Autostrada A3 fine lavori 2013? no ci siamo sbagliati 2018
redazione | Il 06, Ago 2011
Sergio Laganà (Api): “Questo dato, però, appare assolutamente stridente con lo stato dei luoghi edei cantieri, con la quantità di maestranze impegnate, con i lavori finora contabilizzati e quelli residui, con le risorse economiche realmente disponibili e non con quelle solo annunciate”
Autostrada A3 fine lavori 2013? no ci siamo sbagliati 2018
Sergio Laganà (Api): “Questo dato, però, appare assolutamente stridente con lo stato dei luoghi edei cantieri, con la quantità di maestranze impegnate, con i lavori finora contabilizzati e quelli residui, con le risorse economiche realmente disponibili e non con quelle solo annunciate”
REGGIO CALABRIA – Stupisce che nessuno abbia rilanciato la proposta del sindaco di Cosenza Occhiuto finalizzata a monitorare i lavori Anas di ammodernamento dell’ autostrada A3. Una questione è ormai chiara a tutti: Anas e le società che gestiscono le ferrovie pubbliche sono responsabili in negativo del ritardato sviluppo della nostra Regione. Anas e il Ministro delle Infrastrutture, durante la campagna elettorale amministrativa, hanno continuato a rassicurare i calabresi sul fatto che i lavori autostradali sarebbero stati conclusi entro il 2013. Termine, questo, ribadito nell’ultima uscita calabrese dell’AD di Anas e irresponsabilmente avallato dagli uomini politici calabresi inspiegabilmente plaudenti. Questo dato, però, appare assolutamente stridente con lo stato dei luoghi e dei cantieri, con la quantità di maestranze impegnate, con i lavori finora contabilizzati e quelli residui, con le risorse economiche realmente disponibili e non con quelle solo annunciate. Infatti, tutti i tecnici, anche quelli Anas, sono a conoscenza del fatto che i lavori non termineranno prima del 2017, senza contare i 60 km di tratte calabresi ancora da progettare e mettere a gara. Assistiamo da anni a impegni e promesse assunte nella dolosa consapevolezza della loro improbabilità. Se poi spostassimo l’attenzione sui lavori della ex statale 106 il quadro è ancora più imbarazzante e drammatico. Medesime considerazioni per RFI. Per la linea ionica è stato nel tempo modificato l’orario di percorrenza dei treni tanto da rendere sempre più difficile e non conveniente la fruizione delle linee per il trasporto passeggeri; si è potuto, così, tagliare le tratte adducendo la loro scarsa utilizzazione e il fatto che fossero in perdita. Sono stati soppressi treni a lunga percorrenza e quelli regionali. In questo caso sono state molte le proteste ma incapaci di incidere sul progetto di smantellamento progressivo in atto da anni. Il problema che pone Occhiuto è come evitare di farci scivolare addosso qualunque decisione senza alcuna concreta difesa dei nostri interessi. Si dovrebbe costituire – su base volontaria – magari coinvolgendo gli istituti di ricerca calabresi che ne avessero voglia, un comitato di controllo sulla qualità e quantità della spesa di queste società d’interesse pubblico in Calabria e, contestualmente, produrre una verifica generale in Parlamento sui loro bilanci, sui costi di mantenimento delle infrastrutture e sugli investimenti realizzati nel resto d’Italia. Un dato per tutti: le risorse di RFI, finanziate dal PON reti e mobilità, per migliorare le tratte delle ferrovie calabresi ammontano allo 0,8% degli investimenti nazionali. Non è più possibile rimanere quiescenti. Non si tratta di pietire servizi o prebende, non possiamo produrre le solite sterili litanie, è necessario un confronto dignitoso e soprattutto informato su ciò che ci spetta.