Arsai, nessuna vera riforma e nessuna visione di futuro I giudizi di Unindustria sembrano più auspici che valutazioni di merito
Resto molto sorpreso del giudizio esageratamente positivo espresso da Unindustria Calabria in merito all’approvazione della nuova agenzia Arsai per la gestione delle aree industriali. Sinceramente mi sembra più un auspicio che una valutazione di merito, anche perché non cambia molto rispetto alle Asi ed al Corap che hanno fallito nell’indifferenza generale.
Non si capisce, infatti, quale sia la riforma innovativa in grado di gestire meglio le aree industriali rendendole competitive ed attrattive rispetto, ad esempio, alla Zes unica che cambia di molto le opportunità precedenti, non solo per i ritardi accumulati dalla nostra Regione per una gestione fallimentare, di questi anni, delle aree industriali. Inoltre il nostro tessuto produttivo composto al 90% da Pmi è di fatto quasi escluso (soprattutto le micro aziende e le aziende artigiani) in quanto si possono utilizzare i vantaggi previsti solo per investimenti superiori a 200 mila euro.
La riforma inoltre non tiene conto della Legge 34/2000 che di fatto ha già allocato ulteriori e specifiche funzioni pubbliche direttamente connesse alla gestione territoriale e amministrativa delle aree industriali ai Comuni competenti per territorio. Un provvedimento burocratico per superare la liquidazione amministrativa coatta ma lasciando il vecchio Corap pieno di debiti, ma questo non interessa probabilmente ad Unindustria più concentrata, evidentemente sui contenuti dei bandi dei fondi comunitari.
Mi sembra ormai chiaro come in Calabria si stia saldando un blocco di potere sociale senza un’adeguata visione strategica che punta esclusivamente a difendere interessi di parte senza una visione di sistema.
Animeremo nel territorio un grande dibattito anche in previsione della Conferenza di programma del Pd calabrese, sperando che il Presidente di Unindustria, al quale riconosco capacità e merito, possa partecipare e spiegare meglio i contenuti innovativi di questo provvedimento.
In ogni caso, vigileremo sull’evoluzione della nuova agenzia e sulla garanzia della prospettiva occupazionale che a nostro avviso doveva avvenire con atto legislativo e non amministrativo. Ho l’impressione che il Presidente Occhiuto non si sia soffermato abbastanza sul provvedimento evidentemente proposto dai suoi collaboratori più come atto burocratico che come vera e necessaria riforma.