Azienda scopre dipendente assenteista: licenziato Incastrato il netturbino al bar tradito dal Gps
Telecontrollo del lavoratore.* *È legittimo il licenziamento del dipendente smascherato
dal Gps a non fare il suo lavoro. La sentenza della Cassazione n° 20440/15, pubblicata
dalla sezione lavoro il 12 ottobre, ha stabilito che il datore ben può controllare
l’operato del dipendente al di fuori dei locali aziendali anche con l’uso del
Gps. Ed eventualmente licenziarlo in caso di condotte antidoverose. Con la decisione
di oggi, gli ermellini hanno bocciato il ricorso del dipendente di un’azienda,
assunto come coordinatore di addetti alla nettezza urbana. Al lavoratore era addebitato
di essersi allontanato dalla sede aziendale in orario lavorativo e di trattenersi
al bar «per conversare, ridere o scherzare coi colleghi». Proprio per questi motivi,
il datore lo aveva licenziato; recesso dichiarato legittimo dalla Corte d’appello.
Secondo il giudice di merito, il dipendente aveva l’incarico di dare disposizioni
agli operai e di verificare lo svolgimento del ritiro dei rifiuti indifferenziati,
con una pausa di lavoro dalle ore 9 alle 9.10. Inoltre, era lecito il controllo svolto
dal datore, al di fuori dei locali aziendali, tramite guardie giurate o con investigatori
privati e con l’uso di uno strumento di localizzazione (Gps). Rispetto al comportamento
addebitato, il lavoratore aveva autonomia operativa, ma era anche tenuto al rispetto
dei limiti temporali della pausa. Il dipendente inutilmente si appella alla Cassazione
sostenendo l’illegittimità del licenziamento e la non liceità dell’uso di strumenti
di controllo: il ricorso è infondato. Gli articoli 2, 3 e 4 dello Statuto dei lavoratori
«impongono modi d’impiego, da parte del datore di lavoro, delle guardie giurate,
del personale di vigilanza e di impianti ed attrezzature per il controllo a distanza.
I relativi divieti riguardano il controllo sui modi di adempimento dell’obbligazione
lavorativa ma non anche comportamenti del lavoratore lesivi del patrimonio e dell’immagine
aziendale. Non sono perciò vietati i cosiddetti controlli difensivi, intesi a rilevare
mancanze specifiche e comportamenti estranei alla normale attività lavorativa nonché
illeciti». Ciò tanto più vale quando il lavoro va eseguito, come nel caso esaminato,
al di fuori dei locali aziendali, «ossia in luoghi in cui è più facile la lesione
dell’interesse all’esatta esecuzione della prestazione lavorativa e dell’immagine
dell’impresa, all’insaputa dell’imprenditore». Il Gps ti segue, commenta Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]” in particolare, per esempio,
tutti i dipendenti che vanno in giro, dotati di auto di servizio e spesso un dispositivo
mobile. Così, il Gps si attiva con una doppia password, una dell’azienda e una
dei lavoratori. Comunque importante è che la tecnologia, nel suo costante progresso,
sia resa funzionale ai diritti coinvolti nel processo lavorativo: i diritti alla
proprietà e all’iniziativa economica da un lato; il diritto alla protezione dei
dati personali dei lavoratori, dall’altro, specificando che secondo la Corte di Giustizia
europea «il diritto alla privacy prevale sugli interessi economici».