“Agricoltura come fonte d’impresa” a “Piria” Rosarno L'istituto orienta i giovani
Agricoltura come fonte d’impresa, l’IPSASR di Rosarno orienta i giovani “Agricoltura come fonte d’impresa” è questo il tema portante che lega la scuola alle istituzioni, l’istruzione all’impresa, nell’ottica della creazione di una rete che unisca gli attori di un territorio difficile, come quello rosarnese, dove insiste una realtà scolastica all’avanguardia e aperta all’innovazione e alla formazione, diretta dalla D.S. prof.ssa Mariarosaria Russo, portavoce di un cambiamento radicale e asservito solo alle leggi della legalità, integrazione, accoglienza, opportunità per tutti. I portavoce del cambiamento sono i giovani,ha esordito il consigliere regionale on.le Giuseppe Pedà, proprio i giovani di una scuola che vuole orientare i futuri studenti verso l’acquisizione di un know-how che fornisca dei meri strumenti validi alla realizzazione dei loro sogni e delle loro aspettative.
Il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà lancia la sfida dell’abbattimento di un muro di individualismi che lasci spazio al pluralismo tradotto dall’uso del pronome “noi”, una sfida colta dalla preside Russo attorno a un prestigioso tavolo tecnico che diventa un parterre allestito all’uopo per spiegare ai tanti studenti convenuti cosa c’è di buono e di unico nella nostra terra. Una terra, considerata dal preside Eburnea, ricca di professionalità e di opportunità, una terra magica dove ogni vincolo può trasformarsi in risorsa, opportunità e professionalità. E’ sul concetto di risorsa che la preside Russo, fa riflettere i ragazzi presenti nell’auditorium, una risorsa, quella custodita dalla piana di Gioia Tauro, che trae linfa e vigore dall’agricoltura, attraverso cui si possono abbattere dei topos che etichettano questo territorio ai consueti luoghi comuni negativi e avvilenti, la cui risposta più pulita è stata fornita dalla scuola con l’Olio delle Legalità dedicato alla memoria del giudice “Rosario Livatino”.
Il Direttore Generale del Dipartimento di Agricoltura e Risorse Agroalimentari, Giacomo Giovinazzo, ha introdotto i lavori presentando i pregiatissimi imprenditori calabresi, esempi emblematici di sacrificio e volontà, ovvero di quegli ingredienti fondamentali per far sì che l’agricoltore diventi un imprenditore e che porti avanti dei concetti di crescita qualitativa del settore, pur preservando la tradizione che continua ad essere l’asso vincente della nostra regione. Giovinazzo sottolinea sì la necessità di innovarsi nella tradizione, ma anche di diversificare le colture, creare rete e impresa, così come hanno fatto tanti imprenditori. Tra questi, la testimonianza del marchese Pierluigi Taccone che fa un appello ai politici affinché la “sindrome Calabria”, ovvero il fatto di non essere valorizzati al sud così come avviene di consueto al nord, passi da “rassegnazione” a “spirito di sopravvivenza”. “Lavoro in rete” è il leitmotiv di Mario Grillo, l’imprenditore della “Fattoria Bio”, azienda fiore all’occhiello della Sila, che da banchiere è divenuto imprenditore agricolo aprendo, semplicemente, le porte delle fattorie calabresi ai turisti.
Lottare contro l’asprezza di un territorio difficile, è il monito lanciato dalla preside Russo, la quale ha invitato Nino Cento a raccontare la sua esperienza di imprenditore “sotto scorta”, minacciato, e poi di agricoltore vincitore, il cui emblema è la mela “Zomarella”. Un’eccellenza del territorio della piana è Carmelo Basile, leader di un’azienda di livello internazionale, “La fattoria della Piana”, il quale riassume tutti i suoi sforzi e successi in un’unica frase “Volere è/e potere,”soprattutto se si impara a guardarsi dentro di noi, trasformando così ogni problema in risorsa. Lo stesso Vincenzo Capellupo, portavoce di PECCO, (Piazza Etica Calabria Contadina) ritiene che i prodotti made in Calabria e a Km-zero sono il punto di forza della sua azienda.
Dopo un confronto così acceso e propositivo, la preside Russo, assieme ai collaboratori dell’IPSASR, i docenti Messina Marcello e Gaetano Mercatante,in relazione al motto della giornata”dona a chi ami ali per volare,radici per tornare e motivi per rimanere”,ha proseguito i lavori alla scoperta di un percorso creato dai giovani studenti dell’istituto agrario nei laboratori adibiti alla valorizzazione e trasformazione dei prodotti tipici ,all’interno dell’azienda agraria e nel frantoio,dove già da qualche settimana si sta producendo l’olio Livatino. Solo attraverso una valida formazione, un incisivo confronto e un fattivo impegno, è possibile dare voce a un popolo e ad un territorio che ha ancora ha molto da dare in termini di progetti reali frutto di sogni.Tra i presenti le Associazioni di categoria,autorità civili e religiose e il maresciallo Schiava della locale tenenza dei carabinieri.