Alla fine, il “cabarettista” Nino Spirlì ha fregato tutti! Taurianova ha un rappresentante di peso nel governo calabrese, è il nuovo vicepresidente di Jole Santelli, ma anche altro…
Eppure nonostante le previsioni, anche le più azzardate per la formazione della Giunta regionale calabrese, nessuno avrebbe mai immaginato che un “cabarettista” come Nino Spirlì entrasse a far parte nel governo regionale e addirittura come vice di Jole Santelli e con una sfilza di deleghe tali da far diventare un assessorato “di peso”, come si dice in gergo politico.
Nino Spirlì è un taurianovese, anzi è un abitante di “Jatrinoli”. Francamente, pur conoscendolo da tempo e avendo con lui un buon rapporto di amicizia non ho mai capito da che parte stava. È un cattolico di destra, un omosessuale certificato, logorroico, lui in maniera spiritosa, dice di essere una “vecchia checca”, titolo del suo primo “diario” trasformato in un libro, ma in fondo è stato sempre un camaleonte sia nella politica che nel sociale. Difficile da interpretare come un rebus bulgaro da risolvere dentro una casa posta al confine tra i Circassi e i Karaciaj.
Da poco tempo ha abbracciato la causa della Lega, ma più che altro ha abbracciato Matteo Salvini, già prima del divieto per Coronavirus. Ed è proprio lui che l’ha voluto in quella che oggi è una posizione privilegiata nel governo calabrese. Alla faccia di tutti e di tutto, leghisti della prima ora compresi, tra deputati nazionali ed europei, oltre ai portatori d’acqua occasionali i quali il boccone amaro ingoiato sarà duro smaltirlo.
Nella sua pagina social scrive dopo pochi minuti che la notizia della nomina è stata battuta, “Invoco la Benedizione del Signore e mi affido alle amorevoli cure della Santa Vergine Immacolata. E mi impegno a svolgere il mio compito nell’unico interesse della mia Gente.
Accompagnatemi solo con le Vostre preghiere. Grazie. Dio Vi voglia bene”. Per amor di Dio (per rimanere in tema), sarà stata pure la “benedizione del Signore”, ma oltre a quella qualcosa sarà accaduto all’interno del Carroccio calabrese per arrivare a questa nomina, più che una benedizione sembra una sorta di “anatema” nei riguardi dei leghisti che dicevano ben altro alla vigilia del varo della giunta calabrese.
Vedremo cosa riuscirà a fare, certamente il compito è arduo, i problemi calabresi sono immensi, quasi senza fine, occorre rimboccarsi le maniche fin da subito, così come egli stesso mi ha confessato in una delle nostre telefonate avute con lui. Adesso la prima pietra è la condizione sanitaria, è quella che dovrebbe essere la prima condizione perché siamo in uno stato di emergenza pandemica e non si sa come si andrà a finire in quanto, la “benedizione del Signore” ci sarà sicuramente, ma come? E in quali condizioni soprattutto, ad occhi aperti o chiusi?
E poi, parliamoci chiaro, Nino Spirlì non è un personaggio molto amato, le critiche anche feroci nei suoi confronti sono state sempre all’ordine del giorno. Ricordo veleni ai tempi delle ultime elezioni amministrative quando lo stesso faceva da “Front Open” a Roy Biasi, e giù con le critiche (comprese le mie, nella difesa nei riguardi di un “tubo di carne” per una presunta azione omofoba), ma alla fine si sa, le sfide politiche quando cala il sipario, si va tutti a cena. Ma in quell’occasione era il tempo delle “zeppole” e ahimè andarono di traverso a più d’uno. Ci furono rotture ancora oggi insanabili e lo si è visto nei vari movimenti di eventuali coalizioni dove la Lega per bocca dello stesso Spirlì diceva che non si volevano sedere con nessuno, lasciando un centrodestra monco privo del Carroccio. Ma parliamo prima dell’epidemia, quella da Coronavirus, altre “epidemie” resteranno e saranno presenti nel prossimo autunno quando sarà tempo di elezioni amministrative.
Ma oggi Nino Spirlì, quel “cabarettista” di Jatrinoli e da palco, è il nuovo vicepresidente della Giunta regionale targata Jole Santelli. Può piacere o no, abbiamo un rappresentante di Taurianova nel governo calabrese il quale sicuramente sarà tenuto sotto osservazione e che in un certo qual modo, ha fatto sgonfiare petti a più d’uno e, “tomo tomo, cacchio cacchio”, ha fregato tutti, leghisti della prima, dell’ultima ora compresa quella di mezzo. Da oggi in poi però Nino sarà amato da tutti, tutti ameranno Nino perchè già in tempi meno sospetti, a proposito di “carri”, Flaiano ci diede una grande lezione di vita politica dell’italiano medio, “Jatrinoli” compresa.