Atti sessuali con una minorenne: arrestato 66enne di Brancaleone L'uomo dovrà scontare una pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione. A Platì e San Luca altri arresti per detenzione di sostanze stupefacenti
I Carabinieri della Stazione di Brancaleone hanno tratto in arresto un 66enne del luogo, responsabile del reato di atti sessuali con minorenne.
L’arresto, eseguito su ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Locri – Ufficio esecuzioni penali, scaturisce da un episodio risalente al luglio 2004, allorquando il prevenuto fu sottoposto a controllo da una pattuglia in compagnia, all’epoca, di un ragazzino di 14 anni a cui non è risultato legato da alcun vincolo di parentela; si è poi verificato che tale circostanza, apparsa subito alquanto anomala, in realtà celava una situazione insostenibile per il minore, costretto a subire e compiere atti sessuali con il prevenuto, all’epoca suo datore di lavoro.
Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato ristretto presso il Carcere di Locri, ove dovrà scontare una pena di 5 anni e 6 mesi di reclusione.
Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Platì hanno tratto in arresto AGUÌ Alessandro, 35enne, originario del luogo, per detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e riciclaggio, in esecuzione di un ordine di esecuzione di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Milano, dovendo egli scontare una pena definitiva di 4 anni, 2 mesi e 22 giorni di reclusione.
In particolare, l’AGUÌ si è reso protagonista di vari episodi inerenti lo spaccio di cocaina consumati da gennaio 2005 ad aprile 2006, nonché di riciclaggio di autovetture nel 2001 tra le province di Milano e Brescia.
L’uomo, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Locri, dove sconterà la condanna.
A San Luca, i Carabinieri della locale Stazione hanno sottoposto:
alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di San Luca per 2 anni e 6 mesi, un pregiudicato 27enne del luogo. A carico dello stesso, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione misure di prevenzione, ha altresì disposto la confisca della somma contante di € 18.000,00, rinvenuta ben occultata nel pannello della portiera della propria autovettura durante un routinario controllo alla circolazione stradale operato dai Carabinieri della “Radiomobile” della Compagnia di Castrovillari (CS) nel mese di dicembre 2013 e successivamente sottoposta a sequestro il 2 gennaio 2014. Tali misure patrimoniali, sono previste dal Decreto Legislativo n. 159/2011, meglio noto come “codice antimafia”, che, tra l’altro, prevede che “il Tribunale, anche d’ufficio, ordina con decreto motivato il sequestro dei beni dei quali … si ha motivo di ritenere che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego”, disponendone la confisca allorquando, in relazione ai beni sequestrati, “la persona nei cui confronti è instaurato il procedimento non possa giustificare la legittima provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini delle imposte sul reddito, o alla propria attività economica, nonché dei beni che risultino essere il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego”;
a confisca – in esecuzione di decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione misure di prevenzione – beni mobili e rapporti finanziari pari a 272.059,50 €, appartenenti a due nuclei familiari del luogo, il provvedimento scaturisce da accertamenti patrimoniali svolti unitamente a personale della Guardia di Finanza del Gruppo di Locri, all’esito dei quali, emergendo una sproporzione tra le fonti di reddito dichiarate ai fini fiscali e lo stile di vita di quei nuclei familiari, l’Autorità Giudiziaria , nel maggio 2013, aveva già emesso un decreto di sequestro anticipato di beni in relazione ad un terreno sito in Riace e a numerosi conti correnti, buoni fruttiferi e polizze assicurative di loro proprietà, oggetto del provvedimento di confisca eseguito in questa circostanza, ovvero all’acquisizione coattiva, e senza alcun risarcimento, da parte dello Stato di tutti i beni in argomento.