Amministrative Taurianova, l’opinione del sociologo Mimmo Petullà
redazione | Il 27, Apr 2011
E’ stato possibile assistere, solo da qualche settimana a questa parte, alla conclusione del ciclo di torpore politico, che ha ampiamente contrassegnato l’arco partitico taurianovese, subito dopo l’ultimo scioglimento del consiglio comunale
Amministrative Taurianova, l’opinione del sociologo Mimmo Petullà
E’ stato possibile assistere, solo da qualche settimana a questa parte, alla conclusione del ciclo di torpore politico, che ha ampiamente contrassegnato l’arco partitico taurianovese, subito dopo l’ultimo scioglimento del consiglio comunale
REGGIO CALABRIA – E’ stato possibile assistere, solo da qualche settimana a questa parte, alla conclusione del ciclo di torpore politico, che ha ampiamente contrassegnato l’arco partitico taurianovese, subito dopo l’ultimo scioglimento del consiglio comunale. L’incalzare delle imminenti elezioni, difatti, sembra abbia consentito il ritrarsi del clima di pigro e irresponsabile disimpegno, che sino a ora ha diffusamente dominato lo scenario politico. L’animosità che, in modo particolare in questi giorni è possibile registrare, appare finanche ispirata a sancire la fine di ogni incertezza, in vista della rinnovata costruzione del bene comune. Peccato che, il tempo, sia ormai scaduto. Sarebbe, infatti, piuttosto difficile lasciar credere che, in appena qualche settimana, possa essere modificata – sia pur a colpi di febbrili trasformismi – la strutturale persistenza di certe rimosse criticità. E’ impensabile, detto in altri termini, convincere di potere affrontare compiutamente le questioni sociali di Taurianova – proponendo, magari, taumaturgiche soluzioni – nel ristretto panorama dialettico della campagna elettorale. Anche per questo motivo, le prossime elezioni comunali si presentano tra le più complesse che, la recente storia di questa comunità, abbia mai potuto conoscere: forse mai, come in questo periodo, è possibile cogliere segnali di malcelata insicurezza e disorientamento. Alcune cause, a ben vedere, si lasciano più chiaramente individuare nel fatto che, durante la gestione commissariale, i partiti poco o nulla hanno fatto, nel tentativo di affrontare – con una maggiore e più serena cognizione di causa – la delicata questione dello scioglimento: nelle sue dinamiche motivazionali, e con la partecipazione della società civile. Peggio ancora, lungo lo stesso periodo, non sembra essere affiorato – con buona pace del proclamato concetto di discontinuità – la chiara volontà d’incrementare, in seno agli stessi partiti, un radicale e visibile ricambio. Per non parlare, poi, di certe resistenze, le quali hanno scoraggiato l’avvio di una discussione, intorno al già proposto patto etico: una mancata opportunità democratica, questa, il cui condiviso riconoscimento avrebbe potuto consentire di sottoscrivere una serie d’impegni e di condizioni, per il tempo che precede le elezioni, come pure per quello successivo. Bisogna ammettere, d’altra parte, che, quest’opera di rinnovamento e di risanamento – concernente, nella fattispecie, le forme e le pratiche politiche – non sia stata molto incoraggiata neppure dal decretato scioglimento: dato – se non altro – l’impossibilità di cogliere l’impatto della relativa e rigorosa relazione, che ne ha disposto la motivazione. Non sembra molto azzardato, alla luce di quanto detto, concludere che Taurianova si stia accostando alle nuove elezioni, strascicandosi dietro un quadro socio – politico intrinsecamente debole: identico, molto più di quanto si possa immaginare, al periodo immediatamente successivo all’ultimo scioglimento. Questo, potrebbe ipoteticamente comportare, da una parte, il rischio che la sfera della politica stessa possa vulnerabilmente riesporsi ai condizionamenti dell’onnipresente criminalità organizzata, dall’altra, la necessità di non sottovalutare molto l’eventualità di essere prospettivamente sottoposti a un consequenziale e terzo provvedimento. Che inizino, in ogni caso, i rituali della nuova campagna elettorale, nel rispetto – però – dell’inviolabile valore della dignità umana, come pure nel segno di una privilegiata attenzione alle più delicate problematiche del nostro territorio: a partire – ad esempio – dalla fin troppo marginalizzata cultura, dalla sottovalutata delinquenza, dalle politiche giovanili, dalle strategie di rivitalizzazione del tessuto socio – economico: dunque dalla valorizzazione delle proprie risorse e specificità.
Mimmo Petullà
redazione@approdonews.it