Autobomba Limbadi, a processo esponenti clan Mancuso I genitori di Matteo Vinci si sono costituiti parte civile
Sono stati rinviati a giudizio dal gup distrettuale di Catanzaro i cinque gli indagati dell’operazione “Demetra” relativa all’autobomba di Limbadi costata la vita il 9 aprile del 2018 al 43enne Matteo Vinci provocando il ferimento del padre Francesco. Accolta, quindi, in toto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm antimafia Andrea Mancuso. Vanno a processo Domenico Di Grillo 72 anni di Limbadi, la moglie Rosaria Mancuso 64 anni di Limbadi, il genero Vito Barbara 29 anni, le figlie, Lucia e Rosina Di Grillo, rispettivamente 30 e 39 anni. Nei loro confronti la Distrettuale antimafia di Catanzaro contesta, a vario titolo, i reati di omicidio tentato e consumato con l’aggravante del metodo mafioso, la detenzione illegittima dell’ordigno esplosivo e, ancora, minaccia, ricettazione, detenzione abusiva di armi, lesioni personali, estorsione e rapina. Parte civile i genitori di Matteo Vinci: il padre Francesco e la madre Rosaria Scarpulla. Il dibattimento prenderà il via davanti alla Corte d’assise di Catanzaro il prossimo 17 settembre. Unica ad aver optato per il giudizio abbreviato è stata Rosina Di Grillo, con il processo che inizierà ad ottobre.