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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Ancora decisioni antitaliane dalla Svizzera. Un italiano di terza generazione espulso dalla Svizzera Ha commesso alcuni reati. Ma è nato in Svizzera, parla il dialetto bernese ed è sposato con una svizzera. In Italia conosce solo lontani parenti

Ancora decisioni antitaliane dalla Svizzera. Un italiano di terza generazione espulso dalla Svizzera Ha commesso alcuni reati. Ma è nato in Svizzera, parla il dialetto bernese ed è sposato con una svizzera. In Italia conosce solo lontani parenti
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L’antitalianità d’Oltralpe conosce purtroppo anche il placet di alcune autorità.Un
italiano di terza generazione, per come reso noto dalla stampa locale, deve lasciare
la Svizzera dopo aver scontato diversi anni di prigione. La decisione in questione
è stata presa dal Tribunale amministrativo del canton Berna.Le “gravi colpe” dell’uomo
sarebbero di per sé sufficienti a giustificare l’espulsione, si legge nella sentenza
pubblicata in data odierna.Il cittadino, un trentatrenne d’origini italiane ma nato
in Svizzera, fra il 2007 e il 2011 è stato condannato a pene detentive di più anni,
per rapina, furto e altri reati. Dopo la seconda sentenza, il Cantone ha deciso per
l’espulsione.Il Tribunale amministrativo ha oggi confermato questa linea. L’uomo,
per quanto è dato sapere, è attualmente a piede libero, ma avrà tempo fino al
15 gennaio 2015 per lasciare il Paese. Non è ancora chiaro se ci sarà un ricorso
presso il Tribunale federale.L’italiano, nell’impugnare la decisione del Cantone,
aveva però ricordato di essere nato in Svizzera, di parlare il dialetto locale e
di essere sposato con una cittadina elvetica. In Italia conosce invece solo lontani
parenti*.*Insomma, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]” si tratta di una decisione che manifesta il sentimento di antitalianità crescente,
presente anche tra alcune istituzioni d’Oltralpe, che non può non essere oggetto
di una presa di posizione da parte delle nostre autorità, prime fra tutte il Ministero
degli Esteri e la nostra rappresentanza diplomatica in Svizzera prima che si trasformi
in vera e propria xenofobia non solo a danno dei nostri connazionali e dei transfrontalieri,
ma soprattutto per coloro che da generazioni hanno ormai residenza stabile, anche
per nascita, al di là delle Alpi.