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TAURIANOVA (RC), SABATO 11 GENNAIO 2025

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Archiviata l’inchiesta sull’ex procuratore aggiunto della Dna Alberto Cisterna

Archiviata l’inchiesta sull’ex procuratore aggiunto della Dna Alberto Cisterna

| Il 04, Dic 2012

L’ex numero due della Direzione nazionale antimafia è stato prosciolto, su richiesta dello stesso pm che ha condotto le indagini sulle dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice: il magistrato non prese soldi in cambio di un interessamento per il fratello del boss. Ma resta in piedi l’indagine relativa ad altri reati

Archiviata l’inchiesta sull’ex procuratore aggiunto della Dna Alberto Cisterna

L’ex numero due della Direzione nazionale antimafia è stato prosciolto, su richiesta dello stesso pm che ha condotto le indagini sulle dichiarazioni del pentito Nino Lo Giudice: il magistrato non prese soldi in cambio di un interessamento per il fratello del boss. Ma resta in piedi l’indagine relativa ad altri reati

 

 

CATANZARO – Il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Barbara Bennato, ha accolto la richiesta di archiviazione per l’inchiesta nei confronti dell’ex procuratore aggiunto della Dna, Alberto Cisterna. La richiesta di archiviazione era stata avanzata nel settembre scorso dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Beatrice Ronchi. Cisterna era indagato per corruzione in atti giudiziari dopo le dichiarazioni fatte dal collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice.

L’archiviazione risale al 26 novembre scorso ma è stata diffusa stamane dal quotidiano on line Corriere della Calabria e confermata all’ANSA dal procuratore di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza. La richiesta di archiviazione era stata depositata alla segreteria dell’Ufficio del gip nel settembre scorso e si componeva di circa 500 pagine. Nella richiesta i pm avevano spiegato dettagliatamente perché non hanno creduto al boss pentito della ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice, che con le sue dichiarazioni aveva portato all’apertura dell’inchiesta nei confronti di Cisterna. Lo Giudice è il pentito che si è autoaccusato di essere l’ideatore degli attentati compiuti nel 2010 ai danni dei magistrati reggini. Il pentito, in un memoriale successivo all’inizio della sua collaborazione inviato ai giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro, aveva sostenuto di avere saputo dal fratello Luciano che Cisterna si era interessato per la scarcerazione di un altro loro fratello, Maurizio, in cambio di un “regalo”, lasciando intendere che si trattasse di soldi. Dopo queste affermazioni, Cisterna finì nel registro degli indagati ed il 17 giugno del 2011 fu interrogato, nel suo ufficio alla Dna, dall’allora procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone e dal pm della Dda reggina Beatrice Ronchi. Cisterna ha sempre negato ogni addebito, affermando che i contatti con Lo Giudice erano finalizzati alla cattura dell’allora super latitante Pasquale Condello, detto il ‘supremo’ e che i suoi superiori erano informati di tutto. Ed ora giunge la parola fine alla vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto. Ma le dichiarazioni di Lo Giudice hanno comunque lasciato il segno su Cisterna, 52 anni, in magistratura dal 1986 ed alla Dda di Reggio Calabria fino al 2002, anno in cui è passato alla Procura nazionale antimafia. Da quelle dichiarazioni, infatti, ha preso il via un procedimento disciplinare del Csm nei confronti di Alberto Cisterna.