Asilo Pontalto, Surace: “Quella del comune di Taurianova è una vittoria di Pirro” La scrittrice si dice preoccupata per la sorte dell'edificio che ospitava l'asilo. "Visti i precedenti di altri edifici pubblici mi viene già da pensare alla triste fine che farà"
In merito alla questione sull’Asilo Contessa di Pontalto, e per quanto concerne la mia figura di ricercatrice ed autrice del libro “I conti di Pontalto nella Radicena dell’Ottocento”, ritengo opportuno esprimere la mia posizione in merito alla vicenda e in occasione del positivo verdetto da poco espugnato. Innanzitutto, come prima cosa porgo i miei complimenti all’ avvocato Mileto per la riuscita sentenza, per il suo operato professionale che ha sapientemente svolto nella sua funzione giuridica, coadiuvata quasi certamente dalla mia zelante analisi e ricerca storica. Ma sotto il profilo etico e morale per Taurianova e per i taurianovesi questa vittoria si potrebbe definire, usando una celebre metafora, come la “Vittoria di Pirro”. Sono più che certa del triste destino che avrà l’Asilo Contessa di Pontalto, già per altro, da tempo oramai lasciato nell’incuria totale. Visti i precedenti di altri edifici pubblici come la “Casa della Cultura”, il “Mercato Coperto” ecc. mi viene già da pensare alla triste fine che farà. La sostanziale perdita di un’istituzione rivolta alla donazione e al bene del prossimo ha cessato di vivere. L’ Asilo Contessa di Pontalto, è stato snaturato della sua vera identità , e soprattutto dal vero intento con cui era stato istituito. Basterebbe leggere qualche trafiletto del testamento olografo di Benilde Rossignani per rendersene conto. La contessa ha voluto beneficiare donando l’intero stabile alle “Suore di Carità Santa Giovanna Antida Thouret”:
<<Intendo lasciare nei due paesi di Radicena e Jatrinoli, dove ho trascorso gran parte della mia vita, un ricordo per me e per il Conte mio marito, che sia degno, duraturo e di gran sollievo ed utilità per i bisognosi dei detti due paesi. Lascio alla congregazione di carità suddetta, l’istituzione di un asilo infantile per accogliervi gratuitamente bambini e bambine appartenenti a famiglie bisognose di Radicena e Jatrinoli>>.
Intendo precisare che con il testamento olografo della contessa Benilde Rossignani, istituito in Radicena nel 1920,in seguito nel 1933 è eretto in ente morale preposto alla congregazione di carità. Con l’avvento del fascismo soppressa la congregazione di carità la cura dell’asilo passa nella sua interezza statuaria e gestionale all’ente comunale di assistenza (E.C.A). Con l’avvento delle regioni verrà soppresso l’ente comunale di assistenza, tutte le istituzioni pubbliche compreso l’asilo Pontalto passano al comune. Pertanto, già dal 1974 era già nota questa surreale e ingiusta realtà. In tutti questi anni nessuno ha mai cercato di manipolare questo oggettivo cambiamento normativo che nel corso degli anni ha subito repentini cambiamenti. Le suore hanno sempre cercato di tenere fede solo ed unicamente ad una volontà espressa in punto di morte da una grande benefattrice , una realtà che doveva essere rispettata “nei secoli dei secoli”. Mi verrebbe da urlare “Non Nobis Domine”: “Non a noi Signore, ma al tuo nome la gloria”. Nessuna norma giuridica dovrebbe cancellare una estrema volontà. Un atto nobile non può essere reso vano da un procedimento giuridico volto a calpestare l’intento amorevole e filantropico di un benefattore. Tutto ciò mi indigna fortemente, un’unica ragione e una legittima domanda vorrei porgere ai lettori ed a tutti i taurianovesi che come me sono cresciuti e si sono formati nell’Asilo contessa di Pontalto. Ricordo ancora il profumo, l’accoglienza e il preziosissimo operato delle suore. Non è soltanto un amarcord, ma un vissuto che appartiene in gran parte a tutti i taurianovesi. In modo molto naturale e spontaneo mi viene da chiedermi e da chiedere, quanto conta un ultimo desiderio o un ultima volontà? E poi , perché cancellare l’intento amorevole e filantropico verso il prossimo ? L’avidità e l’egoismo umano hanno mutato radicalmente ciò che doveva essere elevato e considerato con priorità assoluta e cioè “L’ Amore per il Prossimo”. Io mi auguro che questo mio attuale pessimismo in merito a questa vicenda, possa tramutarsi in gioia e fiducia, affinché si possa almeno proseguire in un cammino rivolto ai più bisognosi. Questo deve essenzialmente essere il vero, unico e ragionevole fine, per unire e ricongiungere almeno in parte, la reale volontà della defunta contessa di Pontalto, Benilde Rossignani. In conclusione vorrei rammentare una sua frase ricorrente che dovrà farci riflettere: “A far del bene non si sbaglia mai”. Visto il triste epilogo di questa complessa e triste vicenda, lascio “ai posteri l’ardua sentenza”.
ISABELLA SURACE