Assunzioni CPI, Misiti (M5S), non sia mancetta elettorale Sono tantissime le regioni in ritardo sui nuovi ingressi previsti nel triennio 2019-2021 ma la Calabria si distingue fra queste perché è a quota 0 dei 536 previsti
«Non mi stupirebbe se il bando per gli oltre 500 posti previsti per i Centri per l’impiego della Regione Calabria venisse pubblicato a breve» a scriverlo in una nota è Massimo Misiti coordinatore per il Movimento 5 della campagna elettorale per le regionali del prossimo 3 e 4 ottobre.
«D’altronde solo il 25 agosto scorso – continua il deputato – la Giunta regionale adottava in via definitiva il Piano Regionale Straordinario di Potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle Politiche attive del lavoro, perché in Calabria i soliti apparati di potere si ricordano del sottodimensionamento dei propri uffici esclusivamente a ridosso della scadenza elettorale.
Sono tantissime le regioni in ritardo sui nuovi ingressi previsti nel triennio 2019-2021 ma la Calabria si distingue fra queste perché è a quota 0 dei 536 previsti.
In tempi non sospetti il Movimento 5 stelle denunciò l’inerzia della Regione Calabria su questo tema. L’implemento dei Centri per l’impiego è previsto, questo occorre ricordarlo, dal Piano straordinario di potenziamento inserito nella legge istitutiva del Reddito di cittadinanza. Risorse umane assolutamente necessarie perché questa misura di welfare – che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero abolire – funzioni concretamente anche nelle politiche attive e non solo come strumento di sostegno al reddito per i tantissimi cittadini lasciati ai margini della società.
I nostri solleciti a nulla sono valsi, almeno finora. Allo scadere della legislatura guidata dal centro destra qualcosa potrebbe muoversi e il bando casualmente apparire sulla Gazzetta Ufficiale.
Mi auguro che i calabresi sappiano distinguere la propaganda dall’azione politica volta al vero cambiamento, quella che propone Amalia Bruni con la sua coalizione, quella che finalmente metterà al centro i cittadini tutti e non più gli interessi di pochi» conclude Misiti.