Asl Lamezia, Panedigrano risponde a Tripodi Polemiche sui piani regionali per la salute
Già fatto, caro dr. Tripodi, l’abbiamo già depennata dai sottoscrittori della nostra petizione, ma, per sua informazione, le firme dopo il suo ritiro non sono scese a 19.999, ma sono invece salite ad oltre 22.500 per arrivare con buona probabilità a circa 25.000 entro questo fine settimana. Le saremo più precisi nella prossima settimana quando consegneremo i voluminosi faldoni al Sindaco di Lamezia.
Lei sa bene quanto io la stimi professionalmente essendo da tanti anni suo paziente, ma davvero non capisco la necessità di dover sollevare questo improvvido cancan. Tanto più che sulla possibilità ed anzi sulla inevitabilità che il nostro ospedale sia destinato a punto centrale della rete ospedaliera traumatologica chi ha detto una gran serie di ca…volate è proprio lei.
Come il fiero Brancaleone di Mario Monicelli, lei si è messo a combattere da solo una Crociata contro le scelte degli ex Assessori Regionali Luzzo e Lo Moro e dell’ex Direttore Generale dell’ASL di Lamezia, Di Tommaso, nonché delle loro accreditate schiere di consulenti tecnico-scientifici.
I primi due avevano, l’una dopo l’altro, destinato il nostro ospedale come Hub della rete politrauma calabrese nel loro rispettivi Piani Regionali per la salute. La seconda gli aveva attribuito a questo fine anche autonomia gestionale, facendo stanziare la somma, tuttora disponibile, di 13,5 milioni di euro, necessaria per i pochi adeguamenti di una struttura che, come dissero all’ex Direttrice Di Tommaso ben due tecnici specialistici, ”sembra fatta apposta” per questa destinazione di Hub. E la Di Tommaso aveva perfino iniziato a realizzarlo, quando (io non ho dubbi, che fu proprio per questo) venne fatta fuori in una notte dal catanzarese Loiero.
Ora lei impugna la sua spada di baldo condottiero per trafiggere tutte queste ripetute scelte, senza in concreto riuscire a dire nulla, se non che si tratterebbe di una scelta irrealizzabile, finendo così per schierarsi (mi spieghi per favore se involontariamente o meno) a fianco del (ri)baldo Loiero.
Anni fa abbiamo avuto con lei un acceso confronto televisivo su questo stesso tema e pareva che lei avesse rinunciato a schierarsi con i soliti bastian contrari. Se vuole, sono da non tecnico disponibile a qualsiasi confronto. Scelga lei il quando, il dove ed anche il moderatore. Non ho timori, perché di validi motivi a sostegno della nostra tesi ce ne sono a iosa.
Infatti, altro che “strutture superate”, le reti politrauma complete sono oggi presenti in tutte le Regioni, anche in quelle più piccole della nostra. Tant’è che pure l’inconcludente Scura negli ultimi due suoi decreti organizza una Rete Politrauma calabrese, solo che, per non sistemarlo nell’ospedale di Lamezia, il suo Hub lo colloca fuori regione, così incentivando (proprio lui!) la migrazione sanitaria e inficiando la funzione stessa della Rete.
Tecnicamente invece l’ospedale di Lamezia (struttura di ottima qualità, baricentrica in una Regione lunga e montagnosa e snodo di vie di comunicazione stradali, ferroviarie ed aeree) è l’unico sito utilizzabile. E star dentro la costituenda azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco con pari dignità e con questa vera eccellenza non è affatto una svendita del nostro ospedale, mentre è la sterile difesa di quanto ne resta che lei stancamente ripropone a condannarlo a un inesorabile svuotamento e in definitiva alla chiusura.
Se ne sono alla fine accorti anche il Sindaco di Catanzaro e, ieri in consiglio regionale, il consigliere catanzarese Sinibaldo Esposito e, prima ancora, il Sindaco Mascaro e il consigliere Tonino Scalzo. Lei, come vede, ora ci fa solo la figura di quell’ultimo dei soldati giapponesi che non si è mai voluto arrendere.