Arresti in Lombardia, in manette anche il Mammasantissima di Giffone
Il provvedimento di fermo ha raggiunto oltre a Giuseppe Larosa, anche Pasquale Valente e Salvatore Bruzzese
Nel corso delle prime ore della giornata i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso da questa Procura della Repubblica nei confronti di LAROSA Giuseppe, classe 1965, VALENTE Pasquale, classe 1962, entrambi di Giffone (RC) e BRUZZESE Salvatore, classe 1952, di Grotteria (RC), ritenuti responsabili delle ipotesi delittuose di cui agli artt. 416 bis commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 cod. pen. e 3 Legge n. 146/2006, per aver fatto parte, con altre persone allo stato non ancora individuate, dell’associazione mafiosa denominata ’ndrangheta, operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, del territorio nazionale ed estero.
Le indagini, basate su attività di intercettazione, riprese video effettuate nel corso di servizi di osservazione e pedinamento, nonché sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, sono scaturite da importanti risultanze investigative acquisite nel corso di altra attività di indagine svolta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano e dal ROS di Milano; indagine che ha portato, in data odierna, all’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di 40 indagati ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta esistente ed operativa in Lombardia.
Dalle complessive attività investigative, è in special modo emersa la figura di LAROSA Giuseppe, anche inteso Peppe la mucca, in possesso della dote di Mammasantissima, con ruolo di vertice della ‘ndrangheta e, in particolare, dell’articolazione territoriale riferibile alla Locale di Giffone, alla quale sono subordinate, come documentato dalle indagini di Milano, le Locali individuate nella Brianza comasca di Cermenate e Fino Mornasco, e quella di Calolziocorte nel lecchese, nonché altre Locali ancora non meglio individuate.
Inoltre, la struttura mafiosa di Giffone capeggiata dal LAROSA, così come documentato nel corso delle attività investigative condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria nell’ambito dell’indagine denominata “HELVETIA”[1] dell’agosto scorso, è collegata con altre strutture ‘ndranghetistiche calabresi, quali la Locale di Fabrizia della provincia di Vibo Valentia e con la dipendente Società di Frauenfeld (Svizzera). Infatti, il LAROSA risulta aver partecipato anche a cerimonie di conferimento di doti e di cariche di ‘ndrangheta ad appartenenti al citato sodalizio mafioso vibonese.
LAROSA Giuseppe è un soggetto che già nell’indagine “IL CRIMINE” era emerso come vicino a personaggi di spicco della ’ndrangheta. Lo stesso è stato già condannato – con sentenza non definitiva – per una tentata estorsione ai danni di un’impresa edile[2].
Nell’ambito della presente indagine emerge la posizione apicale dallo stesso ricoperta all’ambito della Locale di Giffone risultando, in capo alla medesima, con compiti direttivi, di decisione, pianificazione e coordinamento dell’azione degli affiliati facenti parte dell’articolazione criminale giffonese, nonché con compiti di individuazione delle linee strategiche da adottare, provvedendo altresì a:
- curare stabilmente i rapporti con i partecipi delle Locali lombarde, funzionalmente dipendenti da quella di Giffone, nonché con gli altri affiliati stanziati all’estero;
- concedere doti ai sodali, presiedendo i relativi riti di affiliazione;
- impartire direttive agli affiliati, anche al fine di dirimere contrasti interni ed esterni alla Locale di appartenenza;
- deliberare le modalità e l’entità della partecipazione, da parte degli altri sodali, ai profitti illeciti conseguiti dalle attività criminali gestite dalle Locali a lui riconducibili.
Durante le indagini è altresì emerso, con ruolo di rilievo nell’ambito della stessa Locale di Giffone, VALENTE Pasquale, panettiere, incensurato, in possesso della dote della Santa, in stretto contatto con LAROSA Giuseppe, del quale si ritiene sia fedele espressione sul territorio reggino, atteso che quest’ultimo, di frequente, si trova all’estero, ovvero in Svizzera, nella località di Coira, capoluogo del Cantone dei Grigioni, dove, insieme alla sua famiglia, negli ultimi anni, ha spostato molti dei suoi interessi.
Infine, sempre dalle indagini, è emersa, nell’ambito della Locale di Grotteria[3] (RC), la figura di BRUZZESE Salvatore, inteso Salineri, già coinvolto in indagini in materia di associazione di stampo mafioso, ritenuto essere – per come ricavato dalle investigazioni di Milano – l’attuale reggente della struttura criminale grotterese operante nel Mandamento Jonico, il cui Capo Locale è risultato essere in passato BRUZZESE Carmelo cl. 1949 (non è parente di Salvatore), localizzato dal ROS in Canada nel corso dell’indagine “SOLARE” di questa Procura e ivi detenuto in attesa che venga definito il procedimento di espulsione siccome cittadino “indesiderato” per la sua contiguità ad ambienti mafiosi.
[1] Fermo di indiziato di delitto emesso il 20 agosto 2014 da questa Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 18 esponenti della ‘ndrangheta di Fabrizia e Frauenfeld, eseguito il 21 agosto 2014 solo nei confronti di ALBANESE Raffaele e del NESCI Antonio.
[2] Condannato l’8 marzo 2011 alla pena di 6 anni e 6 mesi di reclusione in abbreviato dal GUP del Tribunale di Reggio Calabria per tentata estorsione continuata e aggravata dalle modalità mafiose, in secondo grado, l’11 gennaio 2013, la Corte di Appello di Reggio Calabria, a parziale riforma di quella di primo grado, rideterminava la pena in anni 4 di reclusione e 800 euro di multa. La vicenda processuale è attualmente pendente in Cassazione.
[3] Esistenza e operatività della Locale di Grotteria è stata documentata nel corso dell’indagine “IL CRIMINE” di questa Procura della Repubblica.