Antonino Caridi, un uomo tra gli uomini I “perché” di un fenomeno cittadino
Prefazione. Vuoi essere un grande?Comincia con l’essere piccolo. Vuoi erigere un edificio che arrivi fino al cielo?Costruisci prima le fondamenta dell’umiltà. (Sant’Agostino).
L’umiltà. Un semplice sostantivo che raccoglie in sé molti valori nell’agire, nella condizione umana e nei nostri comportamenti quotidiani. L’umiltà è modestia ed essa è una condizione priva di superbia.
Winckelmann, che non è come potrà sembrare una marca di tabacchi ma un famoso archeologo, disse che “L’umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza”. E attraverso queste sorgenti che nascono le poesie, le ispirazioni della vita, un panino con la mortadella e una birra presi in un impeto di ingordigia (ed è ciò che sto mangiando adesso, l’odore della mortadella era irresistibile, quasi ingestibile come il canto delle sirene di Ulisse). E così come nasce un sogno, una “sorgente di bellezza” e quindi colma di umiltà, così è nato Antonino Caridi.
Antonino Caridi detto “Nino” nel silenzio più profondo del suo dire e del non dire, tra un ghigno beffardo e un viaso paonazzo ha rubato la scena in così poco tempo a quella che ere (e di ciò che ne era rimasto), della cosiddetta politica taurianovese. Divenendo un ago della bilancia, quasi irrinunciabile come il ruttino dopo mangiato, la luna che fa l’amore con il sole o come la pennichella pomeridiana (oramai in netto disuso, in quanto abitudine “asfaltata” come anche chi la pratica, dallo stesso Caridi).
Riflettiamo per un attimo, correva la fine del 2015, Taurianova era una città reduce dalle macerie di un serie di scioglimenti per infiltrazioni mafiose, i commissari prefettizi sembrava che avessero trovato luogo interminabile e infinito per una seconda residenza. Viene eletto un sindaco, Fabio Scionti con lo slogan del cambiamento, ma tutto questo si trasforma in una stasi con annesso dissesto finanziario. C’è una giunta ovviamente e ci sono appunto delle persone che la compongono (a titolo di cronaca e per dovere di servizio di questa rubrica va precisato che c’è pure un vicesindaco e gli altri componenti della giunta sono esseri umani viventi). Per due anni abbiamo assistito oltre alle cose brutte (che condanniamo fermamente), anche a cose meno brutte, ad esempio, abbiamo assistito a iniziative belle, ottime, utili come il “Festival del torrone”, “Street food”, la manifestazione sui libri. Abbiamo visto anche altre cose, tipo…che ne so altre cose, come ad esempio…cioè quelle cose, quelle robe del tipo, come quelle azioni che, sì alcune cose che hanno fatto e che hanno portato…per ora non mi vengono, ma appena ritorneranno nella mente, prometto che le scriverò.
Il tutto sembrava una fossilizzazione degli effetti, tranne qualche sprazzo di impetuosità in qualche civico consesso, qualche show da festival di Sanremo con annessa balaustra o piagnisteo da muro del pianto insieme a fuoriuscite dalla maggioranza clamorose (finite poi nel dimenticatoio per effetto del Caridi). Per farla breve, c’era una situazione di stasi, un susseguirsi di pennacchi, un rincorrere finanche operatori televisivi per dire, “Ci sono anch’io”, o un ricevere strette di mano di funeraleschi modi al termine di un evento, erano nei fatti questi i momenti topici di ampio risalto per chi fosse un pennacchio ad oggi peggio di “Spelacchio”.
Dopo una serie di salvataggi in extremis per opera della beata mano di un “santo” così’ definito “Rocco del Mutuo Soccorso” in più di un’occasione, artefice anch’esso e soprattutto ispiratore dell’effetto Caridi, il quale sta dirompendo con la assidua presenza in ogni dove. Compreso il web. Con l’ubiquità della sua forma sostanziosa nel social sta diventando (anzi è diventato) una sorta di eroe borghese dei nostri tempi. Chiunque viene a Taurianova, chiede di Caridi, senza nulla togliere al sindaco Fabio Scionti già Gastone Paperone (che di certo non ne ha bisogno perché ha fama, virtù e altro di prezioso che tutti invidiano), quale auguriamo lunga vita amministrativa perché il rispetto del voto che l’hanno voluto primo cittadino è sacro. Così’ come è questa la volontà di Caridi come di Rocco dei beati del Mutuo Soccorso, “per il bene del paese”. E l’umiltà che fa la differenza perché da essa si ottiene la bellezza del mondo e la freschezza dei sorrisi, Caridi l’ha capito e si è immedesimato come in quel Vangelo quando Luca scrisse “Infatti, chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”, Antonino Caridi “serve” mentre altri stanno comodamente seduti a tavola.
Ps. Morale di tutto, per un pizzico di umiltà si salverà il mondo, e che insieme ad un sorriso colmo di volontà, seppur nelle cose semplici, forse si riuscirà anche a risollevarlo.
Ps2. E che nessuno si azzardi, solamente a pensarlo, che io scriva sotto dettatura o altro, mai fatto in tanti anni di Lanterna. A buon intenditor…