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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 SETTEMBRE 2024

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Antico fa la vittima ma il suo alibi non regge: giù le mani dal diritto di cronaca e alla risata La solidarietà del nostro editore al giornalista Pantano: il candidato sindaco aizza i suoi contro di noi ma è fuori tempo massimo

Antico fa la vittima ma il suo alibi non regge: giù le mani dal diritto di cronaca e alla risata La solidarietà del nostro editore al giornalista Pantano: il candidato sindaco aizza i suoi contro di noi ma è fuori tempo massimo
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di Luigi Longo

Dopo che il nostro Agostino Pantano ha annunciato di voler querelare l’avvocato Domenico Antico, il suo movimento impegnato nella campagna elettorale di Cittanova – forse per precostituirsi un alibi per la futura causa – ha pubblicato un post facebook chiamando in causa la nostra Testata che sarebbe artefice di una macchina del fango col concorso del nostro collega. L’accusa, dopo le offese ricevute da Pantano nel corso della trasmissione di Radio Eco Sud, ci appare francamente stucchevole e ci saremmo astenuti dal commentarla – visto che non è la prima volta che nella storia della politica contemporanea per attizzare l’entusiasmo dei sostenitori si “spara” contro il giornalismo – ma, nostro malgrado, dobbiamo intervenire per tutelare il nostro lavoro. Pantano ha scritto un articolo soltanto sul movimento, che non citiamo qui per evitare di fargli pubblicità o cattiva pubblicità, e tale pubblicazione risale a quasi un mese fa, esattamente il giorno dopo la presentazione delle liste, in occasione della manifestazione pubblica che diede avvio alla campagna elettorale dell’avvocato Antico.

Alleghiamo a questo editoriale il link relativo all’articolo che oggi e solo oggi il movimento considera da macchina del fango, affinché ognuno possa farsi un’idea: non ci pervenne allora, e non ci perviene oggi, alcuna smentita, alcuna richiesta di smentita o di precisazione che noi, essendo una Testata registrata al Tribunale, avremmo avuto l’obbligo di pubblicare. Vi furono soltanto commenti anche malevoli sui social, ma nessuno – neanche il candidato a sindaco – usò mai la grave espressione “macchina del fango”. Non capiamo dunque l’odierno vittimismo, se non per il fatto che siamo a poche ore dalla fine della campagna elettorale, che bisogna rinserrare le fila, trovando nemici che non ci sono. Sorprende inoltre la nuova messa all’indice del lavoro di Pantano e nostro tenuto conto che cordialissimi e distesi sono sembrati i rapporti fino a mercoledì scorso – giorno delle offese in piazza contro il nostro collega – visto che il movimento, prendendo spunto da un passaggio ironico fatti dal cronista in un articolo dedicato ad un altro schieramento, aveva replicato con altrettanto ironia attraverso un video in cui non apparivano quegli “schizzi di fango” che oggi lamentano i sostenitori di Antico, tutt’altro: si parafrasava quell’articolo dicendo “la lista esce dai box” e si rispondeva con ironia all’ironia, altro che diffamazione.

Nell’esprimere quindi solidarietà a Pantano, e nel respingere l’attacco che come Testata subiamo, consigliamo una diversa linea difensiva all’avvocato Antico per il futuro: non esiste alcun collegamento tra quel primo e unico articolo a lui dedicato e le gravissime minacce che egli ha rivolto a Pantano nel corso dell’intervista collettiva fatta in piazza. Egli avrebbe dovuto smentire l’articolo, caso mai, giammai apostrofare con epiteti irricevibili – e prima di sentire la domanda che il giornalista gli voleva rivolgere – in un modo che anche il pubblico e il conduttore della serata hanno censurato. La dialettica tra giornalismo e politica, specie ai tempi delle gogne nelle piazze virtuali, non puo’ arenarsi anche nelle piazze vere: è la democrazia che ne esce male perché le regole vanno rispettate e chi duole constatare che chi si candida a governare il paese non ha rispettato né le norme sulla stampa né i codici delle buone maniere. Girano finanche sui social delle lettere indirizzate a Pantano, scritte probabilmente da giovani sostenitori delle liste. Esse sono apparse, cosi ci sembra, nelle ultime ore ovvero dopo che il giornalista ha deciso di tutelarsi assieme a noi nelle sedi giudiziarie: bastava indirizzarle al nostro Giornale se si voleva veramente contestare quel primo articolo, ma ci accorgiamo che anche queste lettere – che contengono critiche legittime – fanno parte della “strategia dell’alibi e della reazione”.