Al via “Green Economy e beni confiscati – esperienze nella Placanica Factory” Il progetto destinato ai giovani dai 14 ai 35 anni
Saranno giovani tra i 14 e i 35 anni, i destinatari di “Green Economy e beni confiscati – esperienze nella Placanica Factory”, il progetto promosso da Arci Comitato Territoriale di Reggio Calabria, in qualità di soggetto capofila, assieme a Consorzio Terre del Sole, Cooperativa agricola sociale La Nostra Terra, Cooperativa CiSMe, Arci turismo, Associazione Artemide, Associazione Next e Comune di Melito Porto Salvo.
Il progetto, finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell’ambito dell’intervento “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”, mira alla diffusione della cultura della legalità coinvolgendo proprio le risorse presenti in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Otto microfasi distribuite in 18 mesi per realizzare ambiziosi obiettivi, in primis quello di incrementare le possibilità di accesso dei giovani in un mercato innovativo, quello della green economy. Per questo, il progetto vede la collaborazione di una rete di realtà da anni attive sul territorio della provincia reggina che, ognuno nel proprio ambito, accompagneranno i beneficiari in un percorso fatto di servizi educativi, aggiornamento professionale, didattico, ricreativo e turistico.
Nello specifico l’Arci, sul fronte della legalità promuoverà, anche quest’anno, i campi di lavoro nazionali e internazionali negli undici ettari di terra di Placanica, bene confiscato alla ‘ndrangheta messo a disposizione dal Consorzio Terre del sole, che ne è titolare tramite concessione cinquantennale da parte del Comune di Melito. La cooperativa agricola sociale La Nostra Terra metterà, invece, a disposizione le proprie risorse umane per tutte le attività che si svolgeranno nell’Ecofattoria come servizi ricreativi, educativi, animazione territoriale e sviluppo rurale mentre, la Cooperativa CiSMe coordinerà tutte le azioni formative esperienziali e il cantiere didattico.
“Il segnale che vogliamo lanciare – spiega Davide Grilletto, presidente Arci – è quello di un bene confiscato che diventi ancora di più produttivo in chiave sostenibile e soddisfi i bisogni occupazionali dei giovani nel segmento della green economy”.
Per farlo, i soggetti promotori, punteranno su un sistema che integri produzione agricola, ricettività rurale sociale, turismo consapevole e responsabile, educazione ecosostenibile sperimentale per le scuole e i giovani ma, anche enogastronomia, cultura e tradizioni.
“Giovani consapevoli e occupati in un bene trasformato in volano di sviluppo di un territorio, come il nostro, che dovrebbe puntare sulle produzioni agricole autoctone. Per noi – conclude Grilletto – è questa la sfida più importante”.