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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 GENNAIO 2025

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Appello delle donne reggine per il voto a Rivoluzione civile

| Il 19, Feb 2013

“La violenza contro le donne in Italia, nel Sud e in Calabria costituisce un problema sempre più grave, che va affrontato non a parole, ma con leggi e con azioni reali. Perciò facciamo appello ad un voto cosciente, solidale e di genere per cambiare davvero e per affermare parità e legalità. L’unico voto utile il 24 e 25 febbraio è il voto a Rivoluzione civile”

Appello delle donne reggine per il voto a Rivoluzione civile

“La violenza contro le donne in Italia, nel Sud e in Calabria costituisce un problema sempre più grave, che va affrontato non a parole, ma con leggi e con azioni reali. Perciò facciamo appello ad un voto cosciente, solidale e di genere per cambiare davvero e per affermare parità e legalità. L’unico voto utile il 24 e 25 febbraio è il voto a Rivoluzione civile”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

La violenza contro le donne in Italia, nel Sud e in Calabria costituisce un

problema sempre più grave, i numeri parlano chiaro: una donna su tre – in

una età compresa tra i 16 e i 70 anni – è stata vittima di violenza anche

se il 35% delle vittime non presenta denuncia.

Le donne trasportano un pesante fardello in termini di cura delle famiglie,

mentre il contributo degli uomini è tra i più bassi nel mondo; d’altronde

l’abuso degli uomini a picchiare le donne appartiene alla storia recente. È

storia dei nostri nonni. Ce ne siamo dimenticate, la legge che lo ha

abrogato è solo degli anni Settanta. Quarant’anni fa ad un marito, ad un

padre era consentito picchiare in quanto strumento per “correggere” il

comportamento delle donne, glielo riconosceva il codice penale e civile a

patto che non ne abusasse.

Passi avanti in questi anni ci sono stati soprattutto verso l’attenzione e

la protezione delle donne che decidono di denunciare; tuttavia troppe donne

subiscono ancora violenze in una collettività apatica che non reagisce di

fronte ad una cultura assassina, che ripropone in grande evidenza

pregiudizi e stereotipi antichissimi, legati all’onore, alla virilità, al

ruolo di uomini che nella famiglia e nella società vedono la donna come un

oggetto di loro proprietà o di poco conto: dal bunga bunga alle veline ne

abbiamo viste di tutti i colori.

Ma la violenza sulle donne non è solo un reato perché comprende un modo di

pensare, una cultura, un pregiudizio profondamente radicato negli uomini e

nelle donne, che non coinvolge solo chi la subisce o chi ne è autore, ma

anche chi la sostiene e chi non la riconosce, in un contesto dove in realtà

tutte le donne subiscono una forma di violenza nella vita e in quanto donne

sono tutte potenziali vittime di femminicidio.

L’assoluta gravità di questo fenomeno emerge purtroppo dalla cronaca di

tutti i giorni. In Italia solo nel 2012 sono state 120 le donne uccise, stando

a dati raccolti in base alle notizie riportate nei giornali dato che il

nostro Governo ancora non ha un osservatorio.

Si tratta di dati allarmanti ma non ufficiali che aumentano di ora in ora.

Bisogna creare strumenti di prevenzione partendo dalla rimozione degli ostacoli

che incidono sull’occupazione femminile, quelli che permettono la disparità

retributiva, rafforzando nel contempo il sistema di previdenza sociale per

superare i limiti relativi all’integrazione delle donne nel mercato del

lavoro.

Affrontarlo è un obbligo. Non a parole, ma con leggi e con azioni reali.

Per questo:

· Chiediamo al prossimo governo italiano di porre il problema della

violenza sulle donne all’ordine del giorno della politica nazionale;

· Chiediamo che l’Italia pratichi una vera politica di genere

garantendo innanzitutto il diritto al lavoro per milioni e milioni di donne

che ne sono escluse, specie nel Sud ed in Calabria, eliminando gli

atteggiamenti stereotipati circa i ruoli e le responsabilità delle donne e

degli uomini nella famiglia, nella società e nell’ambiente di lavoro;

· Chiediamo l’introduzione del reato di femminicidio nel codice

penale e una norma che preveda che i reati connessi a violenza sulle

donne devono essere esclusi dal novero dei reati che possono godere di

benefici;

· Che si crei una struttura governativa dedicata esclusivamente a

trattare la questione della parità e soprattutto della violenza e di

intervenire nella sua reale entità, riunendo i codici civile e penale,

formando i giudici per rafforzare le loro competenze, sostenendo

economicamente i centri antiviolenza;

*Inoltre, assumiamo con forza l’impegno a batterci con la massima

determinazione:

– per bloccare il femminicidio, contrastare ogni forma di sessismo e

sostenere la democrazia di genere;

– Contrastare l’omofobia e il riconoscimento dei diritti civili,

degli individui e delle coppie, a prescindere dal genere;

– Diciamo basta ad ogni forma di discriminazione e violenza posta in

essere contro la donna ” in quanto donna”, perché le donne non debbano più

pagare con la vita la scelta di essere sé stesse, e non quello che i loro

compagni, gli uomini o la società vorrebbero che fossero;

– Contrastare ogni forma di razzismo a favore della cittadinanza di

tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti;

– Affermare la laicità dello Stato e il diritto

all’autodeterminazione della persona.

Per tutto questo facciamo appello ad un voto cosciente, solidale e di

genere per cambiare davvero e per affermare parità e legalità. 

L’unico voto utile il 24/25 febbraio è il voto a RIVOLUZIONE CIVILE.

Prime firmatarie dell’Appello

*Rita De Lorenzo – Architetto *

*Rosanna Femia – Ragioniera*

*Daniela Labate – Studentessa universitaria*

*Tania Araniti – Studentessa universitaria*

*Laura Bertullo – Studentessa universitaria *

*Teresa Cordopatri – Imprenditrice Agricola*

*Roberta Benedetto – Studentessa universitaria*

*Francesca Calabrò – Dipendente GDM in cassa integrazione*

*Michela Caroleo – Funzionario Regione Calabria *

*Renata Ceravolo – Scrittrice*

*Gemma Cotroneo – Avvocato*

*Veronica Evalto – Disoccupata*

*Domenica Gangemi – Studentessa universitaria*

*Rossella Garreffa – Cantautrice*

*Maria Germanò – Volontariato sociale*

*Caterina Iacopino – Libera professionista*

*Irene Ielo – Avvocato*

*Beatrice Longo – Grafica pubblicitaria*

*Fortunata Marra – Dott. Filologia Moderna*

*Silvia Martino – Praticante legale*

*Titti Musolino – Assistente educativa culturale*

*Antonella Neri – Architetto Conservatore*

*Antonia Pellicanò – Assistente amm. Ministero Istruzione*

*Erminia Plutino – Insegnante*

*Rosamaria Politanò – Disoccupata*

*Valeria Porcino – Insegnante elementare*

*Carmela Pucinotti – Disoccupata*

*Vincenza Pucinotti – Collaboratrice sociale*

*Angelica Rago – Imprenditrice Agricola*

*Daniela Rossi – Dott. Scienze Servizio Sociale*

*Emilia Romeo – Funzionario INPS*

*Irene Russo – Fisioterapista*

*Clementina Scarfò – Avvocato*

*Melina Tripepi – Dipendente Poste Italiane*

*Tina Tripodi – Funzionario Ministero Interni*

*Gabriella Violi – Operatore Sanitario*