Allarme virus, il killer “Zika” isolato in Brasile Potenziali implicazioni per la salute umana
“Va aumentata la vigilanza verso l’individuazione di casi importati dell’infezione
del virus (ZIKV) Zika in Stati membri dell’UE, paesi e territori d’oltremare e regioni
ultraperiferiche dell’UE, in particolare dove sono presenti potenziali vettori”.
Questa è la conclusione principale della valutazione del rischio ECDC (European
Centre for Disease Prevention and Control) pubblicata oggi. L’individuazione precoce
dei casi è essenziale per ridurre il rischio di trasmissione autoctona nelle regioni
dove sono stabiliti i potenziali vettori. La valutazione del rischio evidenzia anche
che i medici e i Centri di Medicina Preventiva e Tropicale devono essere consapevoli
dell’evoluzione delle zone colpite dal virus ZIKV in Brasile e la regione del Pacifico
e dovrebbero includere l’infezione ZIKV nella loro diagnosi differenziale per i viaggiatori
provenienti da quelle zone. E oggi all’elenco delle malettie infettive trasmesse
dalla zanzara tigre come la febbre gialla, dengue e chikungunya, che ha colpito oltre
duecento persone anche in Italia, se ne aggiunge: lo Zika virus, “parente” (cioè
legato filogeneticamente) dei virus della dengue, è stato isolato per la prima volta
negli esseri umani negli anni Settanta, ma la sua virulenza è emersa solo con le
epidemie del 2007 in Micronesia (5 mila casi) e del 2013 in Polinesia (55 mila casi).
La zanzara della specie Aedes aegypti è considerata il principale responsabile della
sua diffusione. I ricercatori dell’Institut de recherche pour le développement
di Marsiglia e del Centre International de Recherches Medicales de Franceville (Gabon)
hanno analizzato il sangue 4.312 pazienti colpiti da dengue o chikungunya in Gabon,
dal 2007 al 2010, anni in cui in questo Paese si sono verificati numerosi casi. Hanno
analizzato anche 4.665 zanzare prelevate nello stesso periodo, appartenenti a nove
specie. I risultati mostrano che lo Zika virus era presente in numerosi sieri, ed
è quindi probabile che abbia avuto un ruolo importante, e sottovalutato, nelle epidemie
attribuite alle altre febbri. Il virus è stato trovato anche nelle zanzare, e in
particolare in numerosi campioni di Aedes albopictus, più nota come zanzara tigre.
Un aspetto che merita attenzione, perché la zanzara tigre è sempre più diffusa
in Asia e Africa, ma anche in America e in Europa, dove si pensa sia arrivata nel
2004.In Italia, la diffusione di questi virus è monitorata da programmi specifici,
come indicato nella circolare del Ministero della Salute “Sorveglianza dei casi
umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento a Chikungunya,
Dengue, Zika virus e West Nile Disease 2014“. Il 15 maggio 2015, il Ministero
della salute del Brasile ha confermato l’esistenza di un focolaio del ZIKV nel paese
in seguito all’identificazione del ZIKV in 16 campioni (otto da Bahia e otto da Rio
Grande do Norte) dal laboratorio nazionale di riferimento. Il Ministero della salute
sta studiando altri casi sospetti e ha rafforzato le misure di sorveglianza, prevenzione
e controllo del paese. Questo è il primo rapporto dell’infezione autoctona di ZIKV
in Brasile. Nel 2015, il dipartimento della salute di Vanuatu ha segnalato un numero
imprecisato di casi confermati di ZIKV. Nelle Isole Salomone, è in corso dal febbraio
2015 una epidemia, probabilmente legata a recenti focolai in altri paesi dell’isola
del Pacifico. A partire dal 20 maggio 2015, il direzione des Affaires Sanitaires
et Sociales de Nouvelle-Calédonie ha segnalato 82 casi confermati di malattia ZIKV
in Nuova Caledonia dal 1° gennaio 2015.Il territorio italiano è particolarmente
interessato al problema della zanzara tigre, e pertanto Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti [1]”, sempre puntuale nell’avvisare i cittadini,
invita il Ministro della Salute a fare monitorare attentamente la situazione.