Allarme depressione tra i giovani Lo “Sportello dei Diritti” per una campagna di prevenzione sociale profonda
Sono trascorsi decenni da quando si è iniziato a parlare di depressione tra i giovani
e giovanissimi, ma di recente alcune associazioni che si occupano o si sono occupate
del fenomeno, hanno lanciato un allarme preoccupante basata sui dati forniti dagli
istituti di psichiatria: secondo alcune stime sono circa 1milione i giovani depressi:
l’8% dei giovani soffre di nevrosi d’ansia e il 5% di depressioni gravemente limitanti.
Inoltre per sette ragazzi su cento, che hanno oggi fra i 18 e i 24 anni, la malattia
è cominciata prima della maggiore età. La questione più preoccupante è che spesso
il “male di vivere”, che può colpire gli adolescenti, non sempre è dichiarato a
voce alta. Tanto da passare inosservato. I giovani colpiti, manifestano intenzioni
di suicidio e soffrono di disturbi della personalità, di tipo ansioso o maniaco-depressivo.
E il fenomeno sembra essere in aumento. Infatti, questa sofferenza non sempre è
colta dalla famiglia, anzi risulta che spesso venga nascosta e non curata per vergogna
o pregiudizio. Anche per questo probabilmente sono ancora pochi i casi che vengono
diagnosticati in modo corretto e ancora meno quelli trattati correttamente. Dal manifestarsi
dell’ansia alla cura del giovane sofferente passa molto, troppo tempo. In media da
nove mesi a cinque anni, con un 30% di pazienti che non riceve cure adeguate e un
40% che non assume alcuna terapia”.E ciò non fa che aggravare la malattia. Del resto
per i genitori come per i docenti è difficile fare una diagnosi chiara e precoce
perché i sintomi di una depressione adolescenziale sono atipici o vengono facilmente
mascherati da problemi fisici o da altre condizioni in apparenza completamente estranee
a questo tipo di patologia. Ad esempio i disordini alimentari (anoressia e bulimia),
il desiderio di dormire continuamente, l’insonnia, i dolori cronici, le cefalee e
i disturbi gastro-intestinali possono nascondere una causa più profonda. Come pure
l’abuso d’alcol e di droghe leggere. O i problemi di concentrazione e l’iperattività.
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”- anche per l’angosciante
aumento di suicidi e casi psicopatologici di tipo depressivo tra i giovani– invita
tutte gli enti istituzionali che per le rispettive competenze si occupano dell’argomento,
ad adottare politiche più incisive e a potenziare l’attività degli “sportelli
psicologici”, mettendo comunque al primo posto campagne di prevenzione sociale
che oltre a minare le basi del “male di vivere” giovanile possono contribuire
a ridurne notevolmente i gravosi costi sociali. Un contributo rilevante può essere
dato da una maggiore sinergia tra le “Commissioni Salute”, presenti in ogni
scuola, e le Asl, con i loro “Sportelli psicologici”.