Allarme Escherichia Coli in Europa per il formaggio francese “Chavignol”
Giovanni D'agata | Il 12, Lug 2014
Tutti i marchi e vendite unità contenente CE en 18.194.050 numero di identificazione sono interessati
Allarme Escherichia Coli in Europa per il formaggio francese “Chavignol”
Tutti i marchi e vendite unità contenente CE en 18.194.050 numero di identificazione sono interessati
Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza alimentare è dilagato in tutta Europa.
Il Sistema rapido di allerta europeo (Rasff) ha avvisato le autorità sanitarie dei
diversi Paesi europei circa la presenza di e. Coli O26 H11 “nel formaggio caprino
a latte crudo della marca”CHAVIGNOL”, prodotto dal caseificio H.TRIBALLAT de France
en 18.194.050 numero di identificazione del CE.Il lotto interessato è il seguente:
Lotto numeri CEDDM en 18.194.050
137 0712/07/14
139 0914/07/14
141-0717 e 18/07/14
145-1220, 21/07/14
147-1224 e 25/07/14
151 0226/07/14
153 1028/07/14
159-1203 e 08/04/14
163 0408/08/14
167 0711/08/14
169-0814 e 15/08/14
Tutti i marchi e vendite unità contenente CE en 18.194.050 numero di identificazione
sono interessati.
Lo Chavignol è probabilmente uno dei caprini più famosi della Valle della Loira.
E’ prodotto esclusivamente con latte di capra. Il formaggio è stato venduto in diverse
catene di supermercati compresa l’Italia I batteri di tipo Listeria possono causare
sintomi simili a quelli di un’influenza: febbre, mal di testa e nausea.
A innescare l’emergenza è stato un batterio, l’Escherichia Coli (E-Coli).
Esistono centinaia di ceppi di Escherichia Coli ed alcuni di essi sono inoffensivi,
ad esempio quelli che colonizzano l’apparato digerente degli esseri umani e di
altri animali a sangue caldo, questi ceppi fanno infatti parte della flora batterica
intestinale e sono indispensabili per la nostra salute.
Altri ceppi, ad esempio l’Escherichia Coli sierotipo O157:H7, sono in grado di
provocare un grave avvelenamento negli esseri umani. Il bestiame da allevamento è
la principale fonte di E. coli O157:H7, ma questo tipo di batterio si trova anche
in altri animali domestici e nei mammiferi selvatici.
L’Escherichia Coli O157:H7 ha causato diverse gravi epidemie negli Stati Uniti,
il CDC (rete dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) stima che
ogni anno negli USA si verifichino circa 70.000 casi di infezione; nel 2007 queste
infezioni, da sole, hanno rappresentato il 7 per cento circa dei disturbi intestinali
riferiti alle autorità sanitarie negli Stati Uniti.
Oltre all’E. Coli O157:H7 ci sono altri ceppi, per esempio l’Escherichia Coli
enteroemorragico, che causano gli stessi gravi disturbi.
L’E. Coli O157:H7 è in grado di produrre uno o più tipi di tossina (veleno) che
possono danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni: questi
tipi di batterio, detti Escherichia Coli produttori di Shiga-tossine (STEC), spesso
causano diarrea con tracce di sangue e possono provocare insufficienza renale, soprattutto
nei bambini piccoli o nei pazienti con il sistema immunitario compromesso. La maggior
parte dei disturbi di questo tipo è correlata agli alimenti od all’acqua contaminata,
al contatto con una persona infetta o al contatto con gli animali portatori del batterio.
Tra gli altri ceppi che causano la diarrea ricordiamo:
•E. Coli enterotossigenico (ETEC): è una delle principali cause della diarrea
nei paesi in via di sviluppo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ogni
anno provoca circa 210 milioni di casi e 380.000 decessi, soprattutto di bambini.
L’ETEC è la causa più frequente della diarrea del viaggiatore e colpisce ad esempio
le truppe in missione all’estero.
•E. coli enteropatogenico (EPEC): è un batterio in grado di provocare una diarrea
persistente che può continuare anche per più di due settimane. Si trasmette all’uomo
attraverso il contatto con l’acqua contaminata o con gli animali infetti ed è
diffuso nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati, invece, è sempre
meno presente, però continua ad essere una delle cause principali della diarrea,
stando a quanto afferma il CDC.
Esistono diversi ceppi di Escherichia Coli, ma solo alcuni di essi causano intossicazioni
alimentari. In natura è possibile trovarne centinaia di ceppi del tutto inoffensivi,
tra cui quelli che popolano l’apparato digerente degli esseri umani e di altri
animali a sangue caldo. Alcuni ceppi, tuttavia, sono una causa frequente di infezioni
dell’apparato digerente e di quello urogenitale.
Nel 1982 negli Stati Uniti gli scienziati hanno identificato il primo ceppo di E.
Coli in grado di provocare intossicazioni alimentari, che è la principale causa
di intossicazioni negli Stati Uniti, ed è l’O157:H7, così chiamato in riferimento
ai composti chimici che si trovano sulla superficie del batterio. La principale fonte
di O157:H7 è il bestiame domestico, ma questi batteri si trovano anche in altri
animali domestici o selvatici.
Esistono diversi ceppi pericolosi di Escherichia Coli in grado di provocare la diarrea:
•L’E. Coli O157:H7 e altri ceppi particolarmente pericolosi producono uno o più
tipi di tossine (veleni) detti Shiga-tossine. Le Shiga-tossine sono in grado di danneggiare
gravemente le mucose intestinali e i reni. Questi tipi di batteri sono detti E. coli
produttori di Shiga-tossine (STEC), spesso provocano diarrea con tracce di sangue
e possono causare insufficienza renale nei bambini o nei pazienti con sistema immunitario
compromesso.
•L’E. Coli enterotossigenico (ETEC) produce una tossina diversa, ma è anch’esso
in grado di provocare la diarrea. I ceppi di questo tipo di solito provocano la diarrea
del viaggiatore, perché contaminano frequentemente gli alimenti e l’acqua nei
paesi in via di sviluppo.
•L’E. Coli enteropatogenico (EPEC) causa la diarrea persistente (che può durare
anche più di due settimane) ed è diffuso soprattutto nei paesi in via di sviluppo
dove si può trasmettere agli umani mediante l’acqua contaminata o il contatto
con gli animali infetti.
Negli Stati Uniti sono stati individuati anche altri tipi di E. coli, tra cui l’O26:H11
e l’O111:H8, in grado di provocare malattie.
Esiste infine la possibilità di contagio con altri ceppi anche attraverso rapporti
sessuali oro-anali.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) può causare i seguenti sintomi:
•Nausea,
•Forti crampi addominali,
•Diarrea acquosa o con forte presenza di sangue,
•Affaticamento.
Il batterio STEC è anche in grado di provocare febbre lieve o vomito. I sintomi
di norma si presentano da 2 a 5 giorni dopo l’ingestione dell’alimento contaminato
o della bevanda contaminata. I sintomi possono durare anche per 8 giorni, poi la
maggior parte dei pazienti guarisce completamente.
La sindrome emolitico-uremica (HUS) è una complicazione seria dell’infezione da
Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) e può provocare l’insufficienza
renale ed il decesso. I bambini sono particolarmente soggetti a questa complicazione,
che è la causa più frequente di insufficienza renale nell’America del nord.
Per curare questa patologia molto pericolosa sono necessarie le trasfusioni di sangue
e la dialisi, eseguite nel reparto di terapia intensiva di un ospedale.
L’8% circa dei pazienti affetti dalla sindrome emolitico-uremica soffrirà per
tutta la vita anche di altre complicazioni, ad esempio di ipertensione, convulsioni,
cecità, paralisi e delle conseguenze dell’asportazione di parte dell’intestino.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) si trasmette mediante consumo
di alimenti o bevande contaminati, il Dipartimento per la sicurezza alimentare e
per il servizio di prevenzione nell’agricoltura degli Stati Uniti offre un elenco
di prodotti alimentari contaminati dai ceppi pericolosi; tra gli alimenti e le bevande
che in passato hanno causato epidemie di Escherichia Coli con maggior frequenza ricordiamo:
•Hamburger crudi o cotti male,
•Salame,
•Spinaci, lattuga, germogli,
•Latte, succo di mela, sidro non pastorizzati,
•Acqua contaminata, proveniente dai pozzi o dalle superfici frequentate dagli animali.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-Tossine può anche contaminare l’uomo
in seguito a:
•Mani non lavate bene con acqua e sapone, dopo il contatto con un animale infetto
o con escrementi di animali. Il contatto si può verificare nelle fattorie, negli
zoo, nelle fiere o persino nel vostro cortile di casa,
•Mani non ben lavate con acqua e sapone dopo il contatto con una persona infetta
•Ingestione di acqua non clorata o non ben clorata in piscine contaminate da feci
umane,
•Immersione in acqua anche minimamente contaminata da liquami,
•Consumo di alimenti, acqua o ghiaccio contaminati.
I Centri per il controllo e la prevenzione della malattie consigliano di sottoporre
agli esami chiunque manifesti un’improvvisa diarrea con feci contenenti sangue;
è possibile usare gli appositi test di laboratorio per individuare l’Escherichia
Coli produttore di Shiga-tossine nei campioni di feci.
E’ fondamentale sottoporre alle terapie i pazienti con infezioni da Escherichia
coli il prima possibile, soprattutto quelli colpiti dal ceppo produttore di Shiga-tossine
(STEC).
Le ricerche non confermano che la terapia antibiotica sia efficace; gli antibiotici,
addirittura, potrebbero far aumentare il rischio di sindrome emolitico-uremica, una
complicazione grave dell’infezione da STEC in grado di provocare l’insufficienza
renale.
Per prevenire l’infezione da Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC)
è consigliabile:
•Lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno o dopo aver cambiato i pannolini
del proprio bambino.
•Lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli animali, le cucce, le gabbiette o qualsiasi
materiale contaminato dalle feci degli animali.
•Mangiare solo carne e salumi ben cotti, siano essi di vitello, di maiale o di
agnello.
•Cuocere la carne fino a farle raggiungere una temperatura interna di almeno 71
°C.
•Evitare il latte e i succhi non pastorizzati.
•Lavare bene la frutta e la verdura prima di consumarle crude.
•Evitare la contaminazione incrociata durante la preparazione degli alimenti, lavando
bene le mani, le superfici, i taglieri e gli utensili dopo aver toccato la carne
cruda.
•Tenere la carne cruda lontana dagli alimenti pronti da consumare.
•Evitare rapporti oro-anali od altre pratiche sessuali che possano portare alla
bocca organi venuti a contatto con la zona anale e perianale.
Normalmente si tratta di un batterio innocuo che si trova nella parte bassa dell’intestino
degli animali e dell’uomo, ed è fondamentale per i processi digestivi. Il ceppo
argentino, tuttavia, è risultato molto aggressivo per l’organismo per via di una
mutazione (il batterio mutato si chiama Shiga toxin-producing Escherichia coli).I
sintomi iniziali sono: forti crampi, leggera febbre, talvolta vomito ed episodi di
diarrea, con possibili tracce di sangue. Tuttavia, se non intervengono complicazioni,
la malattia ha un esito favorevole e si risolve, mediamente, in 8 giorni. Le complicanze
sono rappresentate dalla cosiddetta Sindrome Emoltica-Uremica (Seu), una patologia
che causa insufficienza renale e anemia. La Seu colpisce soprattutto i bambini, gli
anziani e in generale le persone malate e debilitate. Un’altra complicazione dell’infezione
è la Porpora Trombotica Trombocitopenica (Ttp), una forma di Seu accompagnata da
febbre e sintomi neurologici, osservata più frequentemente negli adulti che nei
bambini. La terapia di cura consiste nell’immediata reintegrazione dei liquidi
e dei sali persi. L’uso degli antibiotici, invece, è spesso controindicato, perché
può promuovere il rilascio di ulteriori tossine da parte del batterio e quindi peggiorare
il decorso clinico.Negli ultimi anni sono numerosi i casi di infezione umana legati
al consumo di contaminati da microrganismi patogeni.Per Giovanni D’Agata, fondatore
dello “Sportello dei Diritti [1]” poiché non e’ facile individuare la presenza del
batterio negli alimenti dato che il cibo non risulta essere alterato ne’ nell’aspetto
ne’ nel sapore invita a non consumare il formaggio e a restituirlo presso i punti
vendita per il rimborso. Nel frattempo i cittadini che dovessero avvertire sintomi
di malessere dopo aver mangiato il formaggio in questione, in particolare le donne
incinte e le persone con deficienze immunitarie, consultino immediatamente un medico.