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Ambiente, distrutto il modello Saracena

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SARACENA (Cs) – Da indiscusso esempio virtuoso, studiato ed apprezzato a livello nazionale per i metodi, per l’efficacia, per l’innovazione e per i risultati ottenuti in modo pionieristico nel ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua pubblica, in soli tre trimestri del prevedibile malgoverno della Giunta RUSSO, SARACENA è sparita da tutti i radar, ripiombando nel buio totale dal quale con visione ed abnegazione avevamo contribuito a farla uscire. È quanto dichiara Mario Albino GAGLIARDI, già Sindaco del Paese del Moscato Passito e da tempi non sospetti sostenitore pubblico del Movimento Cinque Stelle (M5S), dando notizia della chiusura ufficiale, questa mattina (mercoledì 14 marzo), da parte dell’attuale Amministrazione Comunale a guida vicesindaco, dell’impianto comunale di lombricoltura; un fatto gravissimo – aggiunge – che, insieme alla progressiva trasformazione in una discarica a cielo aperto di quell’isola ecologica pensata e realizzata come strumento economico all’interno dell’efficientissimo ciclo dei rifiuti lasciato in eredità al territorio, certificano oggi la distruzione definitiva, per conclamata incapacità politica e di governo, di quel modello SARACENA che la Calabria e l’Italia intera in questi anni hanno avuto modo di conoscere ed indicare come esempio da emulare. Nel silenzio diffuso ed assordante – va avanti l’ex Sindaco – SARACENA è purtroppo ritornata al clientelismo peggiore, quello che avevamo estirpato puntando sulla promozione della cultura, dell’identità e dei turismi. Il clientelismo più bieco, quello dello spreco di risorse pubbliche senza prospettiva né meritocrazia; quello perpetrato attraverso ogni mezzo, finanche con l’invenzione di prestazioni di privati ai quali elargire malcelati corrispettivi elettorali. – Dalla sensibilizzazione alla tutela dei beni comuni, dell’acqua pubblica in primis, sulla quale ci siamo distinti per impegno culturale e visione strategica, si è passati alla riproposizione dell’incivile sistema dei favori per accontentare amici e simpatizzanti. Un circuito evidente, privo di qualsiasi prospettiva di sviluppo sostenibile, basato soltanto su un altrettanto evidente flusso di denaro pubblico, sul quale informeremo la città e che – scandisce GAGLIARDI – solo per fare un esempio, sta trovando nei 30 mila euro da spendere subito per il prossimo WINE FESTIVAL, una delle sue più espressioni più inquietanti ed eclatanti. – Dalle sperimentazioni innovative e dai record in tema di differenziata raggiunti in passato e che, tra i tanti venuti da tutt’Italia a SARACENA, anche Luigi DI MAIO ha avuto modo di apprezzare insieme all’allora deputazione calabrese del M5S, si è passati all’incuria ed all’irresponsabilità; fino alla chiusura odierna dell’impianto di lombricoltura che, insieme all’aumento della tariffa rifiuti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, rappresentano emblematicamente la fine vergognosa di un percorso che è stato per anni invece motivo di orgoglio per tutto il Sud. – E che dire del ciclo delle acque? Per il nostro governo efficace, efficiente ed innovativo – prosegue – SARACENA aveva prima anticipato l’esito del referendum diventando poi un caso positivo nazionale del quale ha preso atto lo stesso legislatore modificando il testo unico sull’ambiente. Oggi, anche quel traguardo è messo a rischio dall’incapacità e dallo stallo dell’attuale governo cittadino che non soltanto è stato multato per deficit del sistema di depurazione delle acque reflue ma non ha adottato alcun provvedimento per evitare di essere riassorbiti dal fallimentare sistema regionale dal quale la passata amministrazione volle e seppe uscire, proprio per essere virtuosa e garantire a tutti, pagando di meno, il diritto fondamentale all’acqua pubblica. Per non parlare – conclude GAGLIARDI – dei pianori di NOVACCO e MASISTRO, oggetto e riferimento per anni di politiche ed iniziative lungimiranti di promozione e marketing territoriale 365 giorni l’anno ed oggi completamente abbandonati a se stessi, spariti da ogni e qualsivoglia eventuale attività di comunicazione, letteralmente assenti dall’inesistente agenda politica di sviluppo di amministratori che, tra i loro primi atti, hanno smantellato e distrutto quell’ufficio turistico comunale che non aveva eguali nel territorio per la sua attività di promozione, regalando successivamente ad improbabili gestori quel rifugio ex AFOR che la passata amministrazione aveva recuperato e trasformato in una utilissima struttura ricettiva.