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TAURIANOVA (RC), VENERDì 10 GENNAIO 2025

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Al Museo archeologico nazionale della Sibaritide la mostra “I luoghi della memoria”

| Il 25, Giu 2014

Domani, alle 18, l’inaugurazione

Al Museo archeologico nazionale della Sibaritide la mostra “I luoghi della memoria”

Domani, alle 18, l’inaugurazione

 

 

Al Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, Alessandro
d’Alessio, Direttore ancorché vicario del museo, presenta al pubblico opere
inedite di Anna Romanello, in una mostra dal titolo ‘i Luoghi della
memoria’, opere fotografiche a tecniche miste.
In catalogo scrive Tonino Sicoli “…E’ così che i cretti formatisi nel fango
dopo l’allagamento degli scavi di Sibari nel gennaio del 2013 sono diventati
il simbolo di uno sgretolamento culturale e civile, il segno di ferite diffuse in
un patrimonio archeologico di rara bellezza. I cretti fotografati e
sovrastampati con xilografie da Romanello non hanno la serena
spettacolarità dei cretti di Alberto Burri, che pure citano. Sono, piuttosto,
“incisioni” naturali drammatiche, che non potevano passare inosservate alla
sensibilità di un’artista, che dell’incisione ha fatto la sua tecnica espressiva
preferita; (…) Gli scavi di Sibari sono il segno di una coscienza infelice, che invece di riportare alla luce i resti sepolti del
passato fa riemergere i fantasmi della distruzione. Le crepe nel terreno sono crepe dell’anima, che si ribella e opera col
ritocco fotografico una segnalazione visiva…”
“Un altro “luogo della memoria”” – afferma Mario Candido – “è l’oleificio dell’Insiti (…). L’oleificio, come primo impianto, fu
costruito dai “Sanseverino” perché lì esistevano secolari alberi d’ulivo piantati dai monaci basiliani.
Successivamente, razionalizzato dai “Compagna” ad oggi, la cappella con i due interventi grafici e la bottiglia vuota di olio
sono emblematici.”
Nel testo di Lori Falcolini: “… In Architettura incisa troviamo altri passaggi simbolici, tra un fuori e un dentro, che
scambiano continuamente il verso. Dentro una voragine in basso, la Romanello fa scendere una cascata bianca di segni. La
cascata inizia, nel cielo, da una discesa impetuosa di solchi azzurri che penetrano tra le rovine, ne riemergono mutando
forma e colore e infine si tuffano nella profondità misteriosa. Migrando dal cielo alla terra il segno dell’incisione si
alleggerisce, si fa invitante. Le sue incisioni sovrappongono segni, materiali, memorie di letture, studi, incontri, affetti…”
Anna Romanello, artista –performer dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, si trasferisce a Parigi dove
si specializza in grafica all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts. Durante il suo soggiorno in Francia espone in
numerose gallerie e partecipa al “II Manifeste du livre d’Artiste ” al Centre Georges Pompidou. L’artista ha inoltre esposto
presso l’Istituto Italiano di cultura di Vancouver e Vienna. Attualmente è Docente di Grafica d’Arte all’Accademia di Belle
Arti di Roma.
La ricerca grafica dell’artista iniziata a Parigi nell’Atelier 17 di S.W. Hayter, hanno consentito di rielaborare un linguaggio
artistico assolutamente originale e innovativo, fondendo grafica e fotografia ancora oggi in continua sperimentazione. Le
sue opere sono in numerose gallerie e collezioni pubbliche tra cui: The British Museum, Londra; Bibliothèque Nationale,
Parigi; Biblioteca Nazionale, Praga e Bratislava; Calcografia Nazionale, Roma; Biblioteca Nazionale Sormani, Milano;
Biblioteca Nazionale, Firenze; Galleria D’Arte Moderna, Bari; MAON-Museo dell’arte dell’Otto e Novecento “A.Capizzano”,
Rende.