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TAURIANOVA (RC), SABATO 28 DICEMBRE 2024

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Atti di vandalismo, la cultura del momento Da Reggio Calabria a Taurianova solo cose brutte

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Gli episodi di vandalismo sono un fatto sociale e come tale vanno affrontati nel giusto verso. Le indignazioni lasciano sempre il tempo che trovano se, ad esse non segue un reale concetto di azione decisiva a “sanare” tali questioni, bonificando ciò che di malvagio vige nell’anima di chi li perpetra. In un bel libro di Luigi Tomasi, “Il rischio di essere giovani”, il vandalismo definito come fatto sociale, c’è scritto che lo stesso contribuisce “a creare il fascino di una estetica della violenza nella scelta dei bersagli, nel disinteresse che lo avvolge, nella capacità di produrre derisione verso le immagini negative che gli adulti hanno dei giovani”.

In questi giorni due episodi di una gravità sociale inaudita hanno colpito due comunità, la città di Reggio Calabria con l’incendio doloso da parte di alcuni balordi criminali che hanno distrutto dei giochi per bambini nel quartiere Spirito Santo e la nostra Taurianova all’Istituto comprensivo Monteleone-Pascoli, dove si ripetono gli atti vili di altri “colleghi (balordi)” i quali hanno frantumato vetri e facendo razzia nei distributori automatici di bibite e merendine. Due casi di inciviltà criminale.

Non è la prima volta che questa scuola che forma le future generazioni, è preda di atti simili e ogni volta, puntualmente, ad ogni episodio si susseguono le consuete indignazioni di rito, le condanna a orologeria, ma poi? Cala il silenzio e tutto torna come prima in attesa del nuovo disdicevole evento. Ogni volta promesse, ma senza attuare un’azione solida e incisiva a prevenire tali reati che colpiscono tutti in quanto tendono a farci sentire dei delinquenti insensibili e indifferenti.

L’installazione delle telecamere sarebbe già un passo avanti, a patto di non dirlo una volta posizionate, così da colpire questi avventisti del crimine spicciolo che con le loro becere e ineducate azioni umane, figlie sicuramente di un degrado strafottente famigliare, creano solo scompiglio e disagi.

In questo vandalismo si rischia davvero di ideologizzare tra questi balordi che alla fine si pensa siano ragazzi, e che in tal contesto si posiziona in una specie di “progetto storico” manifestandosi come un reale contesto di inattività e vuoto sociale. Altre spiegazioni non sovvengono se non la consapevolezza che forse questi “uomini(cchi)” sono vandali su tutta la faccia della terra, dove solo un diluvio di legalità può castigarli. E si spera che questi giovani, se di essi si tratta, non trovando risposte soddisfacenti nell’ambiente in cui vivono, accusano frustrazioni, forse, gratificate solo da queste azioni continue da pulsazioni aggressive contro ogni cosa che appartiene alla società.

Il tutto ricordando la speranza che Sant’Agostino ci disse che fosse madre di due figli bellissimi, “lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”. Indigniamoci sì, ma al contempo troviamo anche il coraggio per cambiare le cose.

(gl)