Angelosanto: “Abbiamo disarticolato l’ala militare della ‘ndrangheta e individuato gli interessi mondiali”
redazione | Il 06, Giu 2012
Reggio Calabria, 250 arresti per reati associativi
Il discorso integrale del Comandante provinciale dei carabinieri Col. Pasquale Angelosanto
Angelosanto: “Abbiamo disarticolato l’ala militare della ‘ndrangheta e individuato gli interessi mondiali”
Reggio Calabria, 250 arresti per reati associativi
REGGIO CALABRIA – “Abbiamo ottenuto la disarticolazione delle componenti militari e individuato le proiezioni extraregionali e ultranazionali di pericolosissime e agguerrite cosche della ‘ndrangheta”. Lo ha detto il comandante provinciale di Reggio Calabria dei carabinieri, colonnello Pasquale Angelosanto, nell’intervento durante la celebrazione del 198/mo anniversario della fondazione dell’Arma. “Abbiamo colpito, in particolare – ha aggiunto Angelosanto – le cosche operanti nell’area metropolitana di Reggio Calabria (con incisivi interventi nei quartieri Pellaro, Condera e Archi, e nei comuni di Campo Calabro, Calanna, Villa San Giovanni e Scilla), nell’area tirrenica (a Palmi, Rosarno e Taurianova) e nella locride (a Gioiosa Jonica, San Luca, Bovalino, Africo, Grotteria e Bruzzano Zeffirio), con l’arresto di circa 250 indagati per reati associativi. L’Arma della provincia di Reggio, per esercitare un efficace contrasto alla criminalità mafiosa si avvale di un modello organizzativo basato su un efficiente strumento, costituito da uomini e mezzi, la cui tenuta e le conseguenti pronte risposte operative sono garantite dall’irrinunciabile status militare, sull’individuazione di linee d’azione prioritarie e su un attento coordinamento interno delle forze. Il modello organizzativo così concepito, modulato sull’assetto territoriale fortemente compartimentato e a questo ancorato, già positivamente sperimentato e noto come ‘Modello operativo Reggio Calabria’, impegna un dispositivo articolato su tutte le sue componenti territoriali, mobili e d’eccellenza disponibili, tra cui i Nuclei Investigativi, i Reparti centrali e Anticrimine del ROS, i Cacciatori di Calabria, i Reparti speciali dell’Arma, le unità delle Compagnie d’Intervento Operativo dei Battaglioni Mobili, i Nuclei Operativi e Radiomobili delle Compagnie e le Stazioni carabinieri, che ricoprono un ruolo fondamentale e di primaria importanza nel controllo del territorio e nella ricerca informativa, funzionali al richiesto contrasto alle articolazioni della ‘ndrangheta e alle sue espressioni. Nell’ambito delle linee d’azione prioritarie, individuate dal nostro Comando Generale – in stretta aderenza agli indirizzi fissati dall’Autorità di Governo nel Piano straordinario contro le mafie – nella disarticolazione delle strutture militari della ‘ndrangheta, nella ricerca dei latitanti, nell’interruzione delle condotte delittuose (tra cui il traffico internazionale di stupefacenti, le estorsioni e l’usura) e nell’individuazione delle ricchezze illecitamente accumulate, l’applicazione del predetto ‘modello’, pienamente integrato nel quadro della strategia definita dal Procuratore distrettuale, e vorrei ricordare a tale proposito il sapiente operato del dott. Giuseppe Pignatone, ha consentito all’Arma di ottenere risultati di tutto rilievo”. Secondo Angelosanto, “assidua, incessante e progressiva è stata l’azione di polizia giudiziaria, in una continuità operativa che ha posto all’attenzione delle più alte istituzioni dello Stato l’operato della magistratura e di tutte le Forze di polizia reggine, tra cui l’operazione ‘Il Crimine’, investigazione di valenza strategica e pietra angolare di tutte le future attività di contrasto, dalla quale sono emerse plurime e incontrovertibili prove sull’assetto unitario della ‘ndrangheta, sull’operatività di organismi di vertice e sulle articolazioni operanti in altre regioni e all’estero, secondo un assetto ordinativo che le conferisce maggiori potenzialità offensiva e capacità intimidatoria, caratterizzandola come una delle mafie più temibili al mondo. Ad una ‘ndrangheta cosi’ organizzata e quindi maggiormente pericolosa, le forze schierate sul campo non possono che rispondere in modo compatto secondo una strategia unitaria, sia nella fase preventiva, al tavolo del Comitato presieduto dal Prefetto, sia operando un intelligente e sinergico sforzo investigativo al tavolo del coordinamento del Procuratore distrettuale. Da tutto ciò l’evidenza che l’Arma della provincia, che ha sempre e nel tempo garantito importanti risultati operativi, oggi è anche partecipe dell’attività concettuale di definizione delle complessive strategie investigative, come è accaduto in alcune grandi operazioni contro l’intero assetto della ‘ndrangheta e in quelle mirate nei confronti di singole cosche della provincia, che hanno contribuito a scrivere la storia giudiziaria del Distretto di Reggio Calabria”. Il Comandante provinciale ha sottolineato anche l’importanza dell’arresto dei latitanti di ‘ndrangheta, facendo riferimento alla cattura di Sebastiano Pelle, Francesco Pesce, Francesco Perre, Rocco Aquino e Rocco Trimboli. Un altro riferimento Angelosanto lo ha fatto ai sequestri di beni, citando quelli eseguiti nei confronti delle cosche Pesce, Condello, Tegano, Libri, Ficara-Latella, Pelle, Morabito, Aquino, Jerino’ e Commisso, per oltre 130 milioni di euro
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