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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 11 DICEMBRE 2024

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Ambiente, cambia un’era Secondo gli scienziati siamo usciti dall'Olocene per entrare nell'Antropocene. L'impatto dell'uomo sempre più forte

Ambiente, cambia un’era Secondo gli scienziati siamo usciti dall'Olocene per entrare nell'Antropocene. L'impatto dell'uomo sempre più forte
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Scienziati di tutto il mondo (geologi, esperti del clima e di ecologia) si sono incontrati
giovedì e venerdì a Berlino per discutere dell’ingresso in una nuova epoca geologica:
dall’Olocene, iniziato 11’700 anni fa, potremmo essere passati nell’Antropocene,
segnato dall’enorme impatto degli esseri umani sul pianeta. L’Olocene è l’epoca
geologica più recente, quella in cui ci troviamo oggi e che ha avuto il suo inizio
convenzionalmente circa 11 700 anni fa. Il limite con l’epoca inferiore (il Pleistocene)
è definito sulla base del decadimento del 14C (un isotopo radioattivo del carbonio)
e coincide approssimativamente con il termine dell’ultima fase glaciale che ha interessato
l’emisfero settentrionale. Per convenzione il limite è posto a 10 000 anni dal 1950
e viene espresso in milioni di anni (quindi 0,01143 ± 0,00013 Ma). L’Olocene è
la seconda epoca del periodo Quaternario. Il suo nome deriva dal greco ὅλος
(holos, tutto o intero) e καινός (kainos, nuovo), vale a dire “del tutto recente”.
Esso è stato identificato con il MIS 1 e può essere considerato un periodo interglaciale
compreso nell’attuale era glaciale.Antropocene è un termine coniato negli anni ottanta
dal biologo Eugene Stoermer che nel 2000 fu adottato dal Premio Nobel per la chimica
Paul Crutzen in un libro; esso indica l’era geologica attuale nella quale all’uomo
e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali,
strutturali e climatiche. Il termine deriva dal greco anthropos, che significa uomo,
e non sostituisce, nel testo dello scienziato, il termine corrente usato per l’era
geologica attuale, Olocene, ma si riferisce all’impatto che l’Homo sapiens ha sull’equilibrio
del pianeta.La questione in realtà è aperta da decenni, ma il congresso tenutosi
in Germania, replica Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sembra aver raggiunto un’intesa sul fatto che i fenomeni urbani hanno ormai
un impatto sulla stratificazione del pianeta, oltre che sull’atmosfera, e che distinguere
ciò che è naturale da ciò che è opera dell’uomo sta diventando sempre più difficile.
Resterebbe solo da definire il “quando” questo cambiamento ha avuto luogo. Gli esperti
indirizzeranno solo nell’agosto del 2016 le loro conclusioni all’International Geological
Congress, l’organismo abilitato a sancire la svolta.