Antonio Scalzo eletto presidente del Consiglio regionale. Vice sono D’Agostino e Gentile Al via la legislatura con la prima seduta consiliare, con il candidato del centrosinistra che è stato ufficializzato da Guccione prima di trovare i voti necessari alla prima votazione
REGGIO CALABRIA – Antonio Scalzo è il nuovo presidente del Consiglio regionale dlela Calabria. La votazione è appena terminata. Trentuno i presenti, 24 i votanti, 2 schede nulle e 22 voti per Scalzo. Il neo presidente infatti ha incassato i voti della maggioranza di centrosinistra, mentre nelle file dell’opposizione, eccezion fatta per l’Ncd, i consiglieri di Forza Italia e del gruppo Cdl hanno assistito alla votazione in piedi, dietro ai loro scranni, e non hanno votato.
Quarantacinque giorni dopo le elezioni, la Calabria, quindi, ha la sua amministrazione regionale. La seduta consiliare è iniziata intorno alle 14,30, oltre tre ore dopo il previsto. All’ordine del giorno c’era l’elezione del presidente che, come annunciato al termine della riunione di maggioranza, sarà Antonio Scalzo, renziano su cui ha puntato anche il partito nazionale provocando la ferma reazione di Vincenzo Ciconte, contrariato per questa scelta.
Per regolamento occorreva la maggioranza qualificata dei 2/3, quindi 21 voti, per essere eletto ai primi due scrutini e il centrosinistra ne aveva solo 20. Se non ci fosse stato questo accordo, Scalzo avrebbe dovuto attendere la seduta di giovedì insieme a tutto l’ufficio di presidenza.
A confermare il nome di Scalzo era stato Carlo Guccione, del Pd, primo eletto in Calabria alle elezioni regionali, al termine della riunione del centrosinistra che si è tenuta prima del via dell’assemblea, ma l’indicazione era già trapelato dalla riunione di martedì.
Scalzo, neo eletto presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha tenuto il suo primo discorso, assicurando che i lavori della sua presidenza sarà improntato «in sinergia con il progetto di rinnovamento della Calabria che ha in Mario Oliverio il suo principale interprete». Scalzo ha rivolto un saluto al capo dello Stato Giorgio Napolitano, così come prima lo aveva indirizzato anche Pino Gentile, e al premier Matteo Renzi.
Scalzo ha ricordato l’enorme responsabilità «che il mio e il nostro ruolo ci imporrà, oggi la Calabria è la regione più povera del paese, vi è povertà galoppante, una presenza sempre più pervasiva della ‘ndrangheta». Per far fronte a tutto ciò, ha detto Scalzo, occorrono «risposte rapide, concrete e durature, occorre il coraggio dell’innovazione».
Scalzo, infine, ha ricordato l’omicidio del vice presidente del consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre 2005 a Palazzo Nieddu del Rio a Locri, mentre si recava a votare per le primarie della sinistra.«I calabresi vogliono essere parlati…ma non troppo» ha aggiunto Scalzo citando Corrado Alvaro, «i calabresi oggi chiedono sobrietà e rigore, e non più chiacchiere».
Subito dopo sono stati eletti anche i due vicepresidenti. Si tratta di Francesco D’Agostino e Giuseppe Gentile. L’elezione si è conclusa , con i seguenti risultati: presenti e votanti 31, D’Agostino 14, Gentile 8, Domenico Tallini 4, Ennio Morrone 3, schede bianche 2. D’Agostino è esponente della maggioranza di centrosinistra, mentre Pino Gentile è eletto nel Ncd, e i dati di voto evidenziano che su Gentile sono stati dirottati anche i voti di alcuni consiglieri di centrosinistra. I due candidati di Forza Italia, Morrone e Tallini, invece, hanno raccolto solo i voti della loro lista e presumibilmente della Cdl.
Il presidente uscente Francesco Talarico, a conclusione dei lavori dell’Assemblea, ha salutato il neopresidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo, eletto oggi dall’Aula al primo scrutinio.
Nel corso dell’incontro che si è tenuto nello studio di Palazzo Campanella, Francesco Talarico ha voluto porgere “i più sinceri auguri di buon lavoro”.
“Sono certo – ha detto Talarico – che Antonio Scalzo saprà interpretare al meglio il ruolo prestigioso al quale è stato chiamato, alla luce della sua significativa esperienza e delle sue doti di equilibrio e moderazione, proseguendo in una prospettiva di continuità l’opera di modernizzazione della regione. Conosco da molto tempo, anche per ragioni di affinità territoriale, Antonio Scalzo e sono convinto che egli si farà garante, per il suo ruolo super partes, di tutte le forze politiche rappresentate in seno all’Assemblea nonchè delle istanze di sviluppo espresse dai calabresi”.
Il presidente Antonio Scalzo ha ringraziato Talarico “per le parole di apprezzamento espresse nei suoi confronti. Spero – ha aggiunto Scalzo – di riuscire a interpretare nel migliore dei modi questo prestigioso incarico. Il Consiglio regionale ha il compito impegnativo e ineludibile di ridare speranza e fiducia al popolo calabrese, contribuendo a condurre la nostra terra fuori da una crisi senza precedenti”.
Ecco l’intervento del nuovo presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo:
“Presidente, Onorevoli colleghi,
E’ con grande gioia e con immensa emozione che assumo questo prestigioso incarico.
Voglio anzitutto rivolgere ilo mio pensiero e il mio saluto a tutti i cittadini calabresi, in particolare a coloro che sono messi a dura prova ad una crisi economia senza precedenti.
Ringrazio voi, carissimi colleghi, per avermi concesso l’onore di presiedere questa Assemblea.
Un ringraziamento particolare al presidente Mario Oliverio, che ha creduto in me, mi ha sostenuto e mi ha dato modo di apprezzare le sue straordinarie qualità politiche e, soprattutto, umane. Intendo, fin da subito, evidenziare che lo svolgimento dell’attività istituzionale si dispiegherà in sinergia col progetto di rinnovamento della Calabri ha in Mario Oliverio il suo principale interprete.
Ringrazio il mio partito e la coalizione di centrosinistra di cui sono espressione.
Lasciatemi esprimere anche un saluto ed un ringraziamento particolare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per il suo impegno a tutela delle Istituzioni e del bene prezioso dell’Unità del Paese.
Un ringraziamento al premier Matteo Renzi per l’attenzione che ha già manifestato alla Calabria definita “la madre di tutte le battaglie” non solo per il riscatto del Mezzogiorno ma per l’intero Paese.
All’orgoglio che provo nell’assumere questo nuovo ed importante impegno, fa da contraltare la consapevolezza dell’enorme responsabilità che il mio e il nostro ruolo ci imporrà nel corso della decima legislatura.
Oggi la Calabria è la regione più povera del Paese.
Ha una disoccupazione giovanile – il 65 per cento – che è uno scandalo sociale;
– vi è una povertà galoppante che coinvolge non più soltanto i ceti sociali meno abbienti;
– registriamo una pesante crisi del sistema produttivo non più in grado di assicurare i livelli occupazionali esistenti;
– la stretta creditizia operata dal sistema bancario deprime investimenti e idee imprenditoriali;
– la caduta degli investimenti pubblici agisce ferocemente su economie come la nostra;
– i comuni presentano difficoltà enormi nel fronteggiare i bisogni basilari;
– la presenza sempre più pervasiva della mafia nelle attività economiche e il condizionamento sulle istituzioni democratiche
La politica in generale, ed a maggior ragione quella calabrese, sono chiamate ad un duro banco di prova, rendere conto del proprio operato con risposte rapide, concrete e durature.
Per quanto riguarda la nostra regione, occorre:
– il coraggio dell’innovazione, attraverso un “Patto per la crescita” che aiuti le piccole imprese in sinergia con le Università
– una netta discontinuità politica ed amministrativa col passato;
– un netto richiamo all’esercizio della responsabilità da parte delle classi dirigenti.
Occorre piena consapevolezza dei complessi problemi che viviamo, perché siamo dentro un profondo mutamento della struttura societaria.
In più, soffriamo una crisi economica che, mentre vede gli Stati dell’Eurozona rinunciare a scelte fondamentali, non registra alcun miglioramento nella qualità della vita dei cittadini, anzi amplia le povertà e le ingiustizie sociale.
In Europa il 2015 non promette niente di buono per i Paesi con un debito pubblico come il nostro. Sicché, ad ogni Istituzione pubblica e privata è richiesto un impegno straordinario e di segno riformista, finalizzato a alla crescita sociale ed economica.
Si aggiunga, tornando a noi il rischio per la spinta neocentralista che mira ad indebolire funzioni e ruolo delle Regioni, riducendone le competenze, con la conseguenza di deprimere la rappresentatività democratica dei territori.
Il nostro compito, pertanto, ad incominciare da quest’Aula di democrazia, risulta, com’è evidente, particolarmente gravoso.
Se non riusciremo a rimettere in sesto la Regione, anzitutto ottimizzando la spesa pubblica, partendo dall’utilizzazione dei fondi comunitari su cui già il presidente Oliverio è all’opera, rischiamo di essere gli ultimi esponenti di un’Istituzione alla deriva.
Per me, avviare i lavori della prima seduta della X Legislatura, è un grande privilegio che spero di meritarmi attraverso un impegno quotidiano che – assicuro fin d’ora – sarà assiduo, puntuale, scrupoloso.
E’ mia intenzione fare del Consiglio regionale, assieme a tutti voi, una sede aperta ai calabresi: trasparente, produttiva, efficiente, attraverso:
1) il lavoro delle Commissioni
2) la valorizzazione dei tradizionali strumenti di impulso e controllo democratico come le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni
3) l’iniziativa legislativa, sganciata da influenze settoriali che hanno pesato negativamente sulla qualità delle leggi.
Tutto ciò ci aiuterà a dare un’altra immagine dell’Assemblea legislativa e a riguadagnare la fiducia dei cittadini.
Il Consiglio regionale non deve più essere un luogo costretto, com’è accaduto nel passato, a chiudersi a riccio dinanzi alla protesta sociale. Ma deve essere un luogo privo di opacità, dove ciò che accade è reso conoscibile all’opinione pubblica. In tal senso, il ruolo dell’informazione è indispensabile: un’informazione libera è uno dei fondamenti della democrazia. Perciò, ringrazio fin d’ora i giornalisti che seguono i nostri lavori ed a tutti loro assicuro la nostra massima e sincera collaborazione.
Tutto ciò potrò ridare autorevolezza e prestigio all’Assemblea legislativa .
L’avvio di una fase di riforma dello Statuto e della stessa legge elettorale, come annunciato dal presidente Oliverio, proprio per garantire la democraticità di normative così delicate, va nella stessa direzione…
Insomma un Consiglio regionale in grado di colloquiare con le forze sociali, con le organizzazioni professionali e con i comuni, avamposti fondamentali della democrazia
Un’Assemblea regionale che sappia valorizzare la sua presenza nell’organismo nazionale dei Consigli regionali, dove pervengono stimoli legislativi ed opportunità che non possiamo perdere.
In quella sede, inoltre, occorrerà partecipare alla discussione sulla riforma del bicameralismo e l’istituzione del Senato delle autonomie che possa consentire alle Regioni di avere un luogo di confronto e di rappresentanza nazionale.
Un’Assemblea che inizi ad occuparsi del Mediterraneo, che fornisca allo stesso Esecutivo regionale, magari attraverso l’istituzione di uno specifico Osservatorio sul Mediterraneo, elementi che consentano alla Calabria di svolgere un ruolo utile per popoli in sofferenza e proficuo per la valorizzazione delle nostre risorse ambientali, economiche e culturali…
Queste indicate, sono alcune delle linee di lavoro che costituiscono l’impegno che intendo svolgere. Un impegno che sapremo portare avanti:
- a) insieme a tutte le forze politiche presenti in quest’Aula
- b) insieme al mondo associazionistico, al volontariato, alla Chiesa calabrese ed alle istanze più rappresentative, sociali, economiche e culturali della nostra terra:
- c) insieme alla Calabria ed ai calabresi onesti.
Proprio in virtù dello stretto legame che deve intercorrere fra le istituzioni da noi rappresentate ed i cittadini, non possiamo ignorare il fenomeno dell’antipolitica. E’ necessario ridare dignità al ruolo che sdiamo chiamati a svolgere, riacquistando la fiducia dei cittadini attr5averso un quotidiano impegno, rivolto a dare credibilità al nostro operato.
Un’attenzione particolare, è importante riservare alle tante “Calabrie” della diaspora, per tentare di trasformare un dramma sociale – qual è stato l’emigrazione – in un’occasione di sviluppo per la Calabria, considerato che i suoi migliori ambasciatori oggi sono proprio le nostre comunità all’estero
Prima di concludere, avverto l’obbligo di ricordare a tutti noi, che l’Aula in cui ci riuniamo è intitolata al vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre del 2005 mentre a Locri si recava al seggio delle primarie dell’Unione.
E lo faccio, non solo per ricordare uno di noi.
Ma per rimarcare, anche in questa giornata particolare, che la Calabria purtroppo continua a fare i conti con la mafia più potente, che tenta di condizionare le istituzioni.
A noi è richiesta, in questa battaglia che intendiamo combattere a viso aperto, una dose ulteriore di responsabilità rispetto al cittadino comune.
Sottolineo, infine, l’importanza che l’Expo 2015 ha per la Calabria e per la promozione della Dieta mediterranea. Nell’esposizione mondiale di Milano sarà quindi importante esserci, col comparto agroalimentare, con la bellezza dei nostri borghi e del nostro entroterra, ricco di storia e di tradizioni.
Sono convinto – concludendo – che se impostiamo la X Legislatura lungo le direttrici programmatiche indicate dal Presidente della Regione e da quelle dal sottoscritto , otterremo risultati. Miglioreremo la qualità della politica e daremo nuovo impulso all’Istituzione per la quale operiamo all’insegna di un impegno incentrato sui fatti e sulla verità.
I calabresi, diceva uno dei più grandi scrittori del Novecento, il nostro Corrado Alvaro, vogliono essere parlati. Ma non troppo, aggiungo io sommessamente . E non solo per scongiurare una delle quindici malattie indicate (per la Curia) da Papa Francesco: “il terrorismo delle chiacchere”.
Ma anche perché il nostro tempo e i nostri problemi abbondantemente noti, non consentono più parole. O comunque non solo parole.
I calabresi alla politica oggi chiedono sobrietà e rigore nei comportamenti e nell’azione quotidiana. Ma sobrietà e rigore sono richiesti non solo in termini di spending review. Un intervento che pure è fondamentale. Occorre che la politica e le classi dirigenti calabresi avvertano l’urgenza di fare bene le cose che fanno, puntando a ricucire il filo spezzato della memoria, recuperando la nostra storia e valorizzando le nostre tradizioni, perché se non si capisce da dove veniamo difficilmente sapremo dove intendiamo andare.
In tal senso, ritengo formidabile la lezione del Papa che “viene dalla fine del mondo”. La sua esortazione a recuperare concetti come umanità e solidarietà, nel nostro vissuto quotidiano, e ad allontanandoci dalla “patologie del potere” e “dall’impietrimento mentale e spirituale”, può senz’altro aiutarci!
Grazie e buon lavoro!”
Ecco l’intervento del consigliere anziano Antonio Gentile:
“L’augurio è che questo quinquennio porti progresso e benessere alla nostra Calabria e sappia cogliere i bisogni inespressi di una popolazione sfiduciata e impoverita da una crisi economica che non ha avuto eguali nemmeno nella drammatica storia del novecento”.
Con queste parole, il consigliere più anziano Giuseppe Gentile, successivamente eletto vicepresidente di minoranza, ha aperto la prima seduta della decima legislatura, rivolgendosi anche “alla stragrande maggioranza dei calabresi che non ha votato alle ultime elezioni regionali, inviando un messaggio chiaro e netto di sfiducia verso le istituzioni che va ascoltato e compreso, ma non cavalcato sull’onda dell’antipolitica. Per ognuno di noi, che è stato scelto dal popolo calabrese, quel dato è sconfortante e ci incita ad essere attori di una stagione che sia caratterizzata dall’impegno costante e credibile e che avvicini l’opinione pubblica alla politica”.
“Per questo, non dobbiamo mancare di rispetto all’Istituzione , poiché essa è il frutto di democrazia popolare – ha continuato Gentile-. Dobbiamo amarla e rispettarla, ridandole prestigio e se la Giunta regionale è legittimata dal consenso e la norma assegna prevalentemente al Presidente il compito di governare, sarebbe sbagliato, però, pensar che tutto questo porti ad un’autoreferenzialità, come è accaduto nel passato recente e meno recente”.
Per Gentile, “le azioni di governo vanno indirizzate ad un benessere che è patrimonio universale. La pubblica amministrazione, specie nel Sud, gode di pessima fama e non sempre a torto. La sua impalcatura nel regionalismo è ancora quella di un elefante al cui interno si muovono troppe discrezionalità. E’ fondamentale – ha aggiunto ancora Gentile- che si possa dare senso compiuto alle necessità di giovani, e meno giovani, che ambiscono a concorsi, selezioni, trasparenti e meritocratiche. Non si tratta di mettere in gioco scontri tra legislatori e dirigenti, ma di condividere le responsabilità e attuare fino in fondo le riforme, facilitando anche un ricambio generazionale nelle strutture”.
Ricordando che “la politica si è autoridotta i compensi “, per il vicepresidente la stessa cosa andrà fatta con i dirigenti, utilizzando le risorse risparmiate per aiutare i più deboli. E’ altrettanto fondamentale – ha rilevato Gentile- che si avviino riforme che non vadano in contrasto con la legge dello Stato e si concertino azioni che possano contemporaneamente tutelare le funzioni di ognuno, senza buttare a mare il regionalismo”.
Riguardo Giunta e Consiglio, Giuseppe Gentile richiama una proficua collaborazione, nell’ambito delle specificità assegnate loro dalla legge, così come la necessità “che la nostra sanità torni a regime, godendo di quei diritti che altre Regioni hanno potuto godere. La Calabria ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutte le altre Regioni italiane e per questo dovremo lottare, tutti insieme, per sanare una ferita aperta. Si tratta di compiti, di onori e oneri che vanno alla maggioranza, ma di cui la minoranza non può essere estranea specie in un’Assemblea ridotta a trenta componenti. La lontananza netta e decisa dalla criminalità è un percorso che deve tenerci tutti uniti, realizzando nel contempo iniziative di sviluppo dei territori”.
A conclusione del suo intervento, Giuseppe Gentile ha salutato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, “che tra pochi giorni lascerà volontariamente il Quirinale e a cui siamo tutti grati per la grande figura di statista denotata anche in questo gravoso impegno” e Flora Sculco, unica rappresentante del mondo femminile, dicendosi “dispiaciuto per l’esigua presenza di un mondo vitale, che è all’avanguardia nei processi migliori che si compiono all’interno della Calabria”.
Nella speranza “che la Giunta possa valorizzare le attese della regione intera in merito all’Expo 2015, occasione di rilancio preziosa per tutto il territorio nazionale”, il vice presidente ha richiamato la storia culturale di una terra che ha dato prestigio e lustro al pensiero occidentale. “E’ una storia scolpita in questo Palazzo che porta il nome di uno dei più grandi filosofi della storia calabrese”, ha concluso Gentile.
Dichiarazione del neoeletto Consigliere segretario Giuseppe Neri (Democratici e Progressisti)
“Sono ovviamente soddisfatto della mia elezione a Consigliere segretario del Consiglio regionale della Calabria. Rimane tutta in piedi, però, una considerazione di ordine politico che riguarda i voti riportati da me e dal collega Graziano, eletto in quota minoranza. L’esito della votazione deve far riflettere il Governatore ed il segretario regionale del Pd, dinanzi ad un risultato non certo confortante per la maggioranza stessa, che inficia, negativamente ed inopinatamente, la capacità di tenuta della coalizione che i calabresi hanno scelto per governare la Calabria nei prossimi cinque anni”.
Dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio regionale, Giuseppe Gentile
“L’esito del voto con la mia elezione a Vicepresidente del Consiglio regionale, testimonia la volontà di Ncd circa la prosecuzione di un percorso di apertura e di confronto che nei mesi scorsi era stato avviato dal Nuovo centrodestra e dal Pd. L’esito del voto odierno per la costituzione degli organismi di governo dell’Assemblea regionale invera questa volontà di alleanza e irrobustisce la volontà di dialogo tra due forze politiche che hanno molto a cuore le sorti della Calabria”.
Le congratulazioni di Enzo Bruno ad Antonio Scalzo
“L’elezione a presidente del consiglio regionale della Calabria di Antonio
Scalzo ci riempie di soddisfazione ed orgoglio per quello che rappresenta:
non solo il giusto riconoscimento al costante e continuo lavoro
dell’amministratore, del dirigente politico e dell’uomo di Partito, ma
anche il segnale di una particolare attenzione all’area centrale della
Calabria, alla provincia di Catanzaro, al capoluogo di Regione. Le qualità
personali e politiche di Scalzo, la sua esperienza e la sua sensibilità, la
grande attenzione che nel corso degli anni ha saputo dimostrare e garantire
al territorio rappresentano una garanzia indiscutibile del buon lavoro che
saprà svolgere, con equità ed equilibrio, nell’interesse della crescita
sociale e culturale dell’intera regione.Alla mia personale soddisfazione si aggiunge quella della segreteria
provinciale del Partito democratico di Catanzaro che, nel corso degli
ultimi mesi, assieme a Scalzo ha contribuito a costruire un percorso
politico e programmatico radicato, attento alle problematiche e alle
istanze provenienti dal territorio, aperto alle sensibilità civiche e
sociali che ha dimostrato di dare i suoi frutti.L’elezione di Scalzo rappresenta anche un importante riconoscimento per il
lavoro politico svolto in questi mesi dall’intera Federazione provinciale
del Pd di Catanzaro.A Scalzo arrivi il più sincero augurio di buon lavoro, con il sostegno
istituzionale e politico di tutti noi”.
Intervento di Nicola Irto (PD) sulle odierne elezioni al Consiglio Regionale
«Voglio intanto esprimere piena soddisfazione per l’elezione di Tonino Scalzo a Presidente del Consiglio Regionale della Calabria. Il fatto che sia stato poi eletto alla prima votazione segnala, oltre che il suo personale prestigio, l’allargamento della coalizione che ha eletto Mario Oliverio Presidente della Regione. Anche la votazione per la carica di vicepresidente mi pare abbia dato buoni risultati, con l’elezione di D’Agostino e di Gentile, votato, quest’ultimo, in modo significativo e sufficiente dalla maggioranza di centrosinistra per impedire che venisse eletto un rappresentante dell’area berlusconiana. E sono soddisfatto anche per l’elezione di Giuseppe Neri a questore del Consiglio, poiché ha portato un contributo importante al centro sinistra in provincia di Reggio.
Ciò detto, è del tutto evidente che c’è stato un accordo politico tra il Pd e il Ncd con uno scambio di voti reciprocamente controllato. Quelli del Ncd, per eleggere Scalzo alla prima votazione, e quelli del centrosinistra, senza i quali l’elezione di Pino Gentile sarebbe stata impossibile.
Ovviamente questo pone un problema perché non si sa chi abbia deciso e trattato questo accordo a lungo richiesto da Roma affinché si svolgesse alla luce del sole, ripetutamente rigettato, per poi farlo a sorpresa, perfino rispetto agli ignari consiglieri del centrosinistra.
Tale assenza di chiarezza mi pare abbia poi consentito l’incredibile elezione del questore di minoranza del centrodestra, il consigliere Giuseppe Graziano (ovviamente, nulla di personale), con 18 voti, mentre a Giuseppe Neri ne sono andati soltanto 12, pur essendo la maggioranza di Oliverio di 20. Insomma, è accaduto che un improvviso accordo politico col Ncd, non si sa da chi gestito e comunque senza che ne fosse fatta parola coi consiglieri Pd né coi suoi organismi politici, abbia funzionato come una specie di tutti liberi nella successiva votazione, trasmettendo la sensazione che nell’Aula forze oscure possano spostare e dirottare i voti a proprio piacimento e secondo i propri interessi.
E’ un punto, questo, su cui riflettere con attenzione per impedire passi falsi che possano indebolire la ventata di rinnovamento che abbiamo promesso ai calabresi».