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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 GENNAIO 2025

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Aldo Alessio: “La rivoluzione copernicana di papa Francesco” L'ex sindaco di Gioia Tauro: "Comunque la pensiate a me, laico, questo Papa piace!"

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Negli anni passati quei pochi politici che hanno avuto la forza e il coraggio di denunciare e di non tacere di fronte alla presenza asfissiante e criminale dello strapotere mafioso sul nostro territorio sono stati accusati dagli avversari di aver voluto “criminalizzare” la Città e di aver costruito, ad arte, la propria fortuna politica (sic!) con le loro prese di posizioni antimafia.

Oggi, finalmente, è giunto in Calabria un uomo del quale nessuno avversario potrà mai dubitare sulla bontà delle sue parole additandolo di aver criminalizzato la Calabria. Quest’uomo è Papa Francesco, ha avuto il coraggio morale ed etico di pronunciare, in Calabria, parole pesanti come macigni, dure, forti e chiare contro la ‘ndrangheta:
“La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no. La Chiesa che so tanta impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo chiedono i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare”.
Fatta salva la testimonianza di Papa Giovanni Paolo II, che nel 1993 in Sicilia aveva tuonato contro la mafia, o dell’esempio dei preti uccisi per la loro attività antimafia, come don Pino Puglisi di Palermo e don Giuseppa Diana di Casal di Principe, nella storia millenaria della Chiesa, mai un Papa aveva scomunicato i mafiosi. Su queste dichiarazioni di Papa Francesco, pronunciate in terra di ‘ndrangheta, adesso noi tutti dovremmo riflettere: cattolici e laici, indistintamente, e agire di conseguenza sul valore del loro significato rivoluzionario con coraggio e forte determinazione per trasformare in meglio la società nella quale viviamo. Adesso cambia tutto! La rivoluzione copernicana democratica è già cominciata! Credenti e non credenti dovranno fare delle scelte chiare, univoche ed unitarie ed essere coerenti tra ciò che si professa ed il loro agire quotidiano nella società civile. Le forze politiche, sociali, economiche, imprenditoriali, le associazioni culturali e religiose, la società civile nella sua interezza, dovranno schierarsi apertamente contro questa “adorazione del male” rappresentata dalla ‘ndrangheta e la criminalità organizzata e sostenere, difendere e tutelare quei pochi “testimoni di giustizia” che con le loro coraggiose denunce hanno consentito di avere una maggiore conoscenza sulla mafia e di far celebrare i processi. Costoro non potranno più essere lasciati soli per essere abbandonati al loro destino come se la loro denuncia non riguardasse anche la difesa della libertà di noi tutti. Alle parole forti del Papa dovrebbero seguire altrettanti azioni forti, concrete, incisive e coerenti anche all’interno della stessa Chiesa. Ad esempio è giunta l’ora che vengono rimosse, all’interno di alcune Chiese i simboli del potere mafioso, come le targhe affisse in alcune colonne in memoria di donazioni fatte alla Chiesa da parte dei mafiosi e che andrebbero tutte rifiutate e cancellate. I mafiosi non possono tenere in una mano il “Vangelo” e nell’altra impugnare contemporaneamente la pistola con la quale sparano per uccidere, arrogandosi un presunto diritto di vita e di morte sulle persone e che non appartiene sicuramente a loro. La politica dovrebbe ritornare al suo stato “puro” per ridiventare l’agire, la polis, per trasformare il mondo. Noi tutti, dopo le pesanti parole del Papa, dovremmo prendere atto che la ‘ndrangheta, con le sue azioni criminali, con i soprusi, le angherie, i ricatti, le intimidazioni esercitate con il suo esercito di fuoco e le sopraffazioni, ha mostrato il suo vero volto, non certamente quello di una presunta “onorata società”, ma quello di un antistato crudele, violento e vigliacco, in rappresentanza della “società del disonore”, della vergogna e della barbarie che non potrà mai offrire ai giovani un avvenire radioso e un futuro. La ‘ndrangheta è fonte di regresso sociale, civile, economico e culturale, che sottrae ingenti risorse economiche alla collettività impoverendola ed impedendo, di fatto, la creazione di nuovi posti di lavoro e uno sviluppo ordinato, armonico ed ecosostenibile del territorio, rubando e sottraendo ai giovani anche il loro futuro. Ogni anno la mafia, in Italia, si arricchisce sempre di più, l’economia criminale ha un giro di affari di circa 180 miliardi di euro all’anno sottratti all’intera comunità. Una attività illegale e criminale che pur di far soldi non guarda in faccia nessuno, e non risparmia nemmeno l’aria, l’acqua, l’ambiente ed il territorio nel quale loro stessi vivono inquinandolo attraverso l’interramento di rifiuti tossici, nocivi e radioattivi.
Personalmente rimango dell’idea che la ‘ndrangheta e il malaffare sono entrambe figli della “cattiva politica”. Pertanto, oggi più di ieri, si pone il problema della buona e sana politica in grado di risollevare le sorti del Paese, e quindi si ripropone il problema della “questione morale” esattamente così com’è stata sollevata sin dal 1981 dall’allora storico segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer. I partiti politici non dovrebbero più occupare le Istituzioni e dovrebbero ritornare a svolgere il compito che la stessa Costituzione Repubblicana ha ad essi assegnato: programmare lo sviluppo socio-economico del Paese e formare e selezionare la nuova classe dirigente. Gli onorevoli dovrebbero “onorare” con la loro presenza nel Parlamento il Popolo Italiano, e i pubblici amministratori dovrebbero difendere e tutelare il bene comune. Diciamo delle ovvietà, ma che tali non sono nel nostro “Sistema Italia”. La Calabria, così come l’Italia, è una terra ricca e variegata nella quale tutti potremmo vivere bene e meglio se solo avessimo amministratori onesti e puliti. Riappriopriamoci del nostro futuro diventando cittadini attivi e partecipi alle scelte del Paese, per scrivere con le nostre stesse mani una nuova pagina di storia migliore e diversa da quella che abbiamo conosciuto. Papa Francesco con il suo esempio ci ha insegnato che è possibile costruire un mondo nuovo e migliore. La rivoluzione copernicana democratica è già cominciata! Difendiamola!