modo aderente alla realtà lavorativa le imprese di intermediazione.
Dove si pone invece l’attenzione sul tema della subordinazione, con la proposta del “reddito minimo lordo” che introduce criteri di valutazione del compenso non più di natura provvigionale ma di “retribuzione minima garantita”.
Ma si evidenzia anche un altro significativo dato – che poi è la peculiarità di fare questa professione oggi e cioè che si fa essa stessa impresa, per cui agente e casa mandante sono sempre più legati dalla necessità di avere un confronto paritario e un comune agire per poter reggere alle nuove e impegnative sfide del mercato.
Proprio sulla base di queste considerazioni e a fronte di uno scenario economico di questo tipo che agire su schemi che prevedano un minimo garantito a favore dell’agente appare, per la FIARC, incoerente con lo stato delle cose, per non dire che si potrebbe sancire la fine stessa di questa professione.
Occorre quindi, per la FIARC, affrontare il problema della cosiddetta “subordinazione” nei giusti termini, e cioè nel rispetto degli accordi tra le parti e non inquinando la discussione con fuorvianti richiami al lavoro dipendente.
Per noi, asserisce Nino Marcianò – Vice presidente Nazionale FIARC – quindi, il confronto su queste tematiche, dovrebbe rimanere nella disponibilità delle imprese sia essa di parte agente che di parte mandante.
La politica da parte sua può fare molto invece per garantire una difesa dei livelli attuali e la crescita professionale a questa categoria avviando una profonda riforma della politica fiscale che riguarda gli agenti e rappresentanti di commercio per quello che sono oggi.
A partire ad esempio dalla deducibilità (100%) delle spese di acquisto o leasing per l’autovettura; estendere gli sgravi fiscali sull’utilizzo del carburante previsto per gli autotrasportatori anche agli agenti commercio e prevedere facilitazioni per le aggregazioni degli agenti in rete di impresa.
Siamo quindi interessati ad un tavolo di confronto tra tutti i soggetti e i Ministeri competenti per avviare una riflessione a 360 gradi su questa professione in grado di proporre una riforma fiscale e sistemica di questa attività, cominciando dal rispondere ad una prima domanda: l’agente deve essere considerato un libero professionista o un imprenditore?
Dalla risposta a questa domanda e dall’eventuale definizione e/o mutamento della qualifica e dei conseguenti requisiti professionali – con una radicale riforma della legge 204/1986 – ne discenderebbe anche una diversa applicazione delle norme tributarie.
La FIARC si propone quindi di coltivare proprio questo ambizioso obiettivo: porre al centro dell’attenzione delle politica e delle istituzioni una grande riforma per tutto il settore dell’intermediazione commerciale.