Arrestato in Colombia il latitante Santo Giuseppe Scipione, detto “Papi”
redazione | Il 29, Apr 2013
Ricercato dal 2006 è indicato come referente delle cosche con i narcos
Arrestato in Colombia il latitante Santo Giuseppe Scipione, detto “Papi”
Ricercato dal 2006 è indicato come referente delle cosche con i narcos
Nella mattina del 27 aprile 2013, a Medellin (Colombia), i Carabinieri del ROS e la Policia Nacional Grupo SIU di Bogotà, nell’ambito di una stretta cooperazione giudiziaria instaurata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con le Autorità colombiane, e grazie al costante supporto assicurato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, hanno localizzato e tratto in arresto SCIPIONE Santo Giuseppe, nato a San Luca (RC) il 01.11.1933 alias “Papi”, latitante dal 2006.
Le indagini del ROS, convergenti con quelle della Squadra Mobile di Reggio Calabria, avevano già consentito di localizzare, nella medesima città colombiana, TRIMBOLI Domenico, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi ed arrestato nei giorni scorsi dalla Polizia colombiana.
SCIPIONE Santo, che a Medellin si era ripetutamente incontrato con TRIMBOLI Domenico, era colpito da un provvedimento restrittivo emesso nel gennaio 2004 dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, a seguito dell’operazione DECOLLO, condotta dal ROS in direzione della cosca MANCUSO di Limbadi.
In tale ambito, nel maggio 2012, era stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 15 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, dopo essere stato condannato nel luglio 2007 dal Tribunale di Santa Marta per il solo reato associativo, contestatogli nell’ambito del procedimento collegato colombiano.
L’operazione del ROS aveva infatti documentato un vasto traffico di cocaina organizzato su scala mondiale dalla cosca MANCUSO di Limbadi (VV) in joint venture con le strutture paramlitari narcoterroristiche denominate Autodefensas Unidas de Colombia (AUC).
Le indagini, condotte in collaborazione con la D.C.S.A. e gli organismi investigativi spagnoli, tedeschi, francesi, colombiani, venezuelani, statunitensi, togolesi e australiani, avevano consentito, nel gennaio 2004, l’esecuzione di complessivi 154 provvedimenti restrittivi con il sequestro di oltre 5000 kg di cocaina e la documentazione dell’importazione di altri 7800 kg. movimentati tra il Sud America, l’Europa, l’Africa e l’Australia.
Sotto il profilo operativo, per la prima volta era stata applicata la normativa antiterrorismo, che aveva permesso ai carabinieri di operare sottocopertura, in Italia ed all’estero.
Dopo che nel febbraio 1999, a Milano, veniva localizzato e tratto in arresto l’allora latitante MANCUSO Giuseppe, esponente di vertice dell’omonima cosca egemone nell’intera provincia di Vibo Valentia, le indagini conducevano all’individuazione di un colossale canale di approvvigionamento della droga dal Sud America, ricostruendo articolazioni, ruoli, basi logistiche e modalità di smistamento del narcotico.
Veniva quindi documentata l’operatività della struttura ‘ndranghetista indagata nel più ampio scenario internazionale, individuando le collaudate sinergie con altre organizzazioni di rilevanza mondiale e pervenendo al sequestro di ingentissimi quantitativi di narcotico, diretti all’Italia ed all’Europa per via marittima. Nella compagine individuata, collegata a gruppi narcotrafficanti spagnoli ed australiani, si integravano una componente vibonese facente capo agli indagati BARBIERI Vincenzo e VENTRICI Francesco, i quali utilizzavano attività imprenditoriali proprie e di complici per mascherare il traffico e reinvestirne i proventi; una componente colombiana, a sua volta risultante dei Cartelli fornitori della cocaina e dalle organizzazioni narcoterroristiche paramilitari denominate Autodefensas Unidas de Colombia che, ai primi, fornivano supporti logistici e cornici di sicurezza per la produzione e trasferimento dello stupefacente; una componente jonico-reggina che aveva in SCALI Natale – catturato in data 30.10.2003, a Marina di Gioiosa Jonica, dopo 5 anni di latitanza per traffico internazionale di stupefacenti – e MARANDO Pasquale i vertici incontrastati dell’approvvigionamento per le locali organizzazioni.
Proprio in tale contesto, aveva assunto straordinaria rilevanza SCIPIONE Santo , alias PAPI, in quanto responsabile dell’acquisizione del narcotico dai referenti colombiani di SCALI Natale.
In una circostanza, a causa di alcuni dissidi nati con un’organizzazione paramilitare fornitrice dello stupefacente, SCIPIONE Santo, esprimendo forte preoccupazione per la sua incolumità personale, aveva chiesto proprio allo SCALI Natale di intercedere con i Colombiani al fine di chiarire la vicenda.
RAPPORTI CON PARAMILITARI COLOMBIANI
Era il referente di un vasto traffico di cocaina organizzato su scala mondiale dalla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) in joint venture con le strutture paramilitari narcoterroristiche denominate Autodefensas Unidas de Colombia (Auc), Santo Giuseppe Scipione, “Papi”, il latitante arrestato a Medellin dalla polizia colombiana dopo le indagini svolte dai carabinieri del Ros. Le indagini del Ros, convergenti con quelle della squadra mobile di Reggio Calabria, avevano portato, nei giorni scorsi, a localizzare ed arrestare, sempre a Medellin, Domenico Trimboli, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, con il quale Scipione si era ripetutamente incontrato nella città colombiana. Nei confronti di Scipione era stato emesso un provvedimento restrittivo nel gennaio 2004 su richiesta della Dda di Catanzaro per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Decollo” condotta dal Ros contro la cosca Mancuso. In tale ambito, nel maggio 2012 l’uomo era stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 15 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, dopo essere stato condannato, nel luglio 2007, dal Tribunale di Santa Marta per il solo reato associativo, contestatogli nell’ambito del procedimento collegato colombiano. Le indagini, condotte in collaborazione con la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) e gli organismi investigativi spagnoli, tedeschi, francesi, colombiani, venezuelani, statunitensi, togolesi e australiani, avevano portato, nel gennaio 2004, all’arresto di 154 persone ed al sequestro di oltre 5.000 chili di cocaina e alla documentazione dell’importazione di altri 7.800 chili movimentati tra il Sud America, l’Europa, l’Africa e l’Australia. Nell’occasione, per la prima volta, era stata applicata la normativa antiterrorismo che aveva permesso ai carabinieri di operare sottocopertura, in Italia ed all’estero. Dopo l’arresto, nel febbraio 1999 a Milano, dell’allora latitante Giuseppe Mancuso, ritenuto esponente di vertice dell’omonima cosca, le indagini avevano portato all’ individuazione di un canale di approvvigionamento della droga dal Sud America. Nell’organizzazione, collegata narcotrafficanti spagnoli ed australiani, si integravano una componente vibonese facente capo agli indagati Vincenzo Barbieri e Francesco Ventrici, una componente colombiana ed una componente ionico-reggina che aveva, secondo l’accusa, in Natale Scali, catturato nel 2003 dopo 5 anni di latitanza, e Pasquale Marando i vertici. In questo contesto, secondo l’accusa, aveva assunto un ruolo rilevante Santo Scipione, in quanto responsabile dell’acquisizione della droga dai referenti colombiani di Scali. In una circostanza, a causa di alcuni dissidi nati con un’organizzazione fornitrice dello stupefacente, Scipione, essendo preoccupato per la propria incolumità, aveva chiesto proprio a Scali di intercedere con i colombiani per chiarire la vicenda.
PM REGGIO, ELEMENTO PRIMO PIANO NARCOS
”Santo Scipioni è un elemento di primo piano nel panorama del traffico internazionale di stupefacenti. Direi che queste operazioni sono frutto di un impegno di assoluto valore delle forze di polizia e delle sinergie costruite a livello internazionale”. A dirlo è stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho intervenendo ad una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Reggio cui hanno partecipato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, il procuratore aggiunto di Reggio Nicola Gratteri, il vicecomandante del Ros, gen. Pasquale Angelosanto, e il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi. Giuseppe Santo Scipioni era ricercato perché condannato dal tribunale di Vibo Valentia, “a conclusione di una indagine complessa – ha ricordato Lombardo – su un vasto traffico di cocaina che aveva come destinazione l’Italia. Il latitante aveva costruito in Colombia solidi rapporti con esponenti della ‘ndrangheta australiana e con elementi della criminalita’ spagnola per i quali provvedeva a comprare ingenti partite di stupefacente che in molti casi sono state sequestrate dagli organi di polizia”. “Con l’arresto di Trimboli e Scipioni – ha sottolineato Cafiero de Raho – è stato confermato l’alto profilo di professionalità della polizia giudiziaria italiana, in questo caso il Ros dei carabinieri, nell’individuazione e nell’arresto dei latitanti che rimane uno degli obiettivi strategici nella lotta alla ndrangheta e a tutte le forme di criminalità organizzata”.