Auto esplode su pista arrivo Leon Panetta
redazione | Il 14, Mar 2012
Isaf e Pentagono, in nessun momento segretario Difesa Usa in pericolo
Auto esplode su pista arrivo Leon Panetta
Isaf e Pentagono, in nessun momento segretario Difesa Usa in pericolo
(ANSA) NEW YORK – Un’auto è esplosa sulla pista d’atterraggio in Afghanistan mentre era in arrivo l’aereo con a bordo il segretario alla difesa americano Leon Panetta. Secondo quanto hanno riferito fonti del Pentagono, si tratta di un veicolo che, condotto da un afghano, è andato a fuoco. Le stesse fonti hanno precisato che nell’ “incidente” non ci sono stati feriti. Altre fonti riferiscono che si tratta di un’auto rubata e che l’afghano che la conduceva è stato arrestato.
ISAF, IN NESSUN MOMENTO PANETTA IN PERICOLO – Il segretario alla difesa, Leon Panetta, o altri occupanti dell’aereo su cui viaggiava non sono stati “in nessun momento in pericolo”. Lo precisa, in una nota, l’Isaf in relazione all’esplosione di un’auto sulla pista d’atterraggio di una base in Afghanistan dove stava per atterrare il velivolo con il segretario alla difesa Usa.
UN FERITO, FERMATO SOSPETTO – Un soldato Nato è rimasto ferito durante un “incidente” che ha avuto luogo al momento dell’arrivo in una base militare in Afghanistan del segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, si legge in un comunicato dell’Isaf, in cui si precisa che è stato arrestato “il presunto autore” dell’atto.
PANETTA; PENTAGONO,PER SICUREZZA DEVIATA ROTTA -La rotta dell’aereo su cui viaggiava il segretario alla difesa Leon Panetta, è stata deviata per sicurezza. Lo ha reso noto un portavoce del Pentagono confermando che Panetta non è stato mai in pericolo. Altre fonti hanno inoltre confermato che l’auto bomba esplosa sulla pista, in cui era atteso l’atterraggio del velivolo in un base britannica nel Sud dell’Afghanistan, era un pick-up che era stato in precedenza rubato e che l’afghano alla guida ha subito delle ustioni.
OTTO CIVILI UCCISI DA UNA MINA A HELMAND – Otto civili afghani sono rimasti uccisi stamani da una bomba stradale nella provincia di Helmand, nel sud del paese, dove è appena arrivato in visita il segretario alla Difesa americano Leon Panetta. Lo hanno reso noto le autorità locali.
PANETTA: MARINE RISCHIA LA PENA DI MORTE – Il sottufficiale americano sospettato di aver ucciso domenica scorsa 16 civili afghani potrebbe incorrere nella pena di morte se fosse condannato dalla giustizia militare degli Stati Uniti, ha detto ieri sera il segretario alla Difesa americano Leon Panetta. Il sergente dovrà essere processato davanti ad una corte marziale secondo il codice di giustizia militare degli Usa. Questo prevede tra le possibili sanzioni anche la pena capitale, ha spiegato il capo del Pentagono ai giornalisti.
TALEBANI: DECAPITEREMO SOLDATI USA – I talebani afghani hanno minacciato oggi di decapitare i “sadici” soldati americani, in vendetta della strage di 16 civili compiuta domenica scorsa da un militare Usa nella provincia di Kandahar. “L’Emirato islamico ancora una volta mette in guardia gli animali americani che i mujaheddin si vendicheranno, e con l’aiuto di Allah uccideranno e decapiteranno i soldati sadici e assassini”, afferma il portavoce talebano Zabihullah Mujahid in un comunicato.
ATTACCO DELEGAZIONE INVESTIGATORI KABUL – Una delegazione inviata dal governo afghano per indagare sul massacro di 16 civili compiuto da un soldato americano e’ stata attaccata mentre si trovava vicino al luogo della strage nel sud del Pese. Lo ha riferito il portavoce del ministero dell’Interno Sediq Sediqqi, precisando che almeno un poliziotto e’ rimasto ferito.
“Almeno un nemico si era nascosto – ha detto il portavoce Siddiqi -. Ha aperto il fuoco quando la delegazione è arrivata, ferendo un poliziotto”. Siddiqi ha aggiunto che è stata avviata una operazione per ritrovare gli attentatori. Secondo un corrispondente della France Presse sul posto, due dei fratelli del presidente Hamid Karzai si trovavano nella delegazione giunta da Kabul, insieme a responsabili provinciali. “Gli spari sono durati circa due minuti”, ha spiegato il corrispondente. Secondo un altro testimone “c’è stata una pioggia di proiettili”. Una parte della delegazione è tornata a Kandahar, principale città del sud, distante 45 km, ma altri membri sono rimasti sul posto per indagare sul massacro di domenica scorsa.
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