Azienda perde 500 mila euro e denuncia la banca L'Istituto mette in ginocchio imprenditore: "all'asta beni per 10mln di euro". Il caso della Pierre Srl di Galatina. Lo Sportello dei diritti lancia un appello ai Ministri dell'Interno e della Giustizia
Lo strumento dei derivati in campo azionaria ha mandato in rovina più di un risparmiatore.
Più che un contratto il derivato somiglia più a un costoso biglietto della lotteria
o a una puntata sul rosso o il nero in un tavolo verde della roulette. Pochi incassano,
altri ci lasciano la camicia. C’è chi perde e batte in ritirata e chi invece cerca
la rivincita attraverso le vie giudiziarie. E’ questo il caso dell’azienda di Galatina
in provincia di Lecce, la Pierre Srl, impegnata in attività di ricerca e sviluppo
per la produzione di antiossidanti naturali privi di solventi chimici, che ha presentato
ricorso contro uno dei primari istituto di crediti italiani. Così l’azienda denuncia
in procura per gli elevati tassi di interesse applicati sui rapporti, il direttore
generale ed alcuni funzionari dell’ istituto di credito ai quali la società da anni
si rivolgeva con fiducia. Il pubblico ministero riconosce che i tassi sono usurai,
e li rinvia a giudizio anche per estorsione. La banca aveva convinto l’amministratore
della società a sottoscrivere un’assicurazione che in realtà si è rivelata essere
un contratto di “interest rate swap” che, a detta dei promotori, avrebbe consentito
alla ditta di gestire l’impatto dell’andamento dei tassi di mercato sugli oneri
finanziari derivanti dalle proprie posizioni debitore. In realtà, come avrebbe appreso
il cliente a proprie spese, si trattava di un’operazione finanziaria estremamente
rischiosa che peggiorava però ulteriormente la situazione finanziaria dell’azienda,
tanto che l’esposizione ammonta a circa 500 mila euro, cui devono esserne aggiunti
altrettanti, fra importi già versati e commissioni occulte percepite dalla banca.
Tutto questo fino a quando l’azienda, si è rivolta al Tribunale di Lecce per essere
tutelata. Intanto l’azienda rimasta senza liquidità, non ha potuto far fronte ai
pagamenti. Quindi a causa della burocrazia e dei tempi inaccettabili della giustizia,
l’azienda è colpita anche da un procedimento esecutivo ai suoi danni per morosità
nei confronti dell’istituto di credito che la società stessa individua come suoi
usurai. Ora a novembre sarà messo in vendita all’asta l’immobile sede dell’azienda
e se il bene dovesse essere acquistato, l’ammontare della vendita verrebbe incassato
dalla banca e l’azienda si ritroverebbe senza una sede fisica. Un’azienda innovativa
che nel corso degli ultimi 10 anni, ha effettuato notevoli investimenti in ricerca,
nel settore delle biotecnologie, per la messa a punto di procedimenti di estrazione
di antiossidanti naturali con una tecnologia innovativa, che fa uso di anidride carbonica
(CO2) in condizioni sub o supercritiche al posto dei tradizionali solventi chimici
tossico-nocivi. Inoltre le attività di ricerca sono state effettuate in collaborazione
con importanti partner pubblici, quali l’Università del Salento ed il CNR ISPA
(istituti di Lecce e Bari). La tecnologia sviluppata consente l’estrazione di principi
attivi da matrici solide o liquide ed il frazionamento degli estratti in diverse
frazioni. Dal 2007 la Società è impegnata nella industrializzazione dei risultati
ottenuti dalla ricerca ed in particolare nello sviluppo del progetto del licopene
biologico. Il licopene biologico trova immediata ed importante applicazione per la
preparazione di integratori alimentari utili per la riduzione del rischio cardiovascolare,
dell’osteoporosi e di alcune forme di tumore. Assieme ai suoi Partners, pubblici
e privati, la Società prosegue nel suo impegno in attività di ricerca per la messa
a punto di prodotti e di protocolli terapeutici per il trattamento di gravi patologie,
quali quelle cardiovascolari. Altre importanti applicazioni del licopene biologico
riguardano il settore oftalmico e quello cosmetico. Ci si chiede come sia possibile
in un territorio così flagellato dalla crisi e con un tasso di disoccupazione tra
i più alti d’Italia, fare morire nell’indifferenza un’azienda innovativa che da
lavoro a molte decine di persone ed è un vanto per la provincia di Lecce? Per
tale ragione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,
si rivolge al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia, dato che è stato
messo in vendita all’asta il bene della presunta vittima in concomitanza con
un procedimento per usura nei confronti dei funzionari della banca, se invece non
sia necessario predisporre un concreto meccanismo che consenta la sospensione delle
procedure esecutive per i casi di usura in cui i presunti usurai ricorrano esecutivamente
alla riscossione dei crediti.