Alosio (Confesercenti Reggio Calabria), manifestazione Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti Giovedì alla manifestazione “Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti” siamo stati tanti, tantissimi. Sono stato sommerso da centinaia di foto e video arrivate da Reggio, dalla Ionica, dalla Tirrenica, alcune perfino da Vibo
Giovedì alla manifestazione “Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti” siamo stati tanti, tantissimi. Sono stato sommerso da centinaia di foto e video arrivate da Reggio, dalla Ionica, dalla Tirrenica, alcune perfino da Vibo.
Abbiamo realizzato qualcosa di importante: ci siamo uniti con una sola voce per rivendicare i nostri diritti. Per chiedere di non essere abbandonati. Per non essere lasciati soli nell’affrontare una crisi di cui non abbiamo nessuna colpa. Per non doverci caricare sulle spalle il peso economico delle devastanti conseguenze dovute dall’emergenza pandemica. E siamo stati ascoltati: le proposte che abbiamo presentato al Prefetto Mariani sono state portate all’attenzione del Governo durante l’ultimo Consiglio dei Ministri.
Nei giorni in cui abbiamo lavorato con la fantastica squadra che mi ha supportato per preparare la manifestazione, ho avuto modo di ascoltare innumerevoli persone visitando molte attività commerciali e parlando con gli esercenti.
Ho così potuto sentire tante opinioni, giudizi, critiche. Ci stanno tutte, ci mancherebbe. È normale e pacifico che ognuno abbia le proprie idee e convinzioni. Diversi imprenditori, ad esempio, hanno deciso di non aderire alla manifestazione per i motivi più svariati, alcuni assolutamente rispettabili, altri un po’ meno.
Inoltre, ho avuto modo di leggere, soprattutto nei social, commenti e giudizi su come avremmo dovuto protestare, su di me, sulla mia associazione, sui commercianti: “Chiudere le luci per dieci minuti? Che serve?” “Avete voluto il green pass? Ora fallite!” “Confesercenti è serva del sistema” “Aloisio lo fa solo per interesse”.
D’altra parte quando ci si espone, quando si rischia mettendoci la faccia, quando si azzarda su una partecipazione per nulla scontata soprattutto alle nostre latitudini, ci si deve aspettare questo e altro. Io, quantomeno, me lo aspettavo e gli dò il giusto peso, niente di più e niente di meno.
Per tale motivo l’unica cosa che reputo basilare, al di là di qualsiasi altra considerazione, è la partecipazione massiccia di imprenditori, esercenti, artigiani, finanche semplici cittadini che hanno voluto esternare il proprio disagio, le proprie difficoltà riconoscendosi in un’idea, un gesto, un simbolo che aveva come unico obiettivo la salvaguardia degli interessi del nostro territorio. Moltissimi lo hanno capito cogliendo il vero significato di questa protesta. Altri sono rimasti indifferenti. Alcuni hanno, più o meno palesemente, remato contro.
Anche questo è fisiologico, specialmente nella nostra città dove spesso interessi “piccoli” hanno la meglio su quelli comuni.
Rimane però un fatto: abbiamo avviato un percorso. La riuscita di questa manifestazione, infatti, non la considero assolutamente un punto d’arrivo ma d’inizio.
Continueremo a rappresentare gli interessi del tessuto economico commerciale e imprenditoriale del territorio. Andremo per strada, in tutti i centri dell’area metropolitana e incontreremo gli operatori economici per ascoltare e capire. Proseguiremo nel confronto con gli Enti territoriali: Comuni, Città Metropolitana, Regione, rappresentando le istanze del tessuto economico reggino accompagnate da proposte concrete per il sostegno alle imprese.
È solo l’inizio.