Alitalia lascia l’aeroporto di Reggio Calabria? Scoppia la polemica politica Situazione disastrosa dello scalo "Tito Minniti"
DICHIARAZIONE GIUSEPPE PEDA’
La notizia che Alitalia potrebbe lasciare il “Tito Minniti ” non può essere trattata con superficialità, l’aeroporto dello stretto è una preziosa Infrastruttura di Reggio Calabria ma anche di tutta la città Metropolitana .
Domattina chiederò al Sindaco Metropolitano una convocazione urgente dell’assemblea dei sindaci per porre rimedio a questa grave perdita di collegamenti aerei che ci porterebbe al definitivo isolamento col resto della nazione.
DICHIARAZIONE DEPUTATA FEDERICA DIENI
«L’attuale situazione dell’aeroporto di Reggio Calabria dimostra che non c’è limite al peggio e mette in luce le gravissime e imperdonabili colpe della politica regionale e reggina, capace di far scappare perfino l’ex compagnia di bandiera».
È quanto dichiara la deputata del M5S Federica Dieni.
«Alitalia – prosegue la parlamentare – avrebbe infatti dichiarato la volontà di non volare più dal “Tito Minniti”, a partire dalla prossima settimana, a causa delle perdite accumulate nel corso del tempo. Se la notizia fosse confermata, assisteremmo al de profundis per uno scalo già costretto ad affrontare la crisi irreversibile della Sogas ma soprattutto per un’intera città che risulterebbe tagliata fuori dal resto d’Italia e d’Europa. Per non parlare delle 50 famiglie dei dipendenti in servizio all’aeroporto che si ritroverebbero in mezzo a una strada dall’oggi al domani e del mancato indotto legato allo stop ai voli, che metterebbe in ginocchio una città già fiaccata dalla stagnazione economica».
«L’addio di Alitalia – aggiunge Dieni – è tanto sconcertante quanto incomprensibile, dal momento che i collegamenti con Roma e Milano registrano quotidianamente un gran numero di passeggeri. Dunque, sarebbe impossibile per il presidente della compagnia, Luca Cordero di Montezemolo, usare la scusa delle perdite economiche per giustificare la scelta di lasciare il “Tito Minniti”».
La deputata osserva ancora: «Quanto sta accadendo in Calabria in queste ultime settimane è, infatti, oltremodo sospetto. Prima il fallimento di Sogas, poi la chiusura dell’aeroporto di Crotone e infine l’ultima mazzata di Alitalia che vuole andar via da Reggio. Se volessimo essere maliziosi, potremmo pensare che dietro a tutte queste manovre inedite esista un piano oscuro ma comunque ben studiato per favorire interessi inconfessabili. Ed è sintomatico, a tal proposito, il fatto che venerdì scorso il governatore Oliverio abbia irresponsabilmente disertato l’incontro convocato a Roma con l’ex compagnia di bandiera».
«Noi – sottolinea Dieni – dobbiamo in ogni caso rimanere ancorati ai dati di fatto, che dicono una cosa sola: la politica messa in atto dallo stesso Oliverio, dal sindaco di Reggio Falcomatà e dal presidente della Provincia Raffa ha ampiamente fallito il suo compito, visto che oggi ci ritroviamo con un aeroporto sull’orlo della chiusura malgrado i loro continui annunci e le loro ipocrite promesse».
«La speranza – conclude l’esponente 5 stelle – è che, almeno adesso, i responsabili di questa situazione si attivino con ogni mezzo per evitare anche questo fallimento. Ammesso che lo vogliano».
ALESSANDRO NICOLO’ (FORZA ITALIA)
“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Il richiamo a Tito Livio, sul destino incombente, calza, purtroppo, in maniera efficace per le sorti dell’aeroporto ‘Tito Minniti’”.
Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò.
“Le preannunciate decisioni di Alitalia di abbandonare lo scalo reggino, a pochissimo tempo dall’approvazione del Piano regionale dei Trasporti – afferma Nicolò – ha scombussolato il centrosinistra calabrese che, Oliverio in testa (così parrebbe dalle notizie di cronaca..), è a Roma per chiedere lumi al ministro Del Rio dopo sonnacchiosi periodi e rassicuranti dichiarazioni, autori, primi fra tutti, i consiglieri di centrosinistra della provincia di Reggio Calabria. Colti di sorpresa? O non tenuti in conto?
Lo vedremo da qui a qualche giorno.
“In Consiglio regionale si è parecchio dibattuto sul costruendo aeroporto della Sibaritide, sull’aeroscalo di Praia a Mare, sul rafforzamento del ruolo centrale di Lametia Terme, ma nessuno ha pensato all’esistente, agli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone, operativi e non da realizzare, il cui funzionamento è messo seriamente in discussione, e non solo dal vettore ex nazionale, ma dall’inconsistenza politica di questa Giunta regionale i cui rappresentanti farebbero meglio a ripassare la lezione prima di affrontare programmi televisivi molto impegnativi”.
“L’aeroporto della Città Metropolitana – prosegue Nicolò – denuncia da tempo una situazione insostenibile dal punto di vista dei costi finanziari e della capacità di varare un vero piano industriale in grado di sostenerne il rilancio. Da parte mia non vi è alcuna intenzione di giustificare le responsabilità di chi ha condotto il ‘Tito Minniti’ in queste condizioni, ma non si può neppure tacere, altrimenti si diventa complici di disegni che guardano altrove, e l’aeroporto non può chiudere a causa dell’inanità del governo regionale di centrosinistra e del sindaco della Città Metropolitana. I consiglieri regionali di maggioranza non possono fare la figura di chi sta cascando dal pero ma assumere ogni iniziativa, seguendola con puntualità, su quanto sta avvenendo ai danni di Reggio Calabria. Possiamo discutere e polemizzare quanto vogliamo – dice ancora Alessandro Nicolò – ma la chiusura del ‘Tito Minniti’ non appare molto aleatoria e la rinuncia di Alitalia a volare da e per Reggio Calabria non è una minaccia ma una concreta ipotesi. Alitalia, intanto, continua ad occupare gli slot migliori, qui e a Milano Linate, anzi, ha trasferito il volo mattutino delle 6,15 con rientro notturno alle 23,30 da Reggio a Lametia Terme, una decisione gravissima che ha ulteriormente affossato il traffico passeggeri, soprattutto quello di origine siciliana. Ma non solo – rileva il capogruppo di Forza Italia – ha tolto ai reggini un’opportunità di raggiungere in orari decenti Milano, tra cui molti imprenditori e tante persone con disabilità, adesso costrette a pernottare obbligatoriamente nella città meneghina con notevole aggravio di costi. Se i consiglieri regionali di centrosinistra e il presidente Oliverio – continua Nicolò – preferiscono rimanere ‘usi ad obbedir tacendo’, ebbene, noi non possiamo accettare simili conclusioni. Oliverio e la sua maggioranza…silenziosa – dice ancora Alessandro Nicolò – dicano ai reggini cosa faranno per scongiurare la chiusura del ‘Tito Minniti’, perché di questo di tratta, e non continuino con il loro atteggiamento dilatorio ed inconcludente a continuare a scavare la fossa all’Aeroporto dello Stretto. I tecnici della giunta Oliverio contribuiscano con i loro saperi a dare indicazioni operative, prospettive da raggiungere, congiunture in grado di non bloccare l’operatività dello scalo di Reggio Calabria, altrimenti si dimettano! Reggio Calabria – conclude Alessandro Nicolò – non è una città che può pazientare a lungo e Oliverio, da politico navigato qual è , se ne dovrebbe preoccupare più di ogni altro. Oggi a Roma, speriamo sia così, incontreranno il ministro Del Rio, non una ‘seconda fila’, ma un esponente di primo piano del Governo Renzi, quindi, in grado di dire una parola chiara sul ‘che fare’. Che Alitalia spa continui ad operare a Reggio Calabria è certamente importante, ma adesso il mercato del trasporto aereo offre sicuramente numerose alternative. Personalmente sono convinto dell’idea che Alitalia resti operativa su Reggio Calabria, cambiando orari e con una politica dei prezzi piu’ ‘umana’. Adesso però la parola tocca alla politica, a chi governa ed è in grado di decidere”.
FILT CGIL
Sono quattro le questioni di fondo che interessano la crisi drammatica dell’Aeroporto dello Stretto.
La prima è una comunicazione ancora “non comunicata” circa l’intenzione di Alitalia di sospendere i voli da e per Reggio Calabria. A questa intenzione deve rispondere, come sta facendo, la Giunta Regionale ed il suo Presidente Oliverio assieme al Sindaco Falcomatà che devono pretendere dal Governo e dal Ministro Del Rio risposte certe sulla permanenza a Reggio della ex Compagnia di bandiera e, in questo momento, sulla sospensione dell’eventuale decisione di Alitalia. Dal canto nostro, su questa vicenda, abbiamo già chiesto l’attivazione di un tavolo nazionale con Alitalia ed il Governo. Appare del tutto ovvio, infatti, che una decisione così forte non possa essere assunta da una sola parte e “comunicata” senza un confronto con le Istituzioni.
La seconda questione è relativa al sistema di mobilità nel suo complesso soprattutto per una regione come la Calabria ed una città come Reggio che è stata penalizzata negli anni da politiche nazionali sbagliate e che hanno frenato lo sviluppo della nostra terra, dal trasporto ferroviario a quello portuale fino al sistema aeroportuale. E’ il punto di fondo di scelte antimeridionali che non possono essere più accettate e che devono trovare risposte forte e autorevoli da parte dei governi locali e una più decisa determinazione da parte della deputazione calabrese. E’ così difficile trovare unità su questo?
Ma è la terza questione, proprio per l’emergenza che viviamo, che ci preoccupa di più. Il dramma del Tito Minniti oggi è rappresentato dal rischio della chiusura non per le eventuali scelte di Alitalia, che devono essere contrastate, evitate e discusse ad un tavolo nazionale, ma dalle scelte insensate di una gestione societaria che ha portato al fallimento della Sogas e che noi abbiamo sin dal 2012 con forza denunciate e rese pubbliche. Non si deve dimenticare, infatti, che dal 3 ottobre si è passati prima alla nomina del liquidatore della Società e poi dal 24 ottobre al Collegio della Curatela Fallimentare stabilito con decisione del Giudice e con la possibilità di un esercizio provvisorio di soli tre mesi in virtù dell’impegno assunto dalla Provincia di Reggio Calabria di destinare 696 mila euro.
La domanda che poniamo adesso è dunque: queste risorse sono state già devolute alla Curatela? Se i 696mila euro non sono stati ancora versati alla Curatela vogliamo capirne il motivo, perché, nell’emergenza di questi giorni, è proprio questa mancanza di liquidità che rischia di far chiudere lo scalo dello stretto. E se l’esercizio provvisorio venisse revocato non solo Alitalia ma qualsiasi altra compagnia non potrebbe operare dallo scalo reggino. Inoltre, dobbiamo ricordare che siamo nella fase di affidamento ad altra società della concessione trentennale dell’aeroporto ed una eventuale chiusura dello scalo, in mancanza del rispetto dell’impegno assunto dal Presidente della Provincia Raffa, potrebbe avere l’effetto devastante anche di un disimpegno della società vincitrice.
E’ proprio questa mancanza di chiarezza il dramma che sta vivendo il Tito Minniti. E allora ognuno faccia la propria parte per le proprie responsabilità.
Infine, il quarto motivo, per noi fondamentale, è che ci sono in discussione quasi 200 posti di lavoro, un centinaio relativi a Sogas SpA e Sogas Service, 50 di Alitalia ed il resto diviso tra il personale dell’indotto aeroportuale.
Qui sta il punto vero delle scelte che in queste ore si devono compiere. E il fatto che la Curatela fallimentare non è un “organo” politico deve indurre tutti a non nascondersi dietro un dito ma ad affrontare finalmente questa questione responsabilmente e senza barare.