Bagnara, sotto sequestro la Cittadella dell’Immacolata Provvedimento della Procura di Reggio Calabria che ha disposto i sigilli applicati dalla Polizia Municipale. Le nuove indagini compiute hanno confermato che il complesso era urbanisticamente totalmente abusivo
di Giuseppe Campisi
Bagnara Calabra – E’ stata posta sotto sequestro la Cittadella
dell’Immacolata un complesso residenziale dislocato su un’area di circa
30 mila metri quadrati ubicato nella frazione Ceramida dello stesso
comune. Un provvedimento della Procura di Reggio Calabria, eseguito
dagli agenti della Polizia Municipale cittadina dopo un’approfondita
nuova indagine da parte del nucleo di p.g. guidato dall’attuale
comandante ad acta, Michele Bruzzese, e che ha preso le mosse a seguito
del precedente filone giudiziario di febbraio scorso, che ha visto il vorticoso coinvolgimento, tra gli
altri, dei due precedenti comandanti della municipale, Giuseppe
Bellantone e Raimondo Cacciola, della moglie di quest’ultimo, Giuseppina
Luppino, anche lei agente dello stesso corpo, ed di un altro agente,
Pasquale Clemente accusati a vario titolo di favoreggiamento personale,
omissione ed abuso di atti d’ufficio e danneggiamento. Sotto la lente
degli inquirenti era finito anche il rettore del centro spirituale, don
Santo Donato, denunciato proprio per aver commissionato i lavori di
realizzazione della costruzione, che si sviluppa in nove edifici per una
superficie coperta di circa 3 mila mq, senza richiedere le dovute
autorizzazioni. Un centro, peraltro inaugurato nel 2010, edificato in
una zona soggetta a vincolo paesaggistico e in un area fortemente a
rischio poiché ad elevato pericolo sismico. La Fraternità Maria
Immacolata, comunità religiosa di frati e suore che si ispirano agli
insegnamenti di san Massimiliano Kolbe è stata fondata sul litorale
tirrenico della costa viola nel 2001 per iniziativa di don Santo Donato
con lo scopo di ritagliare un luogo silenzioso dove agevolare la
contemplazione e la vita fraterna, ha ottenuto il riconoscimento nel
2008 da parte dell’allora arcivescovo mons. Vittorio Mondello come
“Associazione pubblica di fedeli”, riconoscimento poi confermato nel
2015 dall’attuale arcivescovo metropolita, mons. Giuseppe Fiorini
Morosini, quale “Associazione pubblica di fedeli in itinere” con due
rami, quello maschile e quello femminile. Nonostante i numerosi
controlli e sopralluoghi eseguiti nel corso della realizzazione, che ne
avevano riscontrato le numerose irregolarità tecnico-costruttive, alla
Procura non era mai giunta nessuna segnalazione circa le reiterate
violazioni urbanistiche che lì si stavano consumando. Una copertura,
quella posta in essere – secondo la Procura – dai due ex comandanti
Bellantone e Cacciola, che avrebbe permesso al sacerdote di evitare un
procedimento penale per gli stessi lavori di sbancamento e successiva
costruzione ma anche il sequestro dei manufatti. Sequestro e sigilli che
la Procura ha prontamente richiesto, e quindi concretizzato, dopo
ulteriori quanto approfondite indagini condotte dal nuovo corso della
Polizia Municipale.