Ancora un decreto di chiusura per il Centro Trasfusionale di Lamezia Lo denuncia l'avvocato Nicolino Panedigrano
Avevamo accolto con favore la nomina del Gen. Pezzi a Commissario straordinario della sanità Calabrese, perché l’incarico che il Governo gli aveva espressamente dato era quello di ripristinare la legalità.
Per questo il primo atto da noi compiuto era stato quello di inviargli una dettagliata relazione sugli intrecci di interessi e sulle incompatibilità evidenti che stavano dietro al varo del Decreto 58/2014 sul riordino del servizio Sanitario Regionale, invalido perché firmato da Scopelliti quando era ormai decaduto.
Gli avevamo chiesto, e lo avevano fatto anche il Sindaco e altre associazioni, di essere sentiti per illustrargli il perché quel decreto non poteva essere da lui riproposto pari pari e perché secondo noi creava danni all’intero sistema sanitario calabrese oltre che penalizzava immotivatamente l’efficiente e glorioso Servizio Trasfusionale di Lamezia.
Non c’è stato verso. Il Gen. Pezzi, partito con la solenne dichiarazione che avrebbe ascoltato tutti, ha fatto come l’Amministrazione Regionale che lo aveva preceduto ed ha convalidato senza ascoltare ragioni il Decreto invalido di Scopelliti che declassa il Servizio Trasfusionale del nostro Ospedale in una emoteca dipendente da Catanzaro e aperta solo per sei ore al giorno.
Eppure gli avevamo scritto che il declassamento di un centro trasfusionale che per anni è stato all’avanguardia nella Regione è assolutamente ingiustificato perché il livello di consumo minimo di sangue stabilito per poter essere mantenuto è stato posto in modo arbitrario, non scientifico e voluto per tener fuori proprio Lamezia, che guarda caso quel livello non lo raggiungeva per un soffio, solo per uno 0,6% in meno.
E gli avevamo scritto che chi da Catanzaro (e per favorire il Centro Trasfusionale di Catanzaro che ha interesse a fagocitarci) stava dietro alla proposta del Decreto 58 poteva avere più di un conflitto di interesse. E allora, uno che è venuto per riportare la legalità infranta può permettersi di ignorare questi allarmi?
Gli avevamo scritto anche che nell’interesse della collettività regionale e non solo il centro unico regionale per il servizio trasfusionale non può essere ubicato a Catanzaro. Perché baricentrica non è Catanzaro, ma Lamezia con le sue tante infrastrutture, le sue tante vie d’accesso e persino locali di proprietà dell’ASP idonei a questa funzione.
Per ratificare questi inciuci della nostra politica regionale potevamo tenerci la Stasi e Talarico. Ma il Gen. Pezzi, così facendo, ha ipotecato a cuor leggero la possibilità di sopravvivenza stessa del nostro Ospedale e di realizzarvi, quando e se la politica regionale vorrà rispettare le linee guida che lo impone, il Trauma Center.
E allora non ci resta che fare appello alla città. La difesa del Centro Trasfusionale è infatti il baluardo per difendere l’Ospedale e la possibilità di una sanità migliore non solo per Lamezia, ma per tutta la Regione.
Il Gen. Pezzi ha voluto ipotecare anche le scelte del nuovo governo regionale, che però se sarà più attento potrebbe ancora modificarle. E allora chiediamo al Sindaco e alla amministrazione comunale di mantenere l’ordinanza emessa in agosto, impedendo che nessuno sposti né il personale né le strumentazioni, in modo che il nostro servizio trasfusionale continui a lavorare con tutte le funzioni che sta svolgendo, dopo che ha già la strumentazione mancante e fra poco anche i locali adeguatamente ristrutturati. Mentre al Dr Catalano direttore generale f.f. chiediamo di esigere che venga programmata un’altra visita di accreditamento, che però non deve essere presieduta dalla dr.ssa Rizzo che ha stilato la parte tecnica del decreto 58 e dalla quale deve essere esclusa la dr.ssa Brescia del Centro Trasfusionale di Catanzaro. In caso contrario valuteremo come e a chi segnalare la evidente incompatibilità di ruoli e funzioni di queste due dottoresse.