Antonio Padellaro oggi a Tabularasa Appuntamento alle ore 21 nell’Arena dello Stretto su Lungomare di Reggio Calabria. Domani, alle 19, la presentazione del romanzo “Democracia Futebol Clube”
È Antonio Padellaro, giornalista e saggista, già direttore del Fatto
Quotidiano e dell’Unità, il prestigioso ospite di Tabularasa che, dopo la
pausa di ieri, riparte questa sera, alle ore 21 nello
splendido scenario dell’Arena dello Stretto sul Lungomare di Reggio
Calabria.
Partendo dalla sua ultima opera, “Il Fatto personale”, Padellaro
ripercorrerà gli ultimi anni della vita politica e sociale italiana, da
Berlusconi a Renzi, da Tangentopoli ai giorni nostri, raccontando episodi
poco conosciuti sullo sfondo di esaltanti esperienze editoriali.
Il mondo della politica e il mondo del giornalismo messi a confronto, il
“cane da guardia del potere” che troppo spesso diventa “cane da salotto”:
sono alcuni dei temi che Padellaro approfondisce in modo lucido e ironico,
partendo dalle sue esperienze di direttore dell’Unità e del Fatto
Quotidiano. Esperienze che hanno avuto due punti in comune: l’avversione
del potere politico, anche quello “teoricamente” amico; il successo
editoriale, che nel caso del Fatto quotidiano rappresenta un vero e proprio
caso in un mercato asfittico.
Con Padellaro sarà ospite Giandomenico Crapis, storico dei media e
collaboratore del Manifesto.
*Antonio Padellaro*
Giornalista e saggista italiano. Laureato in giurisprudenza, nel 1968 è
diventato giornalista professionista, lavorando per l’Ansa. Ha lavorato per
il Corriere della Sera dal 1971 al 1990 come redattore e responsabile della
redazione romana. Nel 1990 è stato assunto da L’Espresso di cui è stato
vicedirettore. Nel 2001 è passato a lavorare per L’Unità, di cui ha
ricoperto il ruolo di direttore dal 2005 al 2008. Dal 2009 al 2015 è stato
direttore de Il Fatto Quotidiano, quotidiano che ha contribuito a fondare,
e dallo stesso anno è Presidente della Società Editoriale il Fatto ed
editorialista del giornale. Tra le sue pubblicazioni: Senza cuore. Diario
cinico di una generazione al potere, 2000; Non aprite agli assassini. Il
caso Fenaroli e i misteri italiani, 2001; Il libro nero della democrazia.
Vivere sotto il governo Berlusconi, con F. Colombo, 2002; Io gioco Pulito,
2009; Il Fatto personale, 2016.
*Giandomenico Crapis*
È nato a Lamezia nel 1955, dove vive. Fa il medico di professione, ma da
tempo si occupa di storia della televisione italiana e di sociologia dei
media. Il suo primo lavoro è stato “La parola imprevista. Intellettuali,
industria culturale e società all’avvento della tv in Italia”, (Edizioni
Lavoro). A questo sono poi seguiti “Il frigorifero del cervello. Il Pci e
la tv da ‘Lascia o raddoppia’ alla battaglia contro gli spot” (2002,
Editori Riuniti), “Politica e televisione negli anni novanta” (2006
Meltemi), “Michele Santoro. Comunque la pensiate” (2010 Aliberti ) e il più
recente “Ha vinto la tv. 60 anni di politica e televisione da De Gasperi a
Grillo” (2014 Imprimatur), con prefazione di Marco Damilano. Ha collaborato
e collabora con articoli a saggi alla rivista del Mulino “Problemi
dell’informazione”; in passato ha scritto per L’Unità e il Fatto
quotidiano. Collabora attualmente a il Manifesto.
Al Caffè Malavenda “Democracia Futebol Clube”, il romanzo di Francesco Villari e Marco Di Grazia , domani con la giornalista Paola Bottero e il Maestro Salvatore Familiari
Domani, alle ore 19, la rassegna Tabularasa 2016 ospiterà, presso il Caffè Malavenda in via Zecca, 1, la presentazione del romanzo “Democracia Futebol Clube”, scritto a quattro mani dal giornalista reggino Francesco Villari con Marco Di Grazia. All’evento interverrà la giornalista Paola Bottero, mentre l’accompagnamento musicale sarà affidato alle chitarre del Maestro Salvatore Familiari.
Pubblicato dalla casa editrice Alter Ego nella collana Specchi e impreziosito dalla prefazione di Darwin Pastorin, “Democracia Futebol Clube” è un libro sul calcio come metafora della libertà e narra la storia di Carlos Alfonso Junior Pereira, per tutti Alfo o Sapo, dalle favelas di Sobral alla Seleção, dal futebol giocato a piedi nudi sulla spiaggia agli scarpini e alla maglia numero sette, come Garrincha.
Di Grazia e Villari nel loro secondo romanzo tratteggiano abilmente, in un sottile gioco di rimandi e flashback, la storia di un uomo, del calcio e di un intero Paese dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Novanta prendendo spunto dalla “Democracia Corinthiana” di Socrates, esperimento di calcio autogestito che ebbe vita tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta e che prevedeva la gestione democratica e condivisa della squadra del Corinthians in tutti gli aspetti decisionali, da quelli tecnici a quelli economico-finanziari. Un modello rivoluzionario che riuscì a stimolare la coscienza collettiva di un intero popolo oppresso dal regime dei generali, instillando una nuova consapevolezza sociale e politica negli animi brasiliani.
Democracia Futebol Clube si rivela un libro “intenso, dai tanti colpi di scena, palpitante”, come lo definisce Pastorin, scritto da due “funambolici scrittori, dotati di fantasia e dalla penna facile, che sono stati, evidentemente, baciati in fronte e nel cuore da Osvaldo Soriano: perché sono davvero sognatori, ribelli e fuggitivi”. Un romanzo che narra gli affetti, l’amicizia, l’amore, le passioni, gli ideali, i sogni, la lotta contro la dittatura e i regimi militari, il ripudio della violenza, l’imprescindibile valore della condivisione. Come sottolinea ancora Pastorin, nella sua toccante prefazione, “una storia così forte, così densa di speranza e di utopia, così ricca di letteratura e di poesia”.
Francesco Villari, nato a Reggio Calabria nel 1973, è scrittore, sceneggiatore, autore teatrale e giornalista. Conduce la trasmissione radiofonica “Cartoline rock”. Ha pubblicato “L’Ottavina di Dio” (Città del Sole Edizioni, 2009), scritto con Marco Di Grazia, e “Cartoline Rock – Guida imperfetta all’ascolto di centouno canzoni definitive della storia del rock” (Edizioni Conoscenza, 2015).
Marco Di Grazia è nato a Pescia (PT) nel 1969. Soggettista e sceneggiatore di fumetti, conduttore radiofonico e televisivo, nel 2003 ha vinto il concorso “Giallowave”. Ha pubblicato nel 2007 il romanzo “Li chiamavano Bartali e Coppi”, nel 2009 “L’Ottavina di Dio”, scritto con Francesco Villari, e nel 2013 una storia a fumetti nell’albo celebrativo “Vent’anni” dedicato al personaggio Desdy Metus – l’Insonne.