“Agguato Seminara: protezione per Nicolay e famiglia” Nota di Giovanna Campolo, garante per l'infanzia e l'adolescenza di Reggio Calabria
“Quanto accaduto a Seminara è sconvolgente e impone una seria e attenta
riflessione circa la condizione di grave rischio a cui è esposto il mondo
dell’infanzia nel territorio reggino. La ferocia della ‘ndrangheta che non
conosce alcun freno, nemmeno di fronte al volto inerme di un bambino, è lo
specchio di un contesto socio-territoriale che tarda ancora a guarire dal
cancro della criminalità e che necessita di misure specifiche rivolte alle
fasce più deboli ed esposte della popolazione”. E’ quanto afferma il
Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Reggio
Calabria, *Giovanna Campolo*, in relazione a quanto accaduto a Seminara
dove nel corso di un agguato di ‘ndrangheta, è rimasto gravemente ferito
Nicolay, un bambino di 10 anni figlio di una coppia di bulgari che vive
nella zona.
“Ci stringiamo attorno al piccolo Nicolay e alla sua famiglia – prosegue il
Garante dei diritti dell’infanzia reggino – nella speranza che le
condizioni di salute del bimbo possano presto migliorare. Al contempo
ritengo che sia necessario avviare un approfondito confronto in sede
istituzionale in materia di tutela dei minori e dei loro familiari che
vivono in condizione di rischio e di disagio sociale e psicologico in
seguito ad eventi traumatici di questa portata. Occorre, in particolare, –
evidenzia la dottoressa Campolo – accanto ai dovuti strumenti di tutela
dell’incolumità individuale, definire un piano di intervento
socio-assistenziale, sorretto anche da azioni personalizzate, in grado di
sostenere minori e famiglie nel complesso percorso di accompagnamento verso
una condizione di stabilità ed equilibrio psichico, come nel caso del
piccolo Nicolay. In questa direzione – aggiunge il Garante dell’infanzia di
Reggio Calabria – il mio ufficio offre da subito piena disponibilità ad
ospitare un tavolo di lavoro che ponga al centro questo tipo di
problematiche, con il coinvolgimento delle autorità preposte e di tutti gli
attori sanitari e sociali competenti in materia. Sono inoltre convinta, –
conclude la dottoressa Campolo – che nel territorio reggino occorra una
vasta e capillare azione preventiva che affronti con decisione la questione
della povertà educativa e culturale che, ad oggi, continua a rappresentare
una delle principali emergenze, in un contesto territoriale ancora troppo
carente di spazi e strutture adeguati destinate ai più piccoli e in cui
attivare percorsi e azioni efficaci sul piano culturale e formativo”.