“Ille terrarum mihi praeter omnes angulus ridet”, ha sentenziato il poeta latino Orazio (65-8 a.C.). Il nostro angolo di terra ci rende felice.

E’ questo il motivo che m’induce a trattare i valori della nostra Terra per l’ennesima volta. Nel cuore di ognuno vi è un rapporto particolare con il luogo in cui si è nati ed ogni scrittore ha messo in risalto le bellezze naturali e le vicende che l’hanno visto crescere.

L’ultimo mio lavoro “Folklore di Calabria …e non solo”, già in fase di stampa con “Youcanprint” e presente su Internet, oltre alle tradizioni popolari riporta la storia del nostro glorioso passato.

Come ho sostenuto nella presentazione:

«Rivisitare la memoria collettiva, […] oltre a far comprendere l’identità del popolo calabrese, giova a scongiurare l’odierno processo di disgregazione dei valori. Canti, detti e aforismi hanno la funzione straordinaria di considerare il rapporto delle classi subalterne nella società.

Il materiale, raccolto nel reggino, rivela specialmente nei proverbi, l’influsso magnogreco nel linguaggio e nella tradizione.

Dalla Calabresella al contrasto amoroso Li molti vuci è un susseguirsi di suggestioni che lasciano il segno. Riti ed usanze, curiosità e leggende trovano un adeguato spazio nel calendario delle feste. […]

La seconda parte del libro è riservata alla storia della Vallis Salinarum (Piana delle Saline), di tempo in tempo di S. Martino, di Terranova, di Gioia Tauro. In epoca consiliare la via Salaria univa la Città Eterna a Porto d’Ascoli sull’Adriatico e nell’estremo Sud la via Popilia veniva utilizzata al trasporto del prezioso prodotto.

Il Solenne Parlamento del 1283 e le nozze di Ruggiero dei Normanni hanno reso famoso il paese di S. Martino».

Sperando che la mia fatica incontri il favore dei lettori, mi propongo di approfondire le vicende e le caratteristiche di ogni nostro paese che nel sito dell’Approdo ho in parte pubblicato.

E’ ben vero che: «Felicità è …leggere un buon libro».