“Appello per la scuola pubblica”, convegno a Catanzaro L'iniziativa è stata promossa dalla parlamentare M5s, Bianca Laura Granato
Soppressione della chiamata diretta e delle prove Invalsi, inclusione scolastica, pieno coinvolgimento degli studenti, pedagogia della liberazione e scuola come strumento principale per lo sviluppo del giudizio critico e di una comunità consapevole, solidale e libera dalle logiche del capitalismo e del mercato. Questi i temi del convegno, con riconoscimento di crediti formativi, “Appello per la scuola pubblica”, svoltosi venerdì 26 ottobre presso il salotto culturale “Antonino Greco” di Catanzaro e organizzato dal comitato cittadino dell’associazione nazionale “Per la scuola della Repubblica”, accreditata dal Miur.
L’iniziativa è stata promossa dalla responsabile locale dell’associazione, la parlamentare M5s Bianca Laura Granato, segretaria della commissione del Senato Istruzione pubblica e Beni culturali. Ha coordinato i lavori il giornalista Emiliano Morrone e oltre a Granato sono intervenuti i docenti dell’Università della Calabria Giancarlo Costabile e Walter Nocito, che insegnano l’uno Teoria e storia della pedagogia dell’antimafia, l’altro Istituzioni di diritto pubblico. Tra i relatori anche Francesco Polopoli, titolare della cattedra di Latino e Greco al Liceo classico di San Giovanni in Fiore (Cs). La senatrice 5stelle ha parlato di due disegni di legge a sua prima firma, prossimi all’esame del Senato: il primo sull’eliminazione della chiamata diretta prevista dalla riforma del centrosinistra nota come “Buona scuola”; il secondo per modificare radicalmente l’alternanza scuola-lavoro, perché, ha rimarcato Granato, «la scuola statale pubblica, cui occorre restituire qualità, deve tornare a essere un’opportunità per tutti».
Per Costabile, che nel suo dotto intervento si è soffermato sulla pedagogia degli oppressi, criticando con durezza il sistema accademico, l’imprenditorialità e il produttivismo cui tende anche l’istruzione pubblica, «dalla caduta del Muro di Berlino la scuola italiana ha legittimato un Paese diviso e agli allievi ha inculcato uno spirito competitivo di stampo liberistico, così alimentando la corruzione e non la coscienza della libertà, della solidarietà e della comunità». Nocito ha introdotto la sua relazione con un riferimento al giurista Piero Calamandrei e, sulla base del documento “Appello per la scuola pubblica”, ha spiegato come la scuola è concepita nella Costituzione e come andrebbe oggi indirizzata a beneficio degli alunni. Infine, con 12 articolate motivazioni Polopoli, pure socio del Centro internazionale di studi gioachimiti, ha contestato le prove Invalsi, tra l’altro definendole «non scientifiche, lontane anni luce da una formazione individuale, frustranti, inutili e omologanti». Dopo gli interventi c’è stato un intenso e costruttivo dibattito con gli ospiti presenti in sala.