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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Alitalia non vuole fare scalo a Reggio, l’appello della politica Il garante Marziale e il sindaco Falcomatà si fanno portavoce del giovane reggino che chiede alla compagnia aerea di non abbandonare l'aeroporto cittadino permettendo così ai fratelli di poter continuare a curarsi a Bologna

Alitalia non vuole fare scalo a Reggio, l’appello della politica Il garante Marziale e il sindaco Falcomatà si fanno portavoce del giovane reggino che chiede alla compagnia aerea di non abbandonare l'aeroporto cittadino permettendo così ai fratelli di poter continuare a curarsi a Bologna
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“Faccio mio l’appello di un minorenne di Reggio Calabria, Daniele Chiovaro, e dei suoi due fratelli, anch’essi in età evolutiva, affetti da distrofia muscolare, che tramite un video su facebook rivolgono alle autorità preposte e alla compagnia aerea Alitalia l’appello a non abbandonare lo scalo aeroportuale della città perché sarebbe per loro impossibile raggiungere agilmente Bologna per le cure che devono effettuare”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria che aggiunge: “Sono stati alcuni utenti del popolare social network a segnalarmi il video e – aggiunge Marziale – in casi del genere le norme mi consentono di poter pubblicare le identità dei minori anche per agevolare presso l’opinione pubblica una presa di coscienza, che auspico tocchi prima di chiunque altri la volontà dei politici e dei manager chiamati a dirimere la triste situazione”. Il Garante conclude così: “La politica la deve smettere di impantanarsi in contrapposizioni di bottega, perché dietro alla corsa di chi ha fatto bene e meglio esistono problemi che non possono aspettare e quando i problemi toccano i bambini ogni perdita di tempo è un crimine. Assicuro a Daniele e ai suoi fratellini il mio massimo impegno a divulgare presso le istituzioni il loro appello”.

GIUSEPPE FALCOMATA’ (SINDACO REGGIO CALABRIA)

«Lo scalo di Reggio Calabria non è una tratta come le altre. Alitalia rivaluti la paventata ipotesi di abbandonare l’Aeroporto dello Stretto, sarebbe un colpo mortale per il Tito Minniti e per lo sviluppo dell’intero comprensorio metropolitano. I collegamenti aerei da e verso la nostra Città rappresentano un tassello fondamentale per la garanzia della continuità territoriale, diritto sancito costituzionalmente che non può essere affrontato esclusivamente sotto il profilo economico. Ci sono questioni sociali che vanno tenute in considerazione, a partire dagli aspetti sanitari e dal diritto alla mobilità delle persone disabili». E’ quanto dichiara il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà respingendo l’ipotesi di chiusura delle tratte Alitalia sullo scalo di Reggio Calabria.

«Ho ascoltato con attenzione l’appello del nostro giovane concittadino Daniele Chiovaro, e dei suoi fratelli Simone ed Emanuele, tre ragazzi affetti da distrofia muscolare, che rivolgendosi alla ex compagnia di bandiera italiana hanno chiesto attraverso un video messaggio pubblicato in rete che i voli per Reggio Calabria non vengano cancellati. La loro voce non può rimanere inascoltata. I vertici di Alitalia ed il Governo tengano in considerazione gli importanti aspetti sociali collegati al sistema dei trasporti sul territorio reggino. L’aeroporto dello Stretto è infatti un’infrastruttura vitale per tanti malati che quotidianamente, per cure e terapie, si recano nelle strutture sanitarie più all’avanguardia, in Italia ed all’estero. Cancellare i voli da e per Reggio Calabria sarebbe una violazione dei loro diritti di persone e di cittadini».

«La nostra Città Metropolitana non può rimanere esclusa dal circuito volativo nazionale – ha concluso il Sindaco di Reggio Calabria – ancor più adesso a fronte delle importanti prospettive di sviluppo che abbiamo creato anche attraverso gli investimenti programmati grazie all’ottima interlocuzione con le massime istituzioni nazionali. Alitalia non lasci Reggio. L’aeroporto non può chiudere, anzi deve essere rilanciato!».

‘PER MANO ONLUS’: “ABBANDONO ALITALIA DRAMMATICO PER I MALATI DI DISTROFIA MUSCOLARE”

“Non posso fare a meno di esternare un forte disappunto e un grande dispiacere nel constatare l’ipotesi di abbandono da parte di Alitalia del nostro aeroporto ‘Tito Minniti’. Non voglio polemizzare con l’ex compagnia di bandiera per questa nefasta scelta assunta dai suoi vertici, ma duole pensare che dietro questa decisione ci sianosolo ragioni freddamente economiche”. E’ quanto afferma Loredana Stella, presidente dell’associazione ‘Per manoOnlus’, nata nel 2002  a Reggio Calabria per sostenere le famiglie che affrontano il disagio della distrofia muscolare.

L’associazione ‘Per mano’ intende sottoporre questa vicenda e, più in generale, la situazione critica complessiva dello scalo reggino, all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, anche a nome di tutte le realtà associative di categoria della città. Loredana Stella (che è madre di tre ragazzi affetti da distrofia muscolare di ‘Duchenne’, patologia degenerativa gravissima che colpisce i muscoli del corpo nella forma più aggressiva), evidenzia inoltre che, “per Reggio l’abbandono di Alitalia e la chiusura dell’aeroporto sarebbero eventi tragici, soprattutto per noi famiglie che ci troviamo a gestire patologie importanti che ci costringono a fare dei viaggi lunghi e faticosissimi per raggiungere i centri di cura che consentono ai nostri figli di essere seguiti al meglio. In questo contesto – spiega la presidente di ‘Per mano Onlus’ – voglio sottolineare il lavoro fenomenale e a tratti anche commovente svolto da Alitalia in questi anni e da tutto il personale di terra e di aria per i miei figli. Siamo sempre stati accolti e trattati con amore oltre che con straordinaria professionalitàdagli operatori. E di tutto ciò sarò sempre grata anche al personale del ‘Tito Minniti’, nessuno escluso. A maggior ragione oggi, dunque, – prosegue Stella – il rammarico e il dispiacere sono enormi. Non avere più Alitalia a Reggio Calabria o, ancora peggio, uno scalo funzionante, per i miei figli significherebbe l’impossibilità di raggiungere l’ospedale ‘Nigrisoli’ di Bologna dove possiamo effettuare visite e cure che per loro sono di importanza vitale. E come loro tantissimi altri malati di distrofia muscolare del territorio reggino. Su questioni così rilevanti per la salute, ritengo si debbano mettere da parte le logiche puramente economiche guardando esclusivamente ai problemi reali dei cittadini e, soprattutto, delle fasce più deboli ed esposte. L’impossibilità di spostarsi in aereo – sottolinea la presidente di ‘Per mano’ – getterebbe nella disperazione tantissime famiglie della nostra città che, quotidianamente, devono già far fronte a disagi e problematiche enormi legate alla malattia. Il tema del superamento delle barriere, che purtroppo sono spesso mentali, è ancora tragicamente attuale. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno ha fatto un chiaro riferimento alla necessità di rimuovere ogni ostacolo per quanti vivono in condizioni di grave difficoltà e non riescono a far valere, pienamente, i propri diritti. Siamo certi – conclude Stella – che Alitalia, a cui mio figlio Daniele che è un bravissimo pittore ha donato un quadro realizzato da lui e quanti hanno responsabilità politichein tutta questa vicenda, sapranno riflettere con grande attenzione sulle scelte da compiere, guardando alla tutela dei servizi essenziali per i cittadini”.

PARTITO COMUNISTA ITALIANO

La notizia non potrebbe essere più triste per Reggio Calabria: Alitalia, con l’avallo del PD e del governo Gentiloni, ha comunicato all’ENAC la volontà di lasciare definitivamente l’aeroporto reggino “Tito Minniti” a partire dal prossimo 1 febbraio. E’ del tutto ovvio che senza la presenza dei voli Alitalia l’aeroporto reggino non avrebbe alcuna possibilità di esistere, almeno in questa fase.

La scelta di Alitalia è la diretta conseguenza della decisione, mai dichiarata pubblicamente, del presidente della regione Oliverio e il sindaco di Reggio Falcomatà che stanno alacremente lavorando per la definitiva chiusura dell’aeroporto dello stretto “Tito Minniti”. E’ questa, infatti, la tragica conclusione che, alla faccia delle tantissime frottole e delle infinite bugie di questi mesi, possiamo affermare dopo avere verificato che, nonostante i formali impegni pubblici, la giunta Oliverio non ha versato neanche un euro dei circa 904.000 euro di debito pregresso della regione Calabria nei confronti della Sogas e identico comportamento ha avuto il sindaco Falcomatà che non ha pagato nemmeno un centesimo dei circa 100.000 euro che corrispondono al debito del comune di Reggio Calabria sempre nei confronti della Sogas.

Si tratta di somme dovute e sulle quali sia Oliverio che Falcomatà avevano ripetutamente assunto l’impegno a pagare. L’aeroporto di Reggio, con la piena colpevole complicità di tutti i parlamentari e i consiglieri e assessori regionali reggini, nonché dei consiglieri e assessori comunali della città, sta per essere soppresso dal PD reggino, calabrese e nazionale che realizza un vecchio disegno che puntava da tempo alla chiusura dello scalo reggino che costoro hanno l’ardire di considerare un lusso sfrenato; ricordiamo la famigerata dichiarazione del deputato cosentino Ernesto Carbone, componente della segreteria nazionale del PD e strettissimo collaboratore di Renzi, il quale ne chiese ufficialmente la chiusura.

Si apre la fantomatica Città metropolitana, che diventa solo un pennacchio, e si chiude l’aeroporto. Questo è l’indecente regalo che Oliverio e Falcomatà hanno consegnato ai reggini per il 2017. Proprio l’inadeguato Falcomatà merita una menzione speciale: si tratta del primo caso al mondo di un sindaco che avalla un disegno che punta a massacrare la città della quale è il primo cittadino. Si tratta, evidentemente, di un episodio di masochismo politico-amministrativo, con seri risvolti che tracimano nella materia freudiana, che, però, è in linea con un personaggio ormai totalmente e unanimemente inviso da Reggio e dai reggini. Ormai il tempo stringe e, visti i fatti, l’aeroporto sarà operativo per pochissime settimane.

Pertanto, ci appelliamo ai reggini affinché ci sia una risposta ferma e compatta contro questo scellerato disegno ordito dal PD, da Oliverio e da Falcomatà poiché la chiusura dell’aeroporto rappresenterà la cancellazione del diritto costituzionale alla mobilità, il definitivo isolamento e un ulteriore arretramento complessivo per la città di Reggio Calabria.

Federica Dieni (M5S)
«L’appello dei tre fratelli Chiovaro ha soprattutto il merito di ricordare
a una certa politica che infrastrutture importanti come l’aeroporto di
Reggio Calabria servono principalmente per fornire servizi e garantire
diritti fondamentali ai cittadini, e non per fare da sfondo a giochi di
potere e assicurare prebende ai soliti gruppi d’affari». È quanto dichiara
la deputata del M5S Federica Dieni in seguito al video postato su Facebook
da Daniele, Simone ed Emanuele Chiovaro, i tre fratelli affetti da
distrofia muscolare che hanno chiesto ad Alitalia di non abbandonare
l’Aeroporto dello Stretto e di non cancellare il volo da e per Bologna, la
città nella quale ogni anno si sottopongono ai necessari controlli medici.

«Con la loro semplice e legittima richiesta – prosegue la parlamentare –,
Daniele, Simone ed Emanuele hanno posto l’attenzione sulla necessità di
assicurare il sacrosanto diritto alla mobilità a tutti i cittadini della
provincia di Reggio e di Messina. Un diritto che potrebbe essere presto
negato per via dei guasti provocati da una politica bipartisan che ha
sempre usato l’aeroporto per i propri inconfessabili interessi di bottega,
più che per garantire un servizio fondamentale alla cittadinanza».

«Un approccio – continua Dieni – gretto e autoreferenziale e che, dopo anni
di sprechi e cattiva amministrazione, ha portato il “Tito Minniti”
sull’orlo del baratro e a un passo dalla chiusura. Oggi ci ritroviamo un
aeroporto senza alcuna prospettiva, con Alitalia, il principale vettore
dello scalo, pronta a cancellare tutti i suoi voli e ad abbandonare lo
Stretto, con una società di gestione già fallita e con centinaia di
dipendenti che rischiano di trovarsi in mezzo a una strada dopo anni di
servizio. Allo stesso tempo, da mesi ormai non si hanno più notizie
sull’affidamento della gestione dello scalo in seguito al bando emesso da
Enac».

«L’appello dei fratelli Chiovaro – conclude la deputata – assume dunque un
significato universale, perché rappresenta un monito per tutti coloro che
hanno la responsabilità e il dovere morale di fare tutto il possibile per
mantenere in vita un’infrastruttura strategica, un presidio di democrazia
al quale i cittadini non possono e non devono rinunciare».

GIOVANNI ARRUZZOLO (NCD)

“Il disimpegno di Alitalia dall’aeroporto di Reggio Calabria è un evento di gravità tale da mettere in discussione la stessa operatività della infrastruttura”.
Lo afferma in una nota il capogruppo del Ncd a Palazzo Campanella, Giovanni Arruzzolo.
“L’aeroporto dello Stretto – prosegue Arruzzolo – poggia essenzialmente la propria operatività per i collegamenti che Alitalia detiene per Roma e Milano, e il movimento passeggeri è in massima parte determinato da queste prestazioni. Non vi è dubbio che la crisi della Sogas e i ritardi nell’affidamento dei servizi ad una nuova società di gestione stiano determinando comprensibile fibrillazione nel personale addetto ai servizi, ma l’abbandono delle tratte da Reggio Calabria di Alitalia – sottolinea Giovanni Arruzzolo – sarebbe un autentico de profundis e trascinerebbe con se anche le sorti dei dipendenti diretti del vettore che da sempre curano i servizi a terra dell’ex compagnia pubblica. Un quadro a tinte fosche – continua Arruzzolo – che necessita una forte presa di posizione degli enti locali calabresi, Regione, Provincia e Comune, ma anche una decisa iniziativa politico-istituzionale con il Governo nazionale ed i ministri competenti per individuare ogni efficace intervento orientato a scongiurare il fermo del ‘Tito Minniti’. Non vi è dubbio che ci si trovi dinanzi ad una situazione degradata sotto il profilo della gestione finanziaria dei servizi aeroportuali, ma ciò non può determinare la chiusura dell’Aeroporto di Reggio Calabria che, è bene ricordarlo, conta su un potenziale bacino di utenza di oltre seicentomila persone. Da qui – conclude Arruzzolo – la forte preoccupazione mia personale e del gruppo che rappresento in Consiglio regionale per allontanare ogni ipotesi, nefasta, di fermo, anche temporaneo dei servizi al ‘Tito Minniti’, assicurando continuità di esercizio e garantendo così il rapporto di lavoro di tutte le maestranze”.

GIUSEPPE PEDA’

La drammatica situazione dell’aeroporto dello Stretto impone alla classe dirigente reggina di serrare le file ed esercitare un rilevante ruolo di interdizione rispetto ai processi d’involuzione in atto che, in mancanza di risposte immediate e di forti prese di posizione, diverranno inesorabilmente irreversibili. Ora più che mai, è il momento di ritrovare unità e coesione per porre un argine all’emergenza, in attesa di un rimedio efficace e definitivo. Sul “Tito Minniti” non può e non deve calare il sipario: ne va del futuro dei tanti lavoratori e del sacrosanto diritto alla mobilità di centinaia di migliaia di cittadini. È infatti inaccettabile che un vasto ed eterogeneo territorio come quello della nuova Città Metropolitana, già frammentato e segnato da un notevole deficit infrastrutturale, venga privato nel del suo strategico scalo la cui fatale chiusura ne determinerebbe un drammatico isolamento. Allo stesso modo, è assurdo pensare all’aeroporto di Lamezia, da Reggio distante più di cento chilometri, come unico punto di riferimento per una regione in cui la qualità dei collegamenti, sia per quanto riguarda la rete stradale che ferroviaria, rimane comunque disomogenea in termini territoriali e funzionali. Si guardi, ad esempio, alla linea ferrata Jonica o alle criticità del sistema viario nei piccoli centri aspromontani. Bisogna, viceversa, riprendere e potenziare la giusta connessione con il resto del Paese: le prospettive di un concreto sviluppo economico e sociale sono infatti strettamente legate all’incremento della mobilità di persone e merci. La storia lo insegna. Infrastrutture come strade, aeroporti, linee ferrate, porti rappresentano un asset economico cruciale per la crescita di un’area. Qui invece da decenni si ridimensiona, si taglia, si sopprime, si sciupano occasioni spesso nell’indifferenza generale, ancor di più contro la volontà degli amministratori locali. Questa dell’aeroporto di Reggio è però una questione non più rinviabile: a breve, l’ ALITALIA attuerà il proprio disimpegno

cancellando tutte le tratte determinando di fatto la fine dello scalo. Significherà un grave pregiudizio per i livelli occupazionali, con il licenziamento dei dipendenti dell’ex società di gestione, Sogas e l’assoluta incertezza per il personale Alitalia. Un quadro che, in mancanza di un intervento deciso della politica, rischia di diventare davvero esplosivo. In questa direzione, per scongiurare l’ennesimo processo di marginalizzazione del territorio e l’escalation di un conflitto sociale difficilmente governabile, sento di dover lanciare un appello agli attori protagonisti di questa vicenda affinché vengano individuate soluzioni celeri e concrete. Si apra perciò al più presto un tavolo ministeriale di crisi che metta insieme tutte le forze politiche istituzionali della regione in grado di mettere ordine alla vicenda e si faccia chiarezza su eventuali responsabilità. Un primo auspicio è che si ponga fine all’esercizio provvisorio dello scalo accelerando l’iter del bando per la nuova gestione. Confido nel fatto che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Delrio presti particolare attenzione alle problematiche più volte evidenziate e, allo stesso tempo, mi auguro che l’intera deputazione calabrese; il presidente della Regione, Mario Oliverio; i consiglieri regionali, il presidente della Provincia e il sindaco della Città Metropolitana dimostrino insieme a tutti gli attori sociali, compreso il movimento di cittadini attivi costituitosi a difesa dell’aeroporto , di voler superare gli steccati tradizionali degli schieramenti e si ritrovino uniti in una battaglia di civiltà e di sviluppo per l’intera area.