Rizziconi, le mani della cosca sul Comune. Ex assessore in manette
redazione | Il 04, Giu 2014
Sedici arresti, sequestrati beni per 5 milioni. In manette il boss Teodoro Crea, la moglie, i figli e la nuora
Rizziconi, le mani della cosca sul Comune. Ex assessore in manette
Secondo la procura antimafia di Reggio Calabria, la cosca attuava pesanti pressioni per condizionare l’amministrazione attraverso minacce, intimidazioni e con l’aiuto di 3 esponenti politici. Sedici arresti, sequestrati beni per 5 milioni. In manette il boss Teodoro Crea, la moglie, i figli e la nuora
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REGGIO CALABRIA – La deuncia di un sindaco fa scoprire gli affari della cosca con il Comune. E’ stato Antonino Bartuccio, quando era alla guida dell’amministrazione di Rizziconi, a svelare le infiltrazioni criminali. E ora è scattato il blitz che ha portato all’arresto, tra gli altri, di tre ex amministratori comunali di Rizziconi, paese della provincia di Reggio Calabria, sono accusati di essersi alleati con la cosca di ‘ndrangheta per frenare l’azione politica del sindaco. Si tratta di Domenico Rotolo e Vincenzo Alessi – rispettivamente assessore e consigliere comunale nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2011, quando il Consiglio fu sciolto per le dimissioni del sindaco e di nove assessori – e di Girolamo Cutrì, consigliere comunale nella precedente legislatura.
I loro nomi sono finiti nell’elenco di destinatari delle 16 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Gioia Tauro nell’ambito di una vasta operazione contro il clan dei Crea. In manette anche il boss a capo della famiglia, Teodoro Creadi 65 anni – alias “‘u Murcu” o “‘u Toru” o “Dio onnipotente”, capo storico della famiglia omonima – con la moglie Clementina Burzì, i figli Giuseppe di 36 anni, attualmente latitante inserito nell’elenco dei ricercati pericolosi, e Marinella di 38 anni, nonchè la nuora, moglie del latitante, Maria Grazia Alvaro che, tra l’altro, appartiene all’omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli, federato ai Crea e al potente casato dei Piromalli di Gioia Tauro.
Gli agenti hanno inoltre sequestrato beni per oltre 5 milioni di euro. Le indagini, coordinate dalla procura antimafia di Reggio Calabria, hanno fatto luce sulle forti pressioni che la cosca avrebbe esercitato sull’amministrazione locale, fino a determinare lo scioglimento del Comune, decretato il 2 aprile 2011 dal Prefetto di Reggio Calabria, in seguito alle dimissioni di nove consiglieri di maggioranza.
Contro il sindaco furono attuate minacce e danneggiamenti. Il 28 agosto 2011 vennero esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola degli addetti alla vigilanza della centrale elettrica. Un altro episodio simile, e più grave, si è manifestato tre mesi dopo, a novembre, a colpi di kalashnikov.
Ma determinante, secondo le indagini, fu il ruolo svolto a favore dei clan all’interno del municipio dai tre ex consiglieri comunali finiti ora sotto indagine. A infastidire il clan, secondo la ricostruzione della procura, l’azione amministrativa di Bartuccio, eletto nel marzo 2010 alla guida di una lista civica: sin dal momento del suo insediamento, avrebbe avviato una collaborazione con la Polizia di Stato e la magistratura che danneggiava gli affari della ‘ndrangheta, denunciando irregolarità, anche di natura penale, nella gestione dell’amministrazione comunale e finalizzata a favorire gli interessi illeciti del clan: dagli appalti ai fondi della comunità europea.
Ecco i nomi degli arrestati:
Sono 11 in carcere e cinque ai domiciliari le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito dell’inchiesta sulla cosca Crea di Rizziconi. Nell’operazione sono coinvolti anche tre ex amministratori comunali accusati di aver favorito gli interessi della ‘ndrangheta facendo pressioni sul sindaco dell’epoca.
L’arresto in carcere è stato disposto per il presunto boss Teodoro Crea, 75 anni, detto «’u Murcu» o «’u Toru» o «Dio onnipotente»; Giuseppe Crea (36), suo figlio, attualmente latitante; l’altro figlio di Teodoro, Antonio Crea (51), detto «u Malandrinu»; Domenico Crea (60), detto “Scarpa lucida”; Teodoro Crea (47), nipote del capofamiglia, detto «’u Biondu»; Domenico Russo (65), detto «’u Malandrinu»; Osvaldo Lombardo (66); Giuseppe Lombardo (41); Vincenzo Alessi (38); Girolamo Cutrì (58); Domenico Rotolo (40). Domenico Rotolo e Vincenzo Alessi, sono stati rispettivamente assessore e consigliere comunale di Rizziconi nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2011, quando il Consiglio fu sciolto per le dimissioni del sindaco e di nove assessori. Girolamo Cutrì è stato consigliere comunale nella precedente legislatura. Per i tre ex amministratori comunali l’accusa è di associazione mafiosa.
Stabilisce gli arresti domiciliari, invece, l’ordinanza emessa nei confronti di Vincenzo Tornese (52); Maria Grazia Alvaro (36), moglie di Giuseppe Crea; Clementina Burzì (63), moglie di Teodoro; Marinella Crea (38); Domenico Perri (67).
Cafiero De Raho: «Ha denunciato e lo proteggeremo»
Antonino Bartuccio con le sue denunce ha consentito di scoprire le infiltrazioni del clan Crea a Rizziconi. Una attività che non è sfuggita al procuratore De Raho che ha garantito: «Ha denunciato e adesso lo difenderemo»
Scacco al clan Crea, l’ex sindaco determinante
Cafiero De Raho: «Bartuccio ha denunciato e lo proteggeremo»
Sono state le denunce dell’ex sindaco di Rizziconi, Antonino Bartuccio, a consentire gli arresti effettuati oggi dalla Polizia di stato nell’ambito dell’operazione “Deus” contro il clan Crea che ha portato agli arresti 16 persone, fra cui tre ex amministratori comunali. Il ruolo dell’ex sindaco è stato sottolineato sia dal procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che dai vertici del Servizio centrale operaritvo della Polizia di Stato e della Questura di Reggio Calabria, che nel corso di una conferenza stampa, hanno esaltato il coraggio e il senso civico del sindaco.
“HA DENUNCIATO, LO DIFENDEREMO” – «Un primo cittadino che ha interpretato a fondo il suo ruolo – ha detto Cafiero – e non si è piegato alla prepotenza delle cosche». L’indagine infatti ha disvelato i tentativi della cosca Crea, egemone a Rizziconi, di condizionare il buon andamento dell’amministrazione comunale guidata da Bartuccio, il quale aveva chiesto i voti ai suoi concittadini proprio per far cambiare volto al paese del Reggino. «E ci stava quasi riuscendo – ha commentato il procuratore – se non si fosse messa di mezzo la cosca». Bartuccio, ha detto il procuratore, «ha collaborato pienamente alle indagini, e lo Stato deve difenderlo». Il sindaco, è stato sottolineato, dovrà essere messo nelle condizioni di restare nella sua terra. Oggi, ha rivelato il procuratore, è già stata indetta una riunione del Comitato provinciale della Sicurezza, in prefettura, per disporre della tutela da affidare all’ex sindaco.
IL TERRENO PER IL PALAZZETTO – Tra i casi di “pressioni” su cui l’indagine ha fatto luce, infatti, vi è il terreno confiscato proprio alla cosca Crea, che la ‘ndrina pretendeva fosse usato per costruirvi strutture sportive e non alloggi popolari; ancora il caso di una impiegata comunale che la cosca voleva restasse al suo posto, in una segreteria, nonostante non ne avesse i requisiti; così come un bando per un impiego da geometra, che la cosca voleva fosse aggiudicato a un tizio senza i titoli adatti. «E’ un sovvertimento totale della democrazia e dei diritti – ha affermato Cafiero De Raho – non è chi effettivamente ha diritto a un posto di lavoro ad averlo, ma colui che è scelto dalla cosca, un quadro che riporta al Medio Evo quando il padrone dispone di vita e di morte dei suoi sudditi. E proprio a Rizziconi – ha notato inoltre il procuratore – era diretto l’uomo arrestato con in auto un ingente quantitativo di armi micidiali, da guerra, ed esplosivo».
PRESSIONI PER APPALTI E SERVIZI – Pressioni avvenivano anche per determinare appalti e servizi. Appare significativo quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza, del valore di 300mila euro annui, alla centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla Ansaldo Energia di Genova per conto del consorzio Rizziconi Energia. In tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca Crea, attraverso Giuseppe Crea che oggi risulta latitante, aveva manifestato l’intenzione di scalzare la ditta Eurogol di Reggio Calabria per farvi subentrare la Securpol di Osvaldo e Giuseppe Lombardo (padre e figlio) di Villa san Giovanni, entrambi arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa. Per questa vicenda, il 28 agosto 2011 vennero esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola degli addetti alla vigilanza della centrale elettrica. Un altro episodio simile, e più grave, si è manifestato tre mesi dopo, a novembre, a colpi di kalashnikov.
ECCO LA NOTA DIRAMATA DALLA QUESTURA DI REGGIO CALABRIA
OPERAZIONE ANTI ‘NDRANGHETA “DEUS”
Nella mattinata odierna, a conclusione di una complessa ed articolata attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato P.S. di Gioia Tauro (RC), con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo di Roma,
In particolare il G.I.P. di Reggio Calabria ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di :
$11. CREA Teodoro detto “’u Murcu” o “’u Toru” o “Dio onnipotente”, nato a Gioia Tauro il 11/04/1939;
$12. CREA Giuseppe, nato a Rizziconi il 23/06/1978, in atto latitante;
$13. CREA Antonio detto “’u Malandrinu”, nato a Taurianova il 04/07/1963;
$14. CREA Domenico detto “Scarpa lucida”, nato a Rizziconi il 23/10/1954;
$15. CREA Teodoro detto “’u Biondu”, nato a Gioia Tauro il 24/01/1967;
$16. RUSSO Domenico detto “’u Malandrinu”, nato a Rizziconi il 25/04/1949;
$17. LOMBARDO Osvaldo nato a Montesarchio (BN) il 07/04/1948;
$18. LOMBARDO Giuseppenato a Reggio Calabria il 24/11/1973;
$19. ALESSI Vincenzo nato a Taurianova il 11/06/1976;
$110. CUTRI’ Girolamo nato a Rizziconi il 24/11/1956;
$111. ROTOLO Domenico, nato a Taurianova il 26/11/1974;
per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., il 1°, il 2°, il 3°, il 4°, il 5°, il 6°, il 9°, il 10°, l’11°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 416 bis c.p. il 7° e l’8°;
per il delitto di cui agli artt. 110, 629 2° co. In relazione all’art. 628 co. 3° n. 3 e
per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art.
per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91, il 1° ed il 2°
e degli arresti domiciliari nei confronti di:
$112. TORNESE Vincenzo, nato a Rizziconi il 15/05/1962;
$113. ALVARO Maria Grazia, nata a Taurianova il 09/11/1978;
$114. BURZI’ Clementina, nata a Rizziconi il 30/09/1951;
$115. CREA Marinella, nata a Gioia Tauro il 27/12/1976;
$116. PERRI Domenico, nato a Rizziconi (RC) il 23.09.1947.
per il delitto di cui agli artt. 110 c.p. 12 quinquies legge 356/92, art.
per il delitto di cui agli artt. 110, 640 bis, 61 n. 6 e 7 c.p. l. 203/91, la 13a, la 14a e la 15a.
L’attività di indagine ha evidenziato come la cosca Crea di Rizziconi sia capace di esercitare sul territorio una vera e propria “signoria” non solo nell’esercizio delle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figura, come si è detto, CREA Teodoro cl. ’39, alias “’u Murcu” o “’u Toru” o “Dio onnipotente”, capo storico della famiglia, coinvolto nel processo della “Mafia delle tre province” in qualità di boss incontrastato di Rizziconi ed in altri successivi che ne hanno confermato tale ruolo, unitamente a buona parte del suo nucleo familiare: la moglie BURZI’ Clementina, i figli Giuseppe cl. ’78, attualmente latitante inserito nell’elenco dei ricercati pericolosi, e Marinella cl. ’76, nonché la nuora, moglie del citato latitante, ALVARO Maria Grazia che, tra l’altro, appartiene all’omonimo casato mafioso, operante a Sinopoli (RC) e zone viciniore, federato ai CREA ed al potente casato dei PIROMALLI di Gioia Tauro (RC).
Nel corso dell’Operazione sono stati arrestati per il reato di associazione mafiosa non solo i componenti dello stretto nucleo familiare del boss CREA Teodoro, ma anche altri esponenti di spicco della ‘ndrina, quali CREA Antonio, detto “’u Malandrinu”, CREA Domenico, detto “Scarpa lucida” e CREA Teodoro, detto “’u Biondu”, tutti legati da vincoli parentali con il suddetto capo dell’organizzazione mafiosa.
Le attività investigative sono iniziate all’indomani delle elezioni amministrative indette per l’elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui partecipava una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità.
Complessivamente, le indagini esperite hanno evidenziato che la menzionata cosca di ‘ndrangheta, ricorrendo a minacce ed a veri e propri atti intimidatori, era riuscita a provocare il sostanziale isolamento di un ex Amministratore Comunale, all’evidente scopo di annullarne l’azione politica non gradita, determinando, altresì, attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, lo scioglimento degli organi di governo locali.
A testimonianza del potere espresso dalla cosca sul territorio, è emblematico quanto accaduto in occasione dell’acquisizione da parte di CREA Antonio dello storico palazzo Cordopatri, sito al centro di Rizziconi, che aveva subito dei danni a seguito degli eventi alluvionali del mese di Novembre 2010. Tale edificio, dopo anni di discordie tra i vari comproprietari, veniva acquistato da CREA Antonio detto “’u Malandrinu” ed immediatamente da lui stesso demolito, pur essendo intestato a TORNESE Vincenzo, consuocero di CREA Antonio detto “’u Malandrinu”: a entrambi è contestato il delitto di intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso, in quanto il reale ed unico dominus del bene si è rivelato essere proprio il citato CREA.
E’ significativo, inoltre, quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza (del valore di ben 300.000 euro annui) presso la centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla ANSALDO ENERGIA di Genova per conto del consorzio RIZZICONI ENERGIA; in tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca CREA, nella persona del latitante CREA Giuseppe, aveva manifestato la ferma intenzione di scalzare la ditta EUROPOL di Reggio Calabria per farvi subentrare
Per tale vicenda, il 28 agosto 2011, erano stati esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola in cui stazionavano gli addetti alla vigilanza della centrale elettrica; stesso episodio, di gravità maggiore, si verificava a circa tre mesi di distanza dal primo, segnatamente il 20 novembre 2011, allorché attraverso un kalashnikov venivano indirizzati diversi colpi sempre contro la garitta utilizzata dalla guardia giurata in servizio di vigilanza presso la centrale elettrica (in quest’ultima nell’occasione venivano sequestrati trenta bossoli calibro 7,62X39).
L’indagine ha anche rivelato che la cosca CREA, attraverso minacce anche implicite, nonché con violenza sulle cose, consistita nel taglio di un albero sulla via d’accesso all’abitazione di RUSSO Domenico (cugino omonimo del destinatario dell’o.c.c.), era riuscita nell’intento di costringere il Consigliere Comunale RUSSO Michele a presentare le proprie dimissioni, alle quali si aggiungevano quelle di altri consiglieri comunali, il che determinava lo scioglimento del Consesso Civico; ciò è avvenuto senza alcun tipo di particolare clamore, in ossequio ai diktat della famiglia mafiosa dei CREA che vengono rispettati per quieto vivere o per paura di rappresaglie; in relazione a tale vicenda è contestato a CREA Teodoro cl. ‘39, CREA Antonio e RUSSO Domenico, il delitto di estorsione aggravata dall’art. 7 della Legge 203/91.
Tra gli arrestati per associazione mafiosa figurano gli ex Consiglieri Comunali, ALESSI Vincenzo e CUTRI’ Girolamo, nonché l’ex Assessore allo Sport ed allo Spettacolo del Comune di Rizziconi, ROTOLO Domenico.
Inoltre, nel corso delle indagini, è stato possibile far luce sulle truffe aggravate contestate a CREA Giuseppe cl. ‘78, il quale, nonostante lo status di latitante dal 2006, attestava di essere un imprenditore agricolo, senza ovviamente che a ciò corrispondesse l’effettiva attività di coltivazione della terra, così procurandosi un ingiusto profitto, consistito nell’indebita erogazione da parte dell’A.G.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) dei contributi comunitari relativi al P.S.R. (Piano di Sviluppo Rurale) per un totale di € 188.884,66.
Analogo reato è stato contestato al padre CREA Teodoro, alla madre BURZI’ Clementina ed alla sorella Marinella, che si procuravano i contributi dell’A.G.E.A. per un totale di € 48.408,59.
L’Ordinanza contiene il contestuale sequestro preventivo ex art. 321, comma II, c.p.p. ed ex art. 12 sexies del D.L. 1992 nr. 306 della villa della famiglia CREA sita in via Marinella di Rizziconi, nonché del terreno sito in piazza Vittorio Emanuele II di Rizziconi sul quale insisteva il palazzo Cordopatri e di immobili e terreni vari che, all’esito di opportuni accertamenti, sono risultati nella disponibilità di BURZI’ Clementina, CREA Teodoro, CREA Giuseppe, CREA Marinella, CREA Antonio, TORNESE Vincenzo e PERRI Domenico per un valore complessivo stimato in oltre 5 milioni di euro. Analogo vincolo del sequestro verrà apposto anche ai conti correnti bancari e postali nella disponibilità di vari indagati.
Alla fase esecutiva dell’operazione odierna hanno preso parte gli investigatori del Servizio Centrale Operativo di Roma, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato P.S. di Gioia Tauro, con il concorso di pattuglie automontate dei Commissariati P.S. della provincia reggina, nonché dei Reparti Prevenzione Crimine “Calabria” di Vibo Valentia e Siderno e del Reparto Volo di Reggio Calabria.
Allo stato risulta irreperibile il solo CREA Giuseppe, già latitante dal gennaio 2006.