Arriva in Italia un nuovo invasore, la “Cimice Asiatica”
Giovanni D'agata | Il 07, Giu 2014
Questa cimice, nuova per i nostri ambienti, può provocare seri danni a molte piante coltivate
Arriva in Italia un nuovo invasore, la “Cimice Asiatica”
Questa cimice, nuova per i nostri ambienti, può provocare seri danni a molte piante coltivate
Lo “Sportello dei Diritti”, ricorda Giovanni D’Agata che ne è il presidente,
risulta impegnato in campagne per sensibilizzare le pubbliche amministrazioni e i
privati nella lotta contro le cause di devastazione del paesaggio e del decoro urbano.
Ora, dopo i ripetuti avvisi in questi anni dell’emergenza nazionale del “Punteruolo
Rosso” ed i rischi economici che questo piccolissimo, ma temibilissimo insetto,
rimasti purtroppo senza riscontro tra l’indifferenza delle pubbliche amministrazioni
che hanno omesso di intervenire sul Territorio con massicce campagne di debellazione
del coleottero, è la volta di un nuovo invasore. Pochissimi avranno sentito parlare
dell’Halyomorpha halys, mentre molti ne hanno sentito il nome comune, la famigerata
“Cimice Asiatica ” ma ne hanno sempre sottovalutato l’impatto sul verde pubblico
o privato che sia, assieme a tanti amministratori locali, perché forse sino ad oggi
non si era parlato troppo degli effetti devastanti che questo parassita delle piante
sta iniziando a produrre su vaste aree del Mediterraneo. Questa cimice, nuova per
i nostri ambienti, può provocare seri danni a molte piante coltivate. Nel nord-est
degli Stati Uniti la cimice asiatica o cimice marmorizzata grigio-marrone, specie
Halyomorpha halys, anche conosciuta come Brown marmorated stink bug, originaria dell’Asia
orientale, sta creando gravi danni all’agricoltura a causa della sua notevole polifagia.
Presente anche in alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, è in grado di provocare
seri danni a piante da frutto, ortive e ornamentali. Nel settembre 2012 è stata
trovata in alcune aree di pianura delle province di Modena e Bologna, e anche in
Lombardia e Piemonte, dove desta preoccupazione principalmente per la melicoltura.Per
questo motivo il suo arrivo in Italia e a Modena, in una zona di frutticoltura intensiva,
è visto con una certa apprensione. Negli Stati Unitti però, H. halys sta creando
anche un forte allarme fra la popolazione per le massicce migrazioni di centinaia
di migliaia di esemplari adulti che, dai campi in cui vengono coltivate le piante
ospiti, a fine estate si spostano nelle abitazioni limitrofe. Come tutte le altre
cimici anche H. halys, se minacciata, emette un odore sgradevole ma, a parte il fastidio
non punge e non trasmette malattie all’uomo. Giovanni D’Agata, sottolinea che è
innocua per le persone e gli animali, ma può creare allarme per la sua abitudine
di ripararsi in massa nelle case. L’unica soluzione che appare possibile per evitare
la diffusione della cimice nel Nostro Paese e nel resto del Bacino del Mediterraneo,
passa attraverso un monitoraggio certosino e capillare del territorio che solo i
singoli comuni sarebbero in grado di realizzare se tutti fossero dotati di strutture
in grado di farlo e che in molti di questi Enti Locali esistono già, conosciuti
con il nome “Uffici del Verde”. Come è stato per l’ Emilia Romagna che ha attivato
un monitoraggio con lo scopo di delimitare la zona di presenza del fitogafo in modo
da delineare la potenziale incidenza economica.E’ quindi di grandissima importanza
ed utilità la collaborazione di cittadini e agricoltori che, in caso di rinvenimento
di cimici sospette, possono inviare segnalazioni contattando il Servizio fitosanitario
o l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia a questi indirizzi mail: mbariselli@regione.emilia-romagna.it
e lara.maistrello@unimbre.it.