Autovelox e Tutor vanno tarati ogni tanto altrimenti la multa è nulla
Lug 15, 2016 - Giovanni D'agata
L’importante decisione che si riporta per la validità del procedimento logico
argomentativo seguito, costituisce un prezioso precedente per quanti vorranno ricorrere
a questo tipo di sanzioni amministrative che in effetti non denotano una particolare
trasparenza nella loro emissione. Multa nulla se Autovelox e Tutor non sono soggetti
a tarature periodiche gli apparecchi che sulle strade rilevano la velocità dei veicoli.
Lo ha sancito la sentenza 14543/16 della seconda sezione civile della Cassazione,
pubblicata venerdì 15 luglio. Accolto il ricorso dell’automobilista multato per
la violazione dell’articolo 142, nono comma, Cds: oltre il verbale risulta illegittimo
anche il conseguente stop alla patente decretato dal prefetto. Ma venendo alle motivazioni
in dettaglio, secondo gli “ermellini”, la velocità dei veicoli costituisce un
elemento valutabile e misurabile e devono dunque essere svolte verifiche a intervalli
regolari di tempo sugli apparecchi che rilevano l’andatura dei mezzi sulle strade
e consentono alle autorità di sanzionarli: si tratta di un incombente che non può
essere sostituito dalla produzione di certificazioni su omologazione e conformità,
che nulla dicono sul corretto funzionamento degli strumenti. Cassata la sentenza
di merito che fa riferimento alle meglio specificate «operazioni di calibratura»
rispetto all’adempimento di verifica che incombe sull’amministrazione; senza
controlli a scadenze fisse, si arriverebbe a risultati paradossali: «una qualunque
bilancia nel mercatino rionale» dietro l’angolo «è soggetta a periodica verifica
della taratura» e per gli anni scorsi non lo sono stati complessi apparecchi che
svolgono «un accertamento irripetibile e producono gravi conseguenze per il cittadino
proprietario o conducente di un veicolo». Non fa evidentenente distinzioni la sentenza
della Consulta che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 45 Cds nell’interpretazione
che ne aveva dato la giurisprudenza di legittimità, dopo una questione di legittimità
sollevata dalla stessa Suprema corte. Il tutto benché subito dopo l’intervento
del giudice delle leggi il Viminale abbia fornito una lettura meno restrittiva della
sentenza costituzionale (cfr. “Lo stop della Consulta vale solo su Telelaser e
Provida. Sì alle multe di Autovelox, Tutor e Vergilius”, pubblicato l’8 luglio
2015; “Gli autovelox devono essere sottoposti a verifiche periodiche di funzionalità
e taratura”, pubblicato il 18 giugno). Questa sentenza, spiega Giovanni D’Agata
presidente dello “Sportello dei Diritti”, fà finalmente luce su una materia
che coinvolge migliaia di automobilisti che si sono visti notificare verbali anche
a raffica, per la presunta violazione del limite di velocità imposto in determinati
tratti di autostrada e rilevati con l’ormai famigerati Autovelox e SICVE (Sistema
informativo per il controllo della velocità) o meglio noto come “Safety tutor”
o ancora nella forma più breve “tutor” che misura per l’appunto, la velocità
media tenuta dall’automobilista, su definite parti di autostrada che spesso coincidono
con i territori di più comuni in successione così determinando l’oggettiva difficoltà
di individuare quale sia il giudice del luogo della commessa violazione. Sarebbe
paradossale che «siano controllate le bilance dei mercatini» e non «gli accertamenti
irripetibili» sule strade.