Ance: “Il comune di Reggio non paga i lavori per il restauro del castello aragonese”
redazione | Il 17, Apr 2012
Lavori bloccati da mesi
di SILVIO MARAGUCCI
Ance: “Il comune di Reggio non paga i lavori per il restauro del castello aragonese”
Lavori bloccati da mesi
di Silvio Maragucci
REGGIO CALABRIA – L’associazione nazionale costruttori edili di Reggio Calabria denuncia in una nota ufficiale quanto segue: “I lavori al Castello Aragonese sono fermi da mesi perché il Comune di Reggio Calabria non paga l’impresa appaltatrice dei lavori di completamento e riqualificazione a causa del mancato trasferimento dei fondi regionali, costringendo dal novembre 2011 alla sospensione del cantiere e di fatto sottraendo ai cittadini la possibilità di fruire dell’antico manufatto storico”.
“Il restauro dell’antico immobile era stato finanziato con i fondi regionali dell’Accordo di programma quadro – spiega l’associazione degli edili di Reggio Calabria – e aspira a diventare una prestigiosa sede espositiva per ospitare numerose e importanti mostre d’arte ed eventi culturali”. Indubbiamente, si tratta di un prezioso patrimonio storico e culturale per la città di Reggio Calabria, sottratto alla pubblica fruizione dei cittadini a causa di disfunzioni amministrative che appaiono inestirpabili e insidiano la stessa integrità dei lavori ed il corretto programma della ristrutturazione con il rischio di pregiudicare i lavori di restauro già eseguiti. È importante sapere che il castello aragonese di Reggio Calabria ha più di mille anni di vita. Sotto l’imperatore Giustiniano I, durante la guerra tra i Goti e i Bizantini, Belisario entrò a Reggio per liberarla dai barbari e trovò la città priva di fortificazioni, così il generale ordinò immediatamente il restauro della cinta muraria. La collina del castello divenne quindi il bastione angolare della cinta, rivolto verso la montagna. Tutto ciò creò un centro fortificato, nell’anno 536, che proteggeva il porto di Reggio e tutta la Calabria meridionale.
L’auspicio è che venga al più presto posto rimedio agli imbarazzanti ritardi dell’amministrazione, la quale evidentemente, non è in grado di procurarsi i fondi sufficienti al restauro di un vero e proprio simbolo della città, indispensabili per restituire a tale opera la rinomanza che merita.
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