Alfredo Beniamino Ammiragli: Sono stato danneggiato dal giudice Petrini, da Santoro e dall’avv. Saraco Col tentativo di corruzione del giudice Loredana De Franco. Ammiragli è difeso dall'avvocato Antonino Napoli
Riceviamo e pubblichiamo
Sulla stampa, sia online che cartacea, sono apparsi una serie di articoli in cui risulterebbe che tra gli indagati dell’operazione Genesi, che ha portato, tra gli altri, agli arresti del magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini e dell’ex consigliere regionale Pino Tursi Prato, ci sono anche Lorenzo Catizone, fratello di Eva, ex sindaco di Cosenza, e sua madre Virginia Carusi in merito ad un tentativo di corruzione nei confronti del giudice Loredana De Franco, moglie di Catizone, che non figura tra gli indagati.
Il tentativo di corruzione non sarebbe andato in porto poiché le condanne agli imputati sono state tutte confermate.
Dalle notizie apprese emergerebbe che l’avv. Francesco Saraco è accusato dai giudici di Salerno di aver consegnato ad Emilio Santoro, faccendiere del giudice Marco Petrini, un assegno di 100.000 Euro per aggiustare, in Corte di Appello a Catanzaro, un processo nei confronti della locale di Guardavalle, e precisamente a favore del clan Gallelli, denominato Itaca Free Boat.
Tra gli imputati del processo Itaca Free Boat, condannati in sede di appello, vi è Beniamino Alfredo Ammiragli accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso per la presunta pressione esercitata da Ranieri, Gianfranco Gregorace, Alfredo Ammiragli e Antonio Saraco alla società Salteg con l’obiettivo di sostituire nell’accordo per la gestione del porto di Badolato da parte di Pietro, Salvatore e Antonio Ranieri (classe 1978), della Ranieri Cantieri Nautici con Antonio Ranieri (classe 1953), della Ranieri Boat.
Senza entrare in questa sede nel merito dell’accusa, nei confronti della quale tuttavia Alfredo Beniamino Ammiragli si è sempre proclamato innocente non conoscendo alcun membro della famiglia Gallace di Guardavalle nè dei Gallelli di Badolato o dei Saraco, lo stesso, tramite il suo difensore, l’avvocato Antonino Napoli, ha voluto evidenziare che “seppur con la limitata conoscenza degli atti che ne deriva dalla parziale pubblicazione da parte della stampa e consapevole che i fatti dovranno avere ancora un’adeguata valutazione nel rispetto dei principi che sovraintendono all’accertamento della verità processuale, auspica che la Procura della Repubblica di Salerno possa fare quanto prima piena luce sui fatti emersi che lo hanno danneggiato e da cui ne prede le distanze rimanendo ancor oggi – nonostante tutto – fiducioso nella giustizia e nell’opera della magistratura”.
“Per queste ragioni”, prosegue, Alfredo Beniamino Ammiragli “ho chiesto di essere sentito dalla Procura di Salerno”.